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Politica
Forza Italia Giovani Puglia prende le distanze da dichiarazioni su pena di morte per autista scuolabus milanese
Il coordinatore regionale ligure di FIG ha parlato solo a titolo personale
Puglia - giovedì 21 marzo 2019
18.14 Comunicato Stampa
Arriva a stretto giro la risposta dei giovani forzisti pugliesi al coordinatore regionale ligure di FIG (Forza Italia Giovani) Angelo Francesco Dulbecco, che ieri ha indicato nella pena di morte 'l'unica possibilità' di azione contro l'autista dello scuolabus milanese.
"Leggiamo, non con poco sconcerto e delusione, la dichiarazione del Coordinatore Regionale della Liguria, Dulbecco. Il Movimento Giovanile deve prendere le distanze da una dichiarazione che, ci teniamo a precisare, se pur fatta a titolo personale, getta fango su Forza Italia".
Lo dichiarano Lucia Diele (vice coordinatrice regionale), Vanna Lacassia (membro del Consiglio Nazionale), e i coordinatori provinciali Brizio Maggiore, Ignazio Amodio, Gaetano Scamarcio, Marzia Spagnuolo, Mario Schena, Antonio De Palma.
"Qui, però, -aggiungono- non è in ballo solo credibilità del nostro partito -che pure ci preme difendere- bensì l'intera Repubblica. Non è ammessa la pena di morte: il IV comma dell'art. 27 della Costituzione parla chiaro. Su questa disposizione, pensata dai Padri Costituenti e rafforzata dal Legislatore con la Legge Costituzionale n.1/2007, non vi è, a nostro avviso, alcun margine di discussione. Invitiamo Dulbecco-concludono i giovani forzisti- a ritrattare le sue dichiarazioni anacronistiche, antistoriche e frutto del più becero populismo da strada".
"Leggiamo, non con poco sconcerto e delusione, la dichiarazione del Coordinatore Regionale della Liguria, Dulbecco. Il Movimento Giovanile deve prendere le distanze da una dichiarazione che, ci teniamo a precisare, se pur fatta a titolo personale, getta fango su Forza Italia".
Lo dichiarano Lucia Diele (vice coordinatrice regionale), Vanna Lacassia (membro del Consiglio Nazionale), e i coordinatori provinciali Brizio Maggiore, Ignazio Amodio, Gaetano Scamarcio, Marzia Spagnuolo, Mario Schena, Antonio De Palma.
"Qui, però, -aggiungono- non è in ballo solo credibilità del nostro partito -che pure ci preme difendere- bensì l'intera Repubblica. Non è ammessa la pena di morte: il IV comma dell'art. 27 della Costituzione parla chiaro. Su questa disposizione, pensata dai Padri Costituenti e rafforzata dal Legislatore con la Legge Costituzionale n.1/2007, non vi è, a nostro avviso, alcun margine di discussione. Invitiamo Dulbecco-concludono i giovani forzisti- a ritrattare le sue dichiarazioni anacronistiche, antistoriche e frutto del più becero populismo da strada".