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Denuncia Flai Puglia su occupazione agricola: persi 6mila operai nel 2020, nella Bat 124

Nell’ultimo triennio una riduzione di quasi 20mila unità negli elenchi Inps

Oltre 6mila operai agricoli in meno nel 2020 in Puglia. A dimostrazione che tra Xylella e pandemia per gli addetti del settore primario è stato un anno orribile e non si capisce il motivo per cui il Governo li abbia esclusi dal Decreto sostegni, motivo che è alla base della mobilitazione promossa da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, che ha visto un sit in al Senato nella giornata del 31 marzo e per il 10 aprile prevede manifestazioni davanti tutte le Prefetture d'Italia.
E' quanto afferma il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi.

Il dato del calo si evince dal portale dell'INPS che ieri ha pubblicato gli elenchi anagrafici degli operai agricoli con le relative giornate prestate nel corso del 2020. Ancora una volta viene certificata la riduzione degli addetti che nel corso dell'ultimo anno si attesta a 166.594 (Foggia: 41.734, Bari: 37.200, Taranto: 26.520; Brindisi: 22.510; Lecce: 19.374; Bat: 19.256) con una riduzione di 6.126 unità su tutto il territorio regionale. La provincia che risente maggiormente della riduzione è Foggia con un dato pari a -3.682 (-8,8%), seguita dalla provincia di Lecce con una riduzione di -1.040 unità (-5,4%) e, a seguire, Taranto -535, Bari -448, Brindisi -297 e Bat -124.

Su tutte le provincie si registrano cali che, sommati alle riduzioni dei due anni precedenti (2019 e 2018), evidenziano una preoccupante perdita di lavoratori agricoli pari -18.979 unità. Un calo imponente che l'economia del settore primario pugliese non può continuare a permettersi. La prossima programmazione comunitaria, a partire dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) dovrà indirizzare in modo oculato le risorse verso le filiere e le produzioni di eccellenza, quale può essere il Bio, generando nuova occupazione e di qualità, contrastando il sottosalario, lo sfruttamento lavorativo e il fenomeno del caporalato.

Se nel Salento incide in modo significativo il calo delle attività legate all'olivicoltura a causa della pestilenza da Xylella Fastidiosa, per la quale, ancora oggi, il Governo continua a ignorare l'urgente necessità considerare interventi specifici a sostegno dei redditi degli addetti, il calo preoccupa anche le altre province. La Pandemia sicuramente ha inciso e continuerà ad incidere riducendo attività e espellendo dal mercato del lavoro agricolo sempre più lavoratori.
Per questa ragione FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL, proprio a partire dal 31 marzo, presso il Senato della Repubblica, hanno avviato una mobilitazione per denunciare l'assenza di attenzione nel "Decreto Sostegni" per gli addetti del settore agricolo. Il prossimo 10 aprile, se le rivendicazioni non verranno accolte, i sindacati unitariamente continueranno la protesta con presidi presso le Prefetture di ogni provincia d'Italia per ribadire la necessità di tutele assistenziali e previdenziali riconoscendo per il 2020 le stesse giornate del 2019; il riconoscimento delle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella Fastidiosa e Cimice asiatica; il riconoscimento della "clausola sulla condizionalità sociale" da inserire nella prossima programmazione della Politica Agricola Comune (PAC); respingere il tentativo di semplificare più di quanto non lo sia l'uso dei voucher in agricoltura e, soprattutto, chiedere alle controparti di rinnovare velocemente i contratti provinciali per gli operai agricoli e florovivaisti i cui tavoli negoziali sono aperti da troppo tempo.
Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (QFP) dovrà, in modo consistente, privilegiare e indirizzare le ingenti risorse messe a disposizione dal Next generation EU senza dimenticare agricoltura rigenerativa, modernizzando filiere agroalimentari, politiche del territorio, aree rurali, forestazione e pesca.
  • flai cgil
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