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Siccità: resta grave in Puglia la carenza idrica

A darne notizia è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati rilevati dall’Osservatorio sulle risorse idriche di ANBI

In Puglia resta grave la carenza idrica, con gli invasi della Capitanata che contengono solo il 23% dei volumi invasabili, perché in 2 mesi e mezzo, a causa della scarsità di piogge, sono stati recuperati solo 43 milioni di metri cubi, cioè 1/3 dei volumi affluiti, nello stesso lasso di tempo, negli invasi lucani. A darne notizia è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati rilevati dall'Osservatorio sulle risorse idriche di ANBI, secondo cui a fronte dei 331,9 milioni di metri cubi di acqua invasabili nelle dighe della Capitanata, se ne registrano solo 76,8 al 28 febbraio 2025, rispetto ai 159,94 dello stesso periodo dell'anno scorso.

L'emergenza acqua è ormai entrata stabilmente anche nella vita dei cittadini con ben l'89% che ritiene prioritario un piano di gestione, dalla creazione di invasi alla manutenzione dei fiumi, per combattere la siccità e ridurre il rischio di alluvioni e catastrofi naturali, secondo i dati del rapporto Coldiretti/Censis.
La Puglia è la regione d'Italia dove piove meno con 640 millimetri annui medi e impatti gravi sull'agricoltura causati dalla siccità che distrugge le coltivazioni e rappresenta la calamità più rilevante per i campi, ma ha anche il primato negativo – aggiunge Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi.

A causa della mancanza di acqua – dice Coldiretti Puglia – sono balzati alle stelle i costi di carburante per l'irrigazione e in difficoltà per l'allarme siccità fuori stagione sono in realtà tutte le colture in campo a causa della maturazione contemporanea delle verdure. Una situazione preoccupante in Puglia – sottolinea la Coldiretti Puglia - dove a causa della siccità grave del 2024 ci sono stati raccolti dimezzati dalle ciliegie al grano, dal miele fino alle olive. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l'aggravio dei costi per l'acquisto di mangimi per garantire l'alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate senza cibo per le fioriture azzerate. Ma anche la campagna di raccolta delle olive è stata inficiata dalla siccità con un crollo di oltre il 40% delle quantità rispetto all'anno prima.

Una situazione critica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio, che consentirebbe di garantire acqua nei periodi di siccità ma anche di limitare l'impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell'acqua nei canali asciutti. Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L'obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in tale ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un'opera di manutenzione.
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