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Assistenza bambini e ragazzi autistici: “Servizi carenti, alle famiglie serve aiuto”

Lo sottolinea il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de ‘La Puglia Domani’

"Serve una ricognizione sulla condizione di bambini e ragazzi autistici in Puglia, e soprattutto serve il potenziamento dei servizi sociosanitari a loro supporto. Da molti anni sono vicino ai piccoli autistici e alle loro famiglie, e conosco bene le difficoltà di trovare supporto qualificato e soprattutto continuato sul territorio".
E' il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de 'La Puglia Domani' a sottolineare questa difficile situazione in cui versano tante famiglie pugliesi.

"Per dar voce ai bisogni di queste famiglie ho richiesto un'audizione in Commissione Sanità degli assessori Lopalco e Barone, del direttore del dipartimento Promozione della Salute Montanaro, del garante regionale della disabilità e dei referenti delle associazioni delle famiglie con autismo.
La pandemia ha fatto emergere carenze drammatiche, che richiedono un poderoso rafforzamento della rete dei centri territoriali per l'autismo, dei centri socio educativi riabilitativi e delle comunità residenziali. E poi c'è un'altra urgenza da affrontare: l'attivazione di centri per il dopo-di-noi, che si prendano cura dei pazienti autistici quando non ci saranno più genitori e familiari in grado di assisterli, per evitare l'abbandono.
Secondo le ultime ricerche, la disabilità intellettiva riguarda il 30% dei soggetti autistici, con sintomi associati come instabilità motoria e dell'attenzione, ipersensibilità ai suoni ed elevata soglia del dolore. Per affrontare questi disturbi è fondamentale la presa in carico da parte di figure professionali specializzate, assicurando la continuità terapeutica necessaria per preservare i precari equilibri di bambini e ragazzi autistici e scongiurare regressioni, con danni spesso irreparabili. Tutto questo in Puglia non è garantito: molte famiglie non possono contare su interventi e percorsi di abilitazione e riabilitazione qualificati, e devono farsi carico di un compito di cura spesso insostenibile.

Le aziende sanitarie non dispongono di un numero di professionisti sufficiente a far fronte al crescente bisogno di assistenza specifica, visto che i disturbi dello spettro autistico risultano in preoccupante espansione. E soprattutto rileviamo servizi disomogenei, organizzati secondo modelli che cambiano a seconda delle Asl e dei distretti sociosanitari. Il servizio pubblico è carente e va consolidato, i trattamenti terapeutici non possono limitarsi a poche ore di logopedia o psicomotricità ma devono prevedere interventi che includano l'intera sfera cognitiva e comportamentale dei pazienti autistici, coinvolgendo tutte le figure che ruotano attorno a loro. Così come vanno potenziate le forme di sostegno psicologico alle famiglie, essenziali quando la gravità del disturbo è tale da incrinare la serenità dei conviventi. Il loro grido di aiuto non può restare inascoltato, e mi affido alla sensibilità di tutti i soggetti chiamati in audizione perché possano dare ascolto e risposte a questo grido di aiuto"
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