Politica
Conti al Comune, l'assessore Lullo fa chiarezza e tira fuori le carte
Ecco il documento in cui si evince la carenza di liquidità al momento dell'insediamento di Giorgino nel 2010
Andria - lunedì 3 settembre 2018
15.39
«Nelle ultime settimane in molti si sono espressi a proposito della situazione finanziaria del Comune di Andria. Al netto di una dialettica improntata all'allarmismo e delle legittime posizioni di tutti gli attori intervenuti nel dibattito, è opportuno spiegare agli andriesi che, allo stato attuale, quasi tutti i numeri citati sui social, in Consiglio comunale e sulla stampa sono da ritenere inesatti o comunque per nulla o poco attinenti alla vicenda oggetto del "riequilibrio".
Credo che sia opportuno provare a mettere un po' d'ordine, senza alcun intento di alimentare la polemica, ma solo cercando di spiegare con chiarezza la situazione», scrive l'assessore al bilancio Francesco Lullo all'indomani del rimpallo di responsabilità sui conti al Comune e sulla situazione delle casse al momento dell'insediamento del Sindaco Nicola Giorgino nel 2010.
«Gli ispettori del Mef rilevano, a pagina 78 della relazione, che – riporto testualmente - «in termini assoluti, lo stock del debito, nel periodo 2012/2016, risulta aumentato di € 1.564.009,32 (+1,76%)». E continuano: «Da precisare che detto aumento è dovuto principalmente al peso di liquidità ottenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti (€ 15.333.148,16) e destinata al pagamento dei debiti esigibili alla data del 31/12/2012. Nel periodo in esame l'Ente non ha contratto nuovo debito, procedendo esclusivamente alla devoluzione di alcuni mutui». Si tratta della liquidità che si è resa necessaria per far fronte alle ripercussioni naturali successive all'avvio in salita del percorso amministrativo (44 mila euro in cassa e 3 milioni e mezzo di utenze arretrate da pagare già all'insediamento del Sindaco Giorgino nel 2010). Una situazione fisiologica, insomma, considerata la partenza "a handicap".
Per quanto concerne il presunto "sperpero di denaro pubblico" denunciato da più parti, il dato è decisamente diverso: gli impegni di spesa per il funzionamento dell'Ente (cosiddette "spese correnti") sono passati dagli oltre 68 milioni di euro del 2010 ai 58 milioni del 2017: dieci milioni in meno mi sembrano un significativo risparmio, non uno sperpero!
Ma come si arriva alla "Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale"?
La nuova normativa contabile prevede la possibilità di verificare gli equilibri di bilancio «in qualsiasi momento dell'esercizio finanziario e comunque non oltre il 31 luglio». Così, gli uffici hanno dovuto prendere atto della «impossibilità di ripristinare l'equilibrio di bilancio attraverso gli strumenti ordinari previsti dal Testo unico sugli Enti locali» e redigere una relazione tecnico-finanziaria che è stata trasmessa ai competenti organi di controllo.
Dalla relazione emerge che lo squilibrio in "conto gestione residui" è pari a € 1.778.903,96 e lo squilibrio per la "gestione di competenza" relativa alla parte corrente è pari a € 9.619.007,59: totale € 11.397.911,55. Su questa cifra si dovrà intervenire, al momento. Sì, al momento: il Piano, infatti, è "dinamico" e può, dunque, essere rimodulato se le condizioni (non necessariamente in peggio, ma anche in meglio!) lo richiedono», rileva Lullo.
«I circa 44 milioni di "disavanzo di amministrazione" che le opposizioni cercano di imputare come ulteriore debito accumulato dall'amministrazione Giorgino è invece il risultato del passaggio, imposto da apposita Legge dello Stato nel 2015, da un sistema di contabilità ad un altro di tipo "armonizzato". Per essere pratici: si tratta di riaccertamento straordinario dei residui attivi (entrate) e dei residui passivi (uscite) rivenienti da decenni di attività contabile e fino al 31/12/2014. Il risultato è stato riportato come "disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui". E tanto il disavanzo non si può imputare all'amministrazione di centrodestra che la stessa legge ha previsto per tutti i Comuni che si fossero venuti a trovare in questa situazione la possibilità di ripianare in 30 anni. Insomma, una questione di carattere tecnico-contabile, su cui le operazioni di ripianamento sono già in corso.
I cittadini devono sapere che l'Assessorato e il Settore stanno lavorando in maniera seria, attenta e puntuale al Piano di riequilibrio. Sarà prodotto ogni sforzo per limitare e magari perfino evitare di gravare sulle tasche degli andriesi. Come? Stanando gli evasori totali e recuperando risorse dagli evasori parziali. Per questo, appena insediato, ho imposto ed è già in corso l'incrocio delle informazioni contenute in una quindicina di banche dati (dalle forniture di luce e gas domestiche e aziendali al Catasto, dall'Agenzia delle Entrate alla Camera di Commercio). Individuati i "furbetti", avremo un quadro attendibile sulle somme da recuperare e sulla formulazione del Piano».
Credo che sia opportuno provare a mettere un po' d'ordine, senza alcun intento di alimentare la polemica, ma solo cercando di spiegare con chiarezza la situazione», scrive l'assessore al bilancio Francesco Lullo all'indomani del rimpallo di responsabilità sui conti al Comune e sulla situazione delle casse al momento dell'insediamento del Sindaco Nicola Giorgino nel 2010.
«Gli ispettori del Mef rilevano, a pagina 78 della relazione, che – riporto testualmente - «in termini assoluti, lo stock del debito, nel periodo 2012/2016, risulta aumentato di € 1.564.009,32 (+1,76%)». E continuano: «Da precisare che detto aumento è dovuto principalmente al peso di liquidità ottenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti (€ 15.333.148,16) e destinata al pagamento dei debiti esigibili alla data del 31/12/2012. Nel periodo in esame l'Ente non ha contratto nuovo debito, procedendo esclusivamente alla devoluzione di alcuni mutui». Si tratta della liquidità che si è resa necessaria per far fronte alle ripercussioni naturali successive all'avvio in salita del percorso amministrativo (44 mila euro in cassa e 3 milioni e mezzo di utenze arretrate da pagare già all'insediamento del Sindaco Giorgino nel 2010). Una situazione fisiologica, insomma, considerata la partenza "a handicap".
Per quanto concerne il presunto "sperpero di denaro pubblico" denunciato da più parti, il dato è decisamente diverso: gli impegni di spesa per il funzionamento dell'Ente (cosiddette "spese correnti") sono passati dagli oltre 68 milioni di euro del 2010 ai 58 milioni del 2017: dieci milioni in meno mi sembrano un significativo risparmio, non uno sperpero!
Ma come si arriva alla "Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale"?
La nuova normativa contabile prevede la possibilità di verificare gli equilibri di bilancio «in qualsiasi momento dell'esercizio finanziario e comunque non oltre il 31 luglio». Così, gli uffici hanno dovuto prendere atto della «impossibilità di ripristinare l'equilibrio di bilancio attraverso gli strumenti ordinari previsti dal Testo unico sugli Enti locali» e redigere una relazione tecnico-finanziaria che è stata trasmessa ai competenti organi di controllo.
Dalla relazione emerge che lo squilibrio in "conto gestione residui" è pari a € 1.778.903,96 e lo squilibrio per la "gestione di competenza" relativa alla parte corrente è pari a € 9.619.007,59: totale € 11.397.911,55. Su questa cifra si dovrà intervenire, al momento. Sì, al momento: il Piano, infatti, è "dinamico" e può, dunque, essere rimodulato se le condizioni (non necessariamente in peggio, ma anche in meglio!) lo richiedono», rileva Lullo.
«I circa 44 milioni di "disavanzo di amministrazione" che le opposizioni cercano di imputare come ulteriore debito accumulato dall'amministrazione Giorgino è invece il risultato del passaggio, imposto da apposita Legge dello Stato nel 2015, da un sistema di contabilità ad un altro di tipo "armonizzato". Per essere pratici: si tratta di riaccertamento straordinario dei residui attivi (entrate) e dei residui passivi (uscite) rivenienti da decenni di attività contabile e fino al 31/12/2014. Il risultato è stato riportato come "disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui". E tanto il disavanzo non si può imputare all'amministrazione di centrodestra che la stessa legge ha previsto per tutti i Comuni che si fossero venuti a trovare in questa situazione la possibilità di ripianare in 30 anni. Insomma, una questione di carattere tecnico-contabile, su cui le operazioni di ripianamento sono già in corso.
I cittadini devono sapere che l'Assessorato e il Settore stanno lavorando in maniera seria, attenta e puntuale al Piano di riequilibrio. Sarà prodotto ogni sforzo per limitare e magari perfino evitare di gravare sulle tasche degli andriesi. Come? Stanando gli evasori totali e recuperando risorse dagli evasori parziali. Per questo, appena insediato, ho imposto ed è già in corso l'incrocio delle informazioni contenute in una quindicina di banche dati (dalle forniture di luce e gas domestiche e aziendali al Catasto, dall'Agenzia delle Entrate alla Camera di Commercio). Individuati i "furbetti", avremo un quadro attendibile sulle somme da recuperare e sulla formulazione del Piano».