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La ballata del Miche' (primo tempo)

Scarnificazione di un segretario

Quando hanno aperto la cella
era già tardi perché
con una corda sul collo
freddo pendeva Miche'...
(De André)

Per chi ancora non lo conoscesse, Michele, per gli amici Michel, come la divinità romana Giano Bifronte, è uno dei due attuali segretari, in quota Sel, della nostra città. Tra i segretari di partito che si sono avvicendati negli ultimi 150 anni di storia politica del nostro comune, sicuramente il più criticato, il più inviso, forse il più odiato da alcuni politici, giornalisti e trombettieri simpatizzanti della fazione opposta. Deriso, punzecchiato, dileggiato anche con offese personali per il suo modo di interpretare il suo ruolo, talvolta in maniera poco ortodossa, non risparmiato neppure dalle critiche ostili pervenute da quel poco che resta del fuoco amico.

Comunque la pensiate, non è uno spettacolo edificante questo continuo e personale tiro al piccione, principalmente da parte di tutti quelli che nel mondo reale non avrebbero alcuna voce in capitolo, gli autorevoli pensatori del vuoto pneumatico, ma si sa, nel variegato mondo di facebook si ha questa percezione alterata, sicuramente errata che il proprio parere personale sembri quasi valere quanto l'opinione autorevole del Presidente della Repubblica (ivi compreso l'inutile pensiero del Direttore).

Nessuno si offenda per la blasfemía profana del parallelo religioso, ma quando ho dovuto scegliere un martire della tradizione cristiana da paragonare alle travagliate imprese biografiche del segretario, ho avuto innumerevoli esempi che sono venuti in mio soccorso: dalle frecce di San Sebastiano alla graticola di San Lorenzo, dalla ruota dentata di Santa Caterina alla sega di San Simone. Alla fine l'illuminazione divina: San Bartolomeo, uno degli Apostoli, e tra le tante rappresentazioni iconografiche proprio quella del Giudizio universale della cappella Sistina, dove il santo, risorto, brandisce con una mano il coltello e con l'altra la sua pelle terrena, scuoiata nel suo terribile supplizio da carnefici ed aguzzini spietati.

Vi risparmio l'esegesi e la doppia chiave di lettura del geniale Michelangelo, anche perché su FB è obbligatorio solo dare spazio ai nostri più volgari e scadenti istinti animaleschi. D'altro canto, vi chiederete, ci sarà un motivo se il nostro martire locale abbia una così innata capacità di calamitare su di sé tanta collera e tanta irritazione? Ci sarà un motivo se qualcuno abbia paventato querele e ritorsioni penali, sentendosi diffamato da alcune sue prese di posizione pubbliche sul social?

Motivi ce ne sono, eccome se ce ne sono, ma saranno illustrati, se vorrete, forse, nel prossimo articolo.

To be continued...
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