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La patente del perfetto Filantropo (prima parte)

Da Lorenzo il Magnifico alle feste di quartiere


Voi non avete neppure idea di quanta letteratura, quanta saggistica sia stata prodotta sull'argomento, quanti fiumi di inchiostro e quanti studi, ma la Filantropia intesa come vero e proprio amore nei confronti dell'uomo, del proprio simile, del prossimo, con tutte le sue declinazioni sociali, etiche e religiose è cosa serissima.

Attualmente pare che gli Americani siano al primo posto nella classifica mondiale con la filantropia di impresa che gestisce innumerevoli fondazioni, alcune orientate politicamente, altre invece con una seria condotta etica, il tutto convertito in biblioteche, musei, ospedali o borse di studio. Esempi illustri U.S.A. ce ne sono, dal padrone delle acciaierie americane Andrew Carnegie, al milionario uomo d'affari Warren Buffet, all'imprenditore microsoft Bill Gates, il quale pretendeva, beato lui, di voler pagare più tasse di quello che lo stato richiedeva (venga in Italia mister Bill).

Anche in casa nostra gli esempi si sprecano, da Lorenzo il Magnifico, figura rinascimentale del mecenate per antonomasia, ai grandi imprenditori della politica nazionale, protettori e custodi di interi condomini adibiti al ricovero di inermi concubine (è beneficenza pure quella). Il principio di fondo è sempre lo stesso: ognuno decide liberamente come investire e destinare i propri soldi. Diverso invece è il discorso sui fondi raccolti per mezzo di donazioni ed elargizioni di privati cittadini, i quali spesso ingenuamente tendono a fidarsi del santone, della star, della Onlus di turno, delle maratone televisive, del vip famoso, di organizzatori paesani di improbabili alberi della cuccagna, i quali frequentemente si fanno scudo di patrocini cittadini e di associazioni religiose, e che, talvolta (non sempre) possono nascondere magagne e misfatti, Striscia la notizia docet.

La domanda sorge spontanea: chi decide allora le regole del gioco? Chi decide la modalità di raccolta? Chi rendiconta? Chi impone un codice etico della beneficenza? C'è qualcuno al di sopra di ogni sospetto che possa rilasciare la patente del perfetto Filantropo? Queste domande, forse, avranno una risposta nel prossimo numero, nel frattempo segnalo a tutti un aforisma esemplificativo del pensiero del Vostro Direttore: «I filantropi perdono ogni senso di umanità: è la loro caratteristica distintiva». (Oscar Wilde)

Diffidate, gente, diffidate!
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