PIAZZA CATUMA. <span>Foto Riccardo Di Pietro</span>
PIAZZA CATUMA. Foto Riccardo Di Pietro
Vita di città

Leonetti, medico oncologo: "Anche ad Andria siano riconosciuti i diritti per i bambini"

Il medico andriese lancia un appello alla cittadinanza a poche ore dalla manifestazione in piazza Catuma

Poche ore mancano dalla manifestazione spontanea indetta per le ore 15:30 da alcuni genitori in piazza Catuma. Ecco l'invito che il medico oncologo Dino Leonetti rivolge a tutti i cittadini, e non solo di chi vive un particolare disagio.

"Il 20 novembre 1989 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rigths of the Child).
Sono quattro i principi fondamentali: a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori; b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità; c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati; d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
L'Italia ha ratificato la con Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell'Infanzia quattro Rapporti.
Ad Andria si ha la sensazione che in pochi sappiano che esistano diritti riconosciuti ai bambini.
La tutela della vita e della buona salute, ad esempio.
Si pensava che mandare il proprio figlio in una scuola materna posizionata sotto un traliccio, rischiando di farlo ammalare di leucemia, fosse la cosa più grave ed inaudita. Eppure è successo e grazie ai cittadini finalmente evitato. Oppure avere una scuola media con la palestra piena di amianto fosse lo scandalo maggiore. Anche questa è storia passata, anche questa risolta grazie ai cittadini volenterosi. Oppure una scuola immersa nel traffico veicolare in cui l'unica centralina dei gas di scarico presente in città fa rilevare alti livelli di inquinanti ma nessuno fa niente per limitare i veleni respirati dagli alunni ed anzi nei dintorni si posizionano ambulanti di frutta e verdure con cibo impregnato di sostanze cancerogene che magari gli stessi alunni si ritroveranno a tavola. Il cancro dei giovani esiste e fa paura. Si pensava che la questione di una falda acquifera inquinata per cui i contadini possono attingere acqua a sospetto carico di veleni fosse una pura fantasia. Eppure esiste e si continua ad emungere acqua dai pozzi artesiani. E ci si chiede se gli ortaggi siano a rischio di cancro. I consumatori, specialmente i bambini, possono aver mangiato cibo cancerogeno.

Ogni giorno nei dintorni della città appiccano roghi tossici con grandi nuvole di fumo nero che scaricano il loro venefico carico sulle colture e in città. I primi a pagarne le conseguenze sono i piccoli, con sintomi respiratori e cutanei molto gravi. Inoltre nulla si fa per monitorare in tempo reale la fitta rete dei ripetitori della telefonia che ormai tiene immersa la popolazione nei campi elettromagnetici a cui sono più sensibili proprio i neonati e i bambini.
La nostra città è malata e non è affatto sensibile alla tutela della salute dei più piccoli.
Da tempo scopriamo che non è sufficiente questo a dare disagio ai nostri piccoli concittadini.
Si dice scuola dell'obbligo e si legge che si è obbligati a subire molti disagi a causa della frequentazione scolastica in condizioni disastrose.
Perfino i pasti a scuola, il trasporto,la fornitura dei libri, il sostegno con insegnanti specializzati stanno subendo gravissime ripercussioni dalle decisioni dei nostri governanti cittadini.
Scendono in piazza i bambini, i loro genitori, gli operatori scolastici.
Finalmente!

Io faccio un appello affinché scenda in piazza non solo chi sta vivendo un disagio nelle scuole ma anche ogni singolo cittadino che si senta indignato da quanto sta accadendo da anni nella nostra città.
Deve essere una piazza della INDIGNAZIONE, che vi partecipino cittadini di qualunque appartenenza politica, ceto sociale, professione o ruolo. Mi piace che sia anche una piazza del SILENZIO, senza urla o invettive, senza slogan e senza parole inutili.
Ecco. Pacificamente incazzati".
  • dino leonetti
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