Andrea Sannino ad Andria
Andrea Sannino ad Andria
Vita di città

Marcia per legalità sulle note di Andrea Sannino, "Abbracciame" ad Andria

Il 23 maggio si ricorda la strage in cui morirono Giovanni Falcone e la sua scorta. Il piccolo Mirko incontra il suo idolo

Un'esplosione di colori e gioia. Una piazza Catuma come accade nelle grandi occasioni, gremita di piccoli e grandi, cittadini e istituzioni, forze dell'ordine e associazioni. A mettere d'accordo tutti il Festival della Legalità ma soprattutto la voce calda napoletana di Andrea Sonnino, il cantautore famoso soprattutto per il pezzo "Abbracciame". È riuscito a fare cantare ed emozionare proprio tutti.

Tanti i ragazzi pronti ad ascoltarlo e a cantare con lui ma soprattutto a riflettere sulle sue parole: "Se avete un sogno portatelo avanti", ha detto. Come ha fatto lui, desiderava cantare e ci è riuscito, nonostante il quartiere dove è nato lasciasse pensare a tutt'altro per il suo futuro. Sul palco il piccolo Mirko, suo fan sfegatato, ha forse realizzato il suo sogno oggi?



Prima della piazza giovani nella "Marcia della Legalità", nella simbolica ricorrenza della strage di Capaci, divenuta ormai data simbolo della lotta a tutte le mafie e della celebrazione della Legalità. Dopo lo straordinario successo dello scorso anno con la preziosa testimonianza di Don Luigi Ciotti, anche quest'anno tutte le associazioni, gli istituti scolastici del territorio, autorità civili, religiose e militari si sono di nuovo ritrovate a percorrere le vie della città: partendo da corso Germania hanno attraversato via Barletta, via Ferrucci, via Bovio e via Porta Castello prima di arrivare in piazza Vittorio Emanuele II. Ad animare il palco ci hanno pensato i piccoli del coro dell'IC "Verdi – Cafaro".

"Abbiamo voluto portare in piazza oggi la storia e la musica di Andrea Sannino come simbolo di riscatto e di positività. Ma soprattutto abbiamo voluto parlare ai giovani con il loro linguaggio", ha detto il sindaco Giovanna Bruno.

Ecco il discorso letto dal palco dal sindaco:

«Carissimi tutti,
che bella questa piazza! Che bella tutta questa presenza, questi colori, questi suoni. Quanta speranza! Quanta energia da fare il pieno per i tempi di magra, per quando sembra tutto buio e perso.
Lo abbiamo detto qualche mese fa, marciando con a fianco don Luigi Ciotti. Abbiamo detto e ripetuto che siamo noi, legalità organizzata, il primo presidio contro il malaffare.
Quella con cui fare i conti, respingendo la criminalità che viene ad accarezzarci, sempre più spesso. Siamo quella legalità organizzata che oggi ricorda, rispettosa, il sacrificio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, delle scorte, dei familiari, di tutte le vittime di mafia.
Siamo una piazza da tante sfumature: percorsi, appartenenze, ruoli, storie e visioni sicuramente differenti, ma tutti animati da un unico obiettivo. Provare ad essere comunità vera, almeno contro il male. Che si condanna e si combatte non perché si è di una scuola o di un'altra, non perché si è di un partito o di un altro, non perché si è chiesa, o parlamentare o consigliere o funzionario o dirigente o alunno o insegnante ma perché si è tanti volti di un'unica Comunità. La comunità in cammino. Per provare ad arginare il male, sempre in agguato.
Nel salutare e ringraziare indistintamente tutti, davvero tutti, mi soffermo un attimo su di voi, ragazzi cari: siate padroni del vostro tempo. Della vostra storia. Appassionatevi, innamoratevi di qualcosa, perché il fuoco dell'amore (quello sano e quello vero) vi riempie il vuoto, vi alza da terra, 3 metri sopra il cielo, vi irradia il volto di bellezza e vi lancia nella positività. Innamoratevi dell'arte, dello sport, della lettura, dell'ambiente…innamoratevi. Come Andrea con la sua musica, da cui è stato salvato.
Innamoratevi perché quando c'è amore c'è bellezza che non dà spazio al male, al brutto. Alla guerra. La guerra…
In questa giornata nazionale della legalità, in memoria di tutte le vittime di mafia, questa piazza vuole essere anche luogo di pace, testimonianza di pace, nella sua unità.
A Gaza si muore da tanto, troppo tempo. C'è un genocidio in corso, nel silenzio di noi altri, nell'indifferenza. Si muore di fame, di torture. Si muore, grandi e piccoli, donne e bambini, anziani e ammalati. Si muore. Da 600 e più giorni una morsa di dolore che conta oltre 50.000 vittime. Questa piazza le piange, in questo giorno di legalità. Non si può fare altrimenti. Perché il primo avamposto dell'illegalità è l'ingiustizia e dove non c'è giustizia c'è sopraffazione e poi violenza che è guerra. 50.000 vittime che domani, 24 maggio, vogliamo avvolgere idealmente in altrettanti sudari, esponendo fuori dalle nostre finestre o balconi un lenzuolo bianco, quello che si usa per rannicchiare i cadaveri.
Proviamo ad essere davvero una piazza, una città, una provincia, un Paese di pace. Facciamolo tutti insieme, proprio come qui, oggi: scuola, chiesa, famiglie, forze dell'ordine, istituzioni, imprese, associazioni, cittadini. Legalità, Giustizia, Pace, Vita!
Peccato per gli assenti, intendo quelli volutamente assenti. Hanno perso l'ennesima occasione per dire a se stessi di essere parte di una Comunità. Hanno perso l'occasione per unire il loro volto o la loro voce o la loro indignazione a quella di noi tutti, determinati solo e unicamente a fare esercizio di unità contro il male.
Grazie a chi non demorde, grazie a chi non si rassegna, a chi spera e agisce, come questa piazza oggi fortemente dimostra! Piazza di legalità, piazza di giustizia, piazza di pace!».



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