
Territorio
Olio d'oliva: plauso ai controlli delle Fiamme gialle che difendono produttori e consumatori
Coldiretti Puglia: "basta fake news sui prezzi per deprimere il mercato"
Puglia - mercoledì 17 dicembre 2025
14.51 Comunicato Stampa
Basta con le fake news sul prezzo dell'olio extravergine di oliva, con le narrazioni artefatte e le strategie comunicative subdole che hanno il solo obiettivo di deprimere artificialmente il mercato, danneggiando chi produce qualità vera, già sotto attacco di frodi e speculazioni. A mettere un punto fermo è Coldiretti Puglia, con le quotazioni dell'olio extravergine che non sono mai scese sotto i 7/8 euro al litro alla Camera di Commercio di Bari, mentre le forze dell'ordine continuano a sventare frodi e speculazioni.
In questo contesto, va il plauso di Coldiretti Puglia all'operazione della Guardia di Finanza che, intensificando i controlli in provincia di Brindisi, ha sequestrato 391 litri di olio con etichetta contraffatta, venduti come extravergine ma risultati, dalle analisi di laboratorio, una miscela di olio vergine e olio di semi, l'ennesima azione concreta che colpisce le frodi e tutela i consumatori, ma soprattutto difende il lavoro onesto degli olivicoltori.
La Puglia è oggi attraversata da una rete fitta di controlli che interessa porti, snodi logistici e principali arterie stradali – insiste Coldiretti Puglia - con le ispezioni delle cisterne ad opera delle forze dell'ordine per fermare frodi, manovre speculative e pratiche sleali che si traducono in contratti al ribasso e in un progressivo strangolamento del mercato dell'extravergine Made in Italy.
Nei primi otto mesi dell'anno, gli arrivi di olio d'oliva vergine ed extravergine sono cresciuti del 78%, con un balzo impressionante dalla Grecia (+139%). È il risultato di un'invasione di prodotto estero che, come evidenziano Coldiretti e Unaprol su dati Ismea, ha messo all'angolo i produttori italiani, provocando un crollo del prezzo dell'extravergine nazionale che in pochi mesi ha perso quasi tre euro al chilo.
Per affrontare criticità ormai strutturali, Coldiretti e Unaprol chiedono un rafforzamento deciso del Portale SIAN, rendendo obbligatoria la registrazione non solo delle compravendite di olio sfuso, ma anche di quelle delle olive da olio. Senza una tracciabilità completa delle contrattazioni, comprese quelle delle olive, non è possibile disporre di dati territoriali certi e aggregati. Servono informazioni oggettive, non manipolabili, per restituire valore reale ai produttori e trasparenza all'intera filiera olivicola. L'obiettivo è monitorare ogni fase dello scambio, piazza per piazza, con parametri chiari e verificabili.
Un ulteriore nodo critico emerso riguarda il cosiddetto traffico di perfezionamento attivo, un meccanismo che consente l'ingresso agevolato di olio dall'estero – aggiungono Coldiretti e Unaprol – ma si rende necessario anche accelerare sull'applicazione degli strumenti di tracciabilità già previsti dalla normativa, a partire dall'introduzione del documento di trasporto elettronico per le olive, come stabilito dalla legge 206/2023. Allo stesso modo, la riduzione dei tempi di classificazione degli oli è fondamentale per garantire maggiore chiarezza lungo la filiera e impedire zone d'ombra che favoriscono pratiche scorrette.
L'olivicoltura italiana resta un comparto strategico non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e territoriale. Con circa 50 milioni di giornate lavorative, rappresenta un presidio fondamentale per le aree interne e più fragili del Paese. È un settore che contribuisce alla stabilità dei territori e non può essere lasciato esposto a chi sfrutta il marchio Italia senza rispettarne le regole.
Pur essendo il terzo produttore mondiale, l'Italia continua a detenere una leadership indiscussa sul piano qualitativo, grazie a un patrimonio unico di oltre 500 varietà autoctone e a un modello produttivo che nessun altro Paese è in grado di replicare senza sostenere costi elevati. Un vantaggio competitivo straordinario, che va difeso con controlli europei più rigorosi, una tracciabilità completa e un sistema di regole capace di premiare la qualità reale, non la speculazione.
In questo contesto, va il plauso di Coldiretti Puglia all'operazione della Guardia di Finanza che, intensificando i controlli in provincia di Brindisi, ha sequestrato 391 litri di olio con etichetta contraffatta, venduti come extravergine ma risultati, dalle analisi di laboratorio, una miscela di olio vergine e olio di semi, l'ennesima azione concreta che colpisce le frodi e tutela i consumatori, ma soprattutto difende il lavoro onesto degli olivicoltori.
La Puglia è oggi attraversata da una rete fitta di controlli che interessa porti, snodi logistici e principali arterie stradali – insiste Coldiretti Puglia - con le ispezioni delle cisterne ad opera delle forze dell'ordine per fermare frodi, manovre speculative e pratiche sleali che si traducono in contratti al ribasso e in un progressivo strangolamento del mercato dell'extravergine Made in Italy.
Nei primi otto mesi dell'anno, gli arrivi di olio d'oliva vergine ed extravergine sono cresciuti del 78%, con un balzo impressionante dalla Grecia (+139%). È il risultato di un'invasione di prodotto estero che, come evidenziano Coldiretti e Unaprol su dati Ismea, ha messo all'angolo i produttori italiani, provocando un crollo del prezzo dell'extravergine nazionale che in pochi mesi ha perso quasi tre euro al chilo.
Per affrontare criticità ormai strutturali, Coldiretti e Unaprol chiedono un rafforzamento deciso del Portale SIAN, rendendo obbligatoria la registrazione non solo delle compravendite di olio sfuso, ma anche di quelle delle olive da olio. Senza una tracciabilità completa delle contrattazioni, comprese quelle delle olive, non è possibile disporre di dati territoriali certi e aggregati. Servono informazioni oggettive, non manipolabili, per restituire valore reale ai produttori e trasparenza all'intera filiera olivicola. L'obiettivo è monitorare ogni fase dello scambio, piazza per piazza, con parametri chiari e verificabili.
Un ulteriore nodo critico emerso riguarda il cosiddetto traffico di perfezionamento attivo, un meccanismo che consente l'ingresso agevolato di olio dall'estero – aggiungono Coldiretti e Unaprol – ma si rende necessario anche accelerare sull'applicazione degli strumenti di tracciabilità già previsti dalla normativa, a partire dall'introduzione del documento di trasporto elettronico per le olive, come stabilito dalla legge 206/2023. Allo stesso modo, la riduzione dei tempi di classificazione degli oli è fondamentale per garantire maggiore chiarezza lungo la filiera e impedire zone d'ombra che favoriscono pratiche scorrette.
L'olivicoltura italiana resta un comparto strategico non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e territoriale. Con circa 50 milioni di giornate lavorative, rappresenta un presidio fondamentale per le aree interne e più fragili del Paese. È un settore che contribuisce alla stabilità dei territori e non può essere lasciato esposto a chi sfrutta il marchio Italia senza rispettarne le regole.
Pur essendo il terzo produttore mondiale, l'Italia continua a detenere una leadership indiscussa sul piano qualitativo, grazie a un patrimonio unico di oltre 500 varietà autoctone e a un modello produttivo che nessun altro Paese è in grado di replicare senza sostenere costi elevati. Un vantaggio competitivo straordinario, che va difeso con controlli europei più rigorosi, una tracciabilità completa e un sistema di regole capace di premiare la qualità reale, non la speculazione.


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