
Politica
Azzeramento della giunta, Marmo rompe il silenzio: "E' un altro il segnale che serve"
La prima riflessione alla decisione inaspettata del Sindaco arriva dal consigliere azzurro
Andria - giovedì 28 giugno 2018
12.28
di Nino Marmo
La quiete di larga parte del ceto politico, a distanza di oltre una settimana dall'azzeramento della Giunta comunale, lascia perplessi. Così come certamente poco spiegabile appare una decisione, quella sindacale, presa davvero "a crudo", che non scaturisce da contese, discussioni, rivendicazioni, lotte intestine; in buona sostanza non è frutto di quello che i cittadini immaginano essere i consueti retroscena della vita politica.
Nasce da qui la necessità di chiarire, con la massima serenità, la dinamica di un evento che non ha visto alcuno partecipare, né tantomeno essere informato.
Questo secondo mandato amministrativo é apparso singolare sin dal suo insediamento: prima una Giunta, per così dire "Tecnica", poi la migrazione di alcuni consiglieri, infine una Giunta Politica che, più che un'espressione politica, era un team di persone per bene la cui moralità, quand'anche fossero stati colpevoli di rallentamenti degli atti e dei provvedimenti (responsabilità peraltro tutta da dimostrare), resta indiscutibile.
Gli effetti dell'attuale azzeramento appaiono oggi molteplici: comunicativi, politici, personali, comunitari.
Il primo scenario che ne deriva é: "La scolaresca è scarsa, tranne il capoclasse". La naturale conseguenza è che se ora si cambiassero tutti gli assessori, il giudizio negativo penderebbe appunto su tutta la squadra amministrativa uscente, se la giunta invece fosse rinnovata solo in parte, gli esclusi riceverebbero una bocciatura definitiva, mentre i confermati passerebbero verosimilmente per raccomandati o come funzionali a una cordata prevalente.
Non v'è dubbio che tale strappo provochi inevitabilmente una forte lacerazione dei legami di comunità, legami sui quali si basa l'essenza e l'esistenza stessa di un patto, innescando inesorabilmente i sentimenti, profondamente umani, di diffidenza, invidia, disinteresse, egoismo..
Le conseguenze politiche non sono allo stato dei fatti prevedibili, perché gli attriti rischiano di determinare esiti infausti. A questo punto del mandato amministrativo, infatti, sarebbe stato naturale fare un serio esame di quanto realizzato e di quanto ancora incompiuto, scandagliando con sincerità le difficoltà e gli ostacoli incontrati.
Certo le critiche sarebbero inevitabilmente piovute ma forse la maggioranza avrebbe avuto la possibilità di fare chiarezza e sarebbe potuta ripartire con maggiore slancio, recuperando consenso e fiducia. In fondo, solo chi non opera... non sbaglia mai!
Purtroppo, non è andata così e oggi quel sereno esame di coscienza diventa difficile da fare serenamente, perché ciascuno avrà da difendersi, attaccare e recriminare, proverà, insomma, a trovare giustificazioni.
Siamo consapevoli che giuridicamente il sindaco ha il potere di nominare e revocare gli assessori in virtù dell'elezione diretta ma, immediatamente prima c'è il patto politico che lo "lega" agli altri eletti con lui e che pure hanno un rapporto di fiducia con gli stessi cittadini. In conclusione, è doveroso rimarcare che in politica, vale il principio del "primus inter pares", primo sì, ma sempre tra pari, giammai il primo sopra e tutti gli altri sotto!
È presumibile che, non essendo stato informato alcuno di quanto stava accadendo, ugualmente si porrà la maggioranza di fronte a fatti compiuti. Dal punto di vista politico è indispensabile chiarire che sarebbe inaccettabile il prevedibile monito, cui si ricorre in questi casi e già ascoltato in passato, "o così oppure tutti a casa"! Sia però altrettanto chiaro: non si frapporrà nessun ostacolo a qualsiasi organigramma, affinché non si pensi che si voglia mercanteggiare un qualche incarico per chicchessia.
Un fatto è certo: molto alta sarà l'attenzione nel verificare quali possano essere i "Mandrake" in grado di far uscire l'amministrazione, sic et simpliciter, dall'attuale situazione di ri-stagno, che rinviene da lontano. Siamo sempre stati leali, mai sottomessi, continuando ad avere sempre a cuore il destino della città, della comunità e dell'alleanza, ma occorre fare chiarezza cominciando da una seria e approfondita analisi e verifica della situazione dei Conti Comunali, già sollecitata in passato.
Questa è la questione principale e urgente!
È interesse prioritario chiarire le questioni del Bilancio, per ragioni politiche generali e personali di tutti, intendiamoci, a cominciare dal primo cittadino.
A scanso di ogni equivoco e per rispetto alla parola data, nessuno ha intenzione di attuare sotterfugi per licenziare l'amministrazione, ma non si provi a gettare la spugna in segno di sfida, perché in questo momento ci vuole grande responsabilità a operare con trasparenza nell'interesse di tutti i cittadini.
Andria e il centrodestra non meritano questo trattamento!
La quiete di larga parte del ceto politico, a distanza di oltre una settimana dall'azzeramento della Giunta comunale, lascia perplessi. Così come certamente poco spiegabile appare una decisione, quella sindacale, presa davvero "a crudo", che non scaturisce da contese, discussioni, rivendicazioni, lotte intestine; in buona sostanza non è frutto di quello che i cittadini immaginano essere i consueti retroscena della vita politica.
Nasce da qui la necessità di chiarire, con la massima serenità, la dinamica di un evento che non ha visto alcuno partecipare, né tantomeno essere informato.
Questo secondo mandato amministrativo é apparso singolare sin dal suo insediamento: prima una Giunta, per così dire "Tecnica", poi la migrazione di alcuni consiglieri, infine una Giunta Politica che, più che un'espressione politica, era un team di persone per bene la cui moralità, quand'anche fossero stati colpevoli di rallentamenti degli atti e dei provvedimenti (responsabilità peraltro tutta da dimostrare), resta indiscutibile.
Gli effetti dell'attuale azzeramento appaiono oggi molteplici: comunicativi, politici, personali, comunitari.
Il primo scenario che ne deriva é: "La scolaresca è scarsa, tranne il capoclasse". La naturale conseguenza è che se ora si cambiassero tutti gli assessori, il giudizio negativo penderebbe appunto su tutta la squadra amministrativa uscente, se la giunta invece fosse rinnovata solo in parte, gli esclusi riceverebbero una bocciatura definitiva, mentre i confermati passerebbero verosimilmente per raccomandati o come funzionali a una cordata prevalente.
Non v'è dubbio che tale strappo provochi inevitabilmente una forte lacerazione dei legami di comunità, legami sui quali si basa l'essenza e l'esistenza stessa di un patto, innescando inesorabilmente i sentimenti, profondamente umani, di diffidenza, invidia, disinteresse, egoismo..
Le conseguenze politiche non sono allo stato dei fatti prevedibili, perché gli attriti rischiano di determinare esiti infausti. A questo punto del mandato amministrativo, infatti, sarebbe stato naturale fare un serio esame di quanto realizzato e di quanto ancora incompiuto, scandagliando con sincerità le difficoltà e gli ostacoli incontrati.
Certo le critiche sarebbero inevitabilmente piovute ma forse la maggioranza avrebbe avuto la possibilità di fare chiarezza e sarebbe potuta ripartire con maggiore slancio, recuperando consenso e fiducia. In fondo, solo chi non opera... non sbaglia mai!
Purtroppo, non è andata così e oggi quel sereno esame di coscienza diventa difficile da fare serenamente, perché ciascuno avrà da difendersi, attaccare e recriminare, proverà, insomma, a trovare giustificazioni.
Siamo consapevoli che giuridicamente il sindaco ha il potere di nominare e revocare gli assessori in virtù dell'elezione diretta ma, immediatamente prima c'è il patto politico che lo "lega" agli altri eletti con lui e che pure hanno un rapporto di fiducia con gli stessi cittadini. In conclusione, è doveroso rimarcare che in politica, vale il principio del "primus inter pares", primo sì, ma sempre tra pari, giammai il primo sopra e tutti gli altri sotto!
È presumibile che, non essendo stato informato alcuno di quanto stava accadendo, ugualmente si porrà la maggioranza di fronte a fatti compiuti. Dal punto di vista politico è indispensabile chiarire che sarebbe inaccettabile il prevedibile monito, cui si ricorre in questi casi e già ascoltato in passato, "o così oppure tutti a casa"! Sia però altrettanto chiaro: non si frapporrà nessun ostacolo a qualsiasi organigramma, affinché non si pensi che si voglia mercanteggiare un qualche incarico per chicchessia.
Un fatto è certo: molto alta sarà l'attenzione nel verificare quali possano essere i "Mandrake" in grado di far uscire l'amministrazione, sic et simpliciter, dall'attuale situazione di ri-stagno, che rinviene da lontano. Siamo sempre stati leali, mai sottomessi, continuando ad avere sempre a cuore il destino della città, della comunità e dell'alleanza, ma occorre fare chiarezza cominciando da una seria e approfondita analisi e verifica della situazione dei Conti Comunali, già sollecitata in passato.
Questa è la questione principale e urgente!
È interesse prioritario chiarire le questioni del Bilancio, per ragioni politiche generali e personali di tutti, intendiamoci, a cominciare dal primo cittadino.
A scanso di ogni equivoco e per rispetto alla parola data, nessuno ha intenzione di attuare sotterfugi per licenziare l'amministrazione, ma non si provi a gettare la spugna in segno di sfida, perché in questo momento ci vuole grande responsabilità a operare con trasparenza nell'interesse di tutti i cittadini.
Andria e il centrodestra non meritano questo trattamento!