
Cronaca
Confiscata villa con beni da 1 mln di euro a bracciante andriese
L'uomo era agli arresti domiciliari per traffico di droga, detenzione di armi e metodo mafioso
Andria - martedì 26 settembre 2017
9.12
Ieri mattina i Carabinieri di Andria hanno eseguito un decreto di Confisca di 1° grado, emesso dal Tribunale di Trani nei confronti di un 42enne del luogo, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, pluripregiudicato con precedenti penali di detenzione illegale di armi e munizioni, contrabbando e furto aggravato.
Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio dopo che il 18 marzo 2015 l'andriese, in seguito ad un'attività d'indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, venne tratto in arresto, unitamente ad altre 17 persone, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo mafioso.
Nel corso della predetta attività investigativa i Carabinieri eseguirono un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sgominando una pericolosa organizzazione criminale di narcotrafficanti, di cui l'uomo faceva parte, attiva nel nord barese e capeggiata da un 32enne andriese, attualmente sottoposto al regime detentivo speciale. Quella disarticolata nel 2015 risultò essere un'organizzazione capace di gestire autonomamente il mercato della droga, principalmente nei comuni di Andria e Bisceglie, forte anche del possesso di un arsenale di armi da guerra, compreso un kalashnikov.
Il 42enne andriese fu scarcerato dopo 15 giorni dal riesame per mancanza di esigenze cautelari per poi essere condannato dal Tribunale di Bari, a seguito del rito abbreviato, esclusa l'aggravante del metodo mafioso, ad anni quattro e mesi otto di reclusione ed euro 20 mila di multa, in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Attualmente lo stesso è detenuto agli arresti domiciliari unitamente ad altre cinque persone, in relazione ai reati di rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi, di cettazione di due autovetture ed altro, per fatti accertati in Andria nel mese di gennaio 2015.
Gli accertamenti patrimoniali avviati nei confronti dell'uomo hanno evidenziato come l'andriese abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alla proprie reali possibilità economico – finanziarie e capacità reddituali, che sulla carta si assestavano al limite della soglia di sopravvivenza.
Proprio da questa preliminare analisi, maturò il convincimento degli inquirenti, suffragato dall'esito delle suddette verifiche, che si trattasse un patrimonio illecitamente accumulato con proventi di attività delittuose. Il provvedimento eseguito nella giornata di ieri riguarda una villa di lusso – completa di piscina, arredi, impianti tecnologici, videosorveglianza e suppellettili di pregio -, con annesso appezzamento di terreno nonché due auto/motoveicoli, un conto corrente ed un libretto di deposito bancario. L'intero patrimonio, del valore di circa 1 milione di euro, è stato sottoposto a confisca e affidato al custode giudiziario nominato dal Tribunale di Trani, non essendo prevista la facoltà d'uso sia per i familiari che per il proposto.
Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio dopo che il 18 marzo 2015 l'andriese, in seguito ad un'attività d'indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, venne tratto in arresto, unitamente ad altre 17 persone, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo mafioso.
Nel corso della predetta attività investigativa i Carabinieri eseguirono un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sgominando una pericolosa organizzazione criminale di narcotrafficanti, di cui l'uomo faceva parte, attiva nel nord barese e capeggiata da un 32enne andriese, attualmente sottoposto al regime detentivo speciale. Quella disarticolata nel 2015 risultò essere un'organizzazione capace di gestire autonomamente il mercato della droga, principalmente nei comuni di Andria e Bisceglie, forte anche del possesso di un arsenale di armi da guerra, compreso un kalashnikov.
Il 42enne andriese fu scarcerato dopo 15 giorni dal riesame per mancanza di esigenze cautelari per poi essere condannato dal Tribunale di Bari, a seguito del rito abbreviato, esclusa l'aggravante del metodo mafioso, ad anni quattro e mesi otto di reclusione ed euro 20 mila di multa, in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Attualmente lo stesso è detenuto agli arresti domiciliari unitamente ad altre cinque persone, in relazione ai reati di rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi, di cettazione di due autovetture ed altro, per fatti accertati in Andria nel mese di gennaio 2015.
Gli accertamenti patrimoniali avviati nei confronti dell'uomo hanno evidenziato come l'andriese abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alla proprie reali possibilità economico – finanziarie e capacità reddituali, che sulla carta si assestavano al limite della soglia di sopravvivenza.
Proprio da questa preliminare analisi, maturò il convincimento degli inquirenti, suffragato dall'esito delle suddette verifiche, che si trattasse un patrimonio illecitamente accumulato con proventi di attività delittuose. Il provvedimento eseguito nella giornata di ieri riguarda una villa di lusso – completa di piscina, arredi, impianti tecnologici, videosorveglianza e suppellettili di pregio -, con annesso appezzamento di terreno nonché due auto/motoveicoli, un conto corrente ed un libretto di deposito bancario. L'intero patrimonio, del valore di circa 1 milione di euro, è stato sottoposto a confisca e affidato al custode giudiziario nominato dal Tribunale di Trani, non essendo prevista la facoltà d'uso sia per i familiari che per il proposto.