
Attualità
Montepulciano (ambientalista): "Andria, città senza futuro"
Tanti i problemi che attanagliano la nostra comunità con notevoli ripercussioni sulla salute psicofisica
Andria - martedì 9 ottobre 2018
14.48
"Molte situazioni e condizioni della nostra città potrebbero (si possono considerare) essere considerate come causa di insorgenza di vari problemi di salute psicofisica, con conseguenze economiche negative. Cominciamo dalle strade.
E' una analisi impietosa quella che compie Nicola Montepulciano, storico ambientalista di Andria, conosciuto ed apprezzato per tante battaglie a favore della difesa dell'ambiente e della migliore qualità della vita.
"Andria ha moltissime strade troppo strette e, per giunta, con marciapiedi strettissimi, a volte inesistenti. (Non si parla del Centro Storico per il quale non si può e non si deve fare niente, se non intervenire con adeguati ed oculati restauri). E' il caso, per es. di via XX Settembre, di un tratto di via Cavallotti, un tratto di via Vespucci e di tutta una serie interminabile di strade. Via XX Settembre, come molte altre, per molti giorni l'anno è una camera a gas, si respira aria al benzene, soprattutto presso l'edificio scolastico "G. Oberdan" nel lungo periodo di frequenza scolastica. A ridosso dell'edificio il marciapiede quasi non esiste, così pure quello di fronte e bisogna procedere in fila indiana, nel frattempo le auto provvedono ad ossigenare bene i polmoni di grandi e piccoli, che sono quelli che più subiscono danni alla salute. La situazione non cambia in tutte le zone vicine dove ci sono altre scuole. E' chiaro che qui si tratta di costruzioni del passato e non si può fare niente se non gradualmente, obbligando a lasciare qualche metro di spazio in più per il marciapiede e la strada, quando si decide di abbattere vecchie costruzioni per farne di nuove. Per qualsiasi volumetria o cubatura che dir si voglia.
L'edificio "Oberdan" è un po' particolare: il marciapiede di via V.E. Orlando è 3 volte più grande di quello di via XX Settembre. Costruito così forse per rispettare la circolarità di piazza Trieste e Trento. Stretto quello di via Oberdan. Alla base dell'edificio, ancora, cresce una serie di piante avventizie ruderali, in prevalenza parietaria, che producono pollini altamente allergenici per gran parte dell'anno, che, combinandosi con gli scarichi delle auto penetrano più facilmente nella vie respiratorie e danno loro il benservito. Ci vuole tanto ad estirparle qui e in tutta la città'? Strade strette e senza ampi marciapiede dove non fai in tempo a mettere il piede fuori della porta di casa che, oltre ad essere sfiorati dalle auto, si è investiti da invisibili zaffate di aria malefica; poco ventilate per scarso spazio, gli scarichi delle auto ristagnano. Ci sono, poi, strade nuove costruite con criteri vecchissimi e strampalati. Come mai in via Mozart i lampioni sono collocati oltre il marciapiede, per strada? Qui ci siamo giocati la possibilità di avere un buon tratto di pista ciclabile e sono stati tolti molti posti al parcheggio auto. E come mai si costruiscono strade nuovissime sempre con microscopici marciapiedi ma, soprattutto, senza piste ciclabili? E' il caso delle nuove strade di San Valentino e di quella ultima che collega via Mozart con via Verdi. E siamo in via Verdi dove vi è una bella strada larga ma, manco a dirlo, con ridottissimo marciapiede che, per giunta, in certe tratti è alto, in altri è basso, e tante scuole vicine. Sembra che le case, talune molto brutte, abbiano rosicchiato spazio al marciapiede. Tutte, tranne una. E' quella bellissima costruzione che si trova ad angolo fra via Puccini e via Toscanini. Non solo bella, ma anche con ampio portico ad angolo e con due ampi parcheggi uno in via Toscanini e l'altro in via G. Carissimi. Costruita in modo intelligente e all'altezza dei tempi, questa è l'unica costruzione che ti concilia con la parte nuova della città.
Tolto questo angolo di bellezza si fa presto a ritornare alla bruttezza. Via Catullo. Qui la situazione è ridicola. Il tratto iniziale presenta da un lato un marciapiede molto ampio, ma dall'altro, superata la piazzetta, il marciapiede non esiste proprio. Ad un certo punto la strada si restringe e il marciapiede pure, per poi allargarsi di pochissimo e ancora restringersi manco fosse una fisarmonica. Questa è una strada non vecchia dove gli amministratori di turno, con un po' di intelligenza e serietà, avrebbero potuto gettare le basi per avere gradualmente, nel tempo, una strada larga a normale doppio senso di marcia, con parcheggio bilaterale, pista ciclabile e adeguato marciapiede per soddisfare la possibilità della mobilità dolce (quella a piedi e in bicicletta) che non produce, in assoluto, inquinamento, con zero danni per la popolazione. Come si è potuta realizzare via Esiodo, strettissima, con, da un lato, un marciapiede strettissimo, in una zona nuova periferica con notevole traffico veicolare? Purtroppo, per il futuro della zona non c'è molto da aspettarsi se prendiamo in considerazione via Quinto Ennio, dove è già bello e pronto un marciapiede ridottissimo e la strada stretta. Si avrà un quartiere vecchio in una zona nuova, che, nella migliore delle ipotesi, sarà un quartiere dormitorio. Rubare spazio a strade e marciapiedi è un fatto vecchio e di tutte le istituzioni civili e religiose.
Negli anni '60 si concesse una stranissima licenza edilizia in via Belvedere nel Centro Storico. Vi era un gran marciapiede largo 2m e lungo 30 e forse più, di proprietà del Comune. Grazie a questa concessione il marciapiede fu ridotto ad 1 metro. E questo in pieno Centro Storico dove, come è facile immaginare, non è che ci sia una buona ventilazione. Appena si può, si concedono ancora licenze edilizie stile anni '60 per quel che riguarda la viabilità, senza nessuna idea per il futuro. Poveri nipoti nostri! Qualcuno sostiene che con una certa tecnologia Andria può diventare "smart city", città intelligente. Perché non si sono realizzate e non si realizzano per bene le strutture e infrastrutture più semplici con serietà e intelligenza, che possano aprire, seppur gradualmente, la città al futuro, a costo praticamente zero, senza dare fregature di ogni tipo alla comunità? Alcune città vicine ci stanno surclassando per modernità e bellezza. Andria è una città senza futuro a causa di amministratori politici e tecnici del passato e del presente. I giovani più intelligenti e preparati l'hanno capito e se ne vanno. Fanno bene", conclude la sua analisi l'ambientalista Nicola Montepulciano.
E' una analisi impietosa quella che compie Nicola Montepulciano, storico ambientalista di Andria, conosciuto ed apprezzato per tante battaglie a favore della difesa dell'ambiente e della migliore qualità della vita.
"Andria ha moltissime strade troppo strette e, per giunta, con marciapiedi strettissimi, a volte inesistenti. (Non si parla del Centro Storico per il quale non si può e non si deve fare niente, se non intervenire con adeguati ed oculati restauri). E' il caso, per es. di via XX Settembre, di un tratto di via Cavallotti, un tratto di via Vespucci e di tutta una serie interminabile di strade. Via XX Settembre, come molte altre, per molti giorni l'anno è una camera a gas, si respira aria al benzene, soprattutto presso l'edificio scolastico "G. Oberdan" nel lungo periodo di frequenza scolastica. A ridosso dell'edificio il marciapiede quasi non esiste, così pure quello di fronte e bisogna procedere in fila indiana, nel frattempo le auto provvedono ad ossigenare bene i polmoni di grandi e piccoli, che sono quelli che più subiscono danni alla salute. La situazione non cambia in tutte le zone vicine dove ci sono altre scuole. E' chiaro che qui si tratta di costruzioni del passato e non si può fare niente se non gradualmente, obbligando a lasciare qualche metro di spazio in più per il marciapiede e la strada, quando si decide di abbattere vecchie costruzioni per farne di nuove. Per qualsiasi volumetria o cubatura che dir si voglia.
L'edificio "Oberdan" è un po' particolare: il marciapiede di via V.E. Orlando è 3 volte più grande di quello di via XX Settembre. Costruito così forse per rispettare la circolarità di piazza Trieste e Trento. Stretto quello di via Oberdan. Alla base dell'edificio, ancora, cresce una serie di piante avventizie ruderali, in prevalenza parietaria, che producono pollini altamente allergenici per gran parte dell'anno, che, combinandosi con gli scarichi delle auto penetrano più facilmente nella vie respiratorie e danno loro il benservito. Ci vuole tanto ad estirparle qui e in tutta la città'? Strade strette e senza ampi marciapiede dove non fai in tempo a mettere il piede fuori della porta di casa che, oltre ad essere sfiorati dalle auto, si è investiti da invisibili zaffate di aria malefica; poco ventilate per scarso spazio, gli scarichi delle auto ristagnano. Ci sono, poi, strade nuove costruite con criteri vecchissimi e strampalati. Come mai in via Mozart i lampioni sono collocati oltre il marciapiede, per strada? Qui ci siamo giocati la possibilità di avere un buon tratto di pista ciclabile e sono stati tolti molti posti al parcheggio auto. E come mai si costruiscono strade nuovissime sempre con microscopici marciapiedi ma, soprattutto, senza piste ciclabili? E' il caso delle nuove strade di San Valentino e di quella ultima che collega via Mozart con via Verdi. E siamo in via Verdi dove vi è una bella strada larga ma, manco a dirlo, con ridottissimo marciapiede che, per giunta, in certe tratti è alto, in altri è basso, e tante scuole vicine. Sembra che le case, talune molto brutte, abbiano rosicchiato spazio al marciapiede. Tutte, tranne una. E' quella bellissima costruzione che si trova ad angolo fra via Puccini e via Toscanini. Non solo bella, ma anche con ampio portico ad angolo e con due ampi parcheggi uno in via Toscanini e l'altro in via G. Carissimi. Costruita in modo intelligente e all'altezza dei tempi, questa è l'unica costruzione che ti concilia con la parte nuova della città.
Tolto questo angolo di bellezza si fa presto a ritornare alla bruttezza. Via Catullo. Qui la situazione è ridicola. Il tratto iniziale presenta da un lato un marciapiede molto ampio, ma dall'altro, superata la piazzetta, il marciapiede non esiste proprio. Ad un certo punto la strada si restringe e il marciapiede pure, per poi allargarsi di pochissimo e ancora restringersi manco fosse una fisarmonica. Questa è una strada non vecchia dove gli amministratori di turno, con un po' di intelligenza e serietà, avrebbero potuto gettare le basi per avere gradualmente, nel tempo, una strada larga a normale doppio senso di marcia, con parcheggio bilaterale, pista ciclabile e adeguato marciapiede per soddisfare la possibilità della mobilità dolce (quella a piedi e in bicicletta) che non produce, in assoluto, inquinamento, con zero danni per la popolazione. Come si è potuta realizzare via Esiodo, strettissima, con, da un lato, un marciapiede strettissimo, in una zona nuova periferica con notevole traffico veicolare? Purtroppo, per il futuro della zona non c'è molto da aspettarsi se prendiamo in considerazione via Quinto Ennio, dove è già bello e pronto un marciapiede ridottissimo e la strada stretta. Si avrà un quartiere vecchio in una zona nuova, che, nella migliore delle ipotesi, sarà un quartiere dormitorio. Rubare spazio a strade e marciapiedi è un fatto vecchio e di tutte le istituzioni civili e religiose.
Negli anni '60 si concesse una stranissima licenza edilizia in via Belvedere nel Centro Storico. Vi era un gran marciapiede largo 2m e lungo 30 e forse più, di proprietà del Comune. Grazie a questa concessione il marciapiede fu ridotto ad 1 metro. E questo in pieno Centro Storico dove, come è facile immaginare, non è che ci sia una buona ventilazione. Appena si può, si concedono ancora licenze edilizie stile anni '60 per quel che riguarda la viabilità, senza nessuna idea per il futuro. Poveri nipoti nostri! Qualcuno sostiene che con una certa tecnologia Andria può diventare "smart city", città intelligente. Perché non si sono realizzate e non si realizzano per bene le strutture e infrastrutture più semplici con serietà e intelligenza, che possano aprire, seppur gradualmente, la città al futuro, a costo praticamente zero, senza dare fregature di ogni tipo alla comunità? Alcune città vicine ci stanno surclassando per modernità e bellezza. Andria è una città senza futuro a causa di amministratori politici e tecnici del passato e del presente. I giovani più intelligenti e preparati l'hanno capito e se ne vanno. Fanno bene", conclude la sua analisi l'ambientalista Nicola Montepulciano.