
Attualità
La scelta elettorale
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - mercoledì 22 maggio 2019
05.30
A pochi giorni dalle elezioni europee, vado constatando che l'Europa è sulla bocca di molti, anche di chi ha già deciso di non votare per immotivata pigrizia o ritenendo l'unità un sogno irrealizzabile.
«Sulla bocca di molti» ma…, ahimè, ancora nel cuore di pochi e che, per giunta, spesso contagiati anch'essi da sfiducia e timori di perdere la loro identità, finiscono col non vederne futuro, così abdicando a uno strumento prezioso di partecipazione.
Da questa semplice constatazione, è nato in me il desiderio e la responsabilità, anche se all'ultimo momento, di incoraggiare al voto, attuando un discernimento personale e comunitario, esaminando i progetti, valutando e comparando i programmi.
Cerchiamo di analizzare le liste alla ricerca di candidati affidabili e dalle storie personali trasparenti. Cerchiamo un candidato vicino alle nostre aspettative e di cui abbiamo fiducia; parliamogli se ne abbiamo la possibilità, sentiamo quello che ha da dire. Fidiamoci magari anche del parere di persone che stimiamo, ma cercando sempre le motivazioni per una scelta consapevole. Non pretendiamo che il partito o il candidato che votiamo corrispondano al 100% alle nostre aspettative, ma cerchiamo quello che ci rappresenta almeno in parte. A volte si può decidere di votare "per il male minore" contribuendo, da cittadini attivi, a contrastare quello che si ritiene il "male maggiore".
E se, nonostante tutto, non riusciamo a trovare alcuno per cui votare, che la nostra astensione, scheda bianca o nulla, sia frutto comunque di una scelta politica ponderata e mai definitiva. Bisognerebbe però avere fatto veramente tutti lo sforzo possibile per approfondire le nostre conoscenze sui programmi dei candidati di tutte le liste per arrivare a questa conclusione. Senza dimenticare che possiamo manifestare il nostro disagio scrivendo sui blog, sui siti e inviando e-mail ai giornali affinché il nostro non votare sia suffragato da motivazioni e sia comunque un contributo e non un disimpegno.
Sono consapevole che per attuare tutto questo "è necessario vivere con una nota eroica" - come diceva l'evangelico Albert Schweitzer -, ma è proprio questa nota che ci farà superare ogni forma di sfiducia e di ripiegamento su di sé e aprirci alle novità della storia.
«Sulla bocca di molti» ma…, ahimè, ancora nel cuore di pochi e che, per giunta, spesso contagiati anch'essi da sfiducia e timori di perdere la loro identità, finiscono col non vederne futuro, così abdicando a uno strumento prezioso di partecipazione.
Da questa semplice constatazione, è nato in me il desiderio e la responsabilità, anche se all'ultimo momento, di incoraggiare al voto, attuando un discernimento personale e comunitario, esaminando i progetti, valutando e comparando i programmi.
Cerchiamo di analizzare le liste alla ricerca di candidati affidabili e dalle storie personali trasparenti. Cerchiamo un candidato vicino alle nostre aspettative e di cui abbiamo fiducia; parliamogli se ne abbiamo la possibilità, sentiamo quello che ha da dire. Fidiamoci magari anche del parere di persone che stimiamo, ma cercando sempre le motivazioni per una scelta consapevole. Non pretendiamo che il partito o il candidato che votiamo corrispondano al 100% alle nostre aspettative, ma cerchiamo quello che ci rappresenta almeno in parte. A volte si può decidere di votare "per il male minore" contribuendo, da cittadini attivi, a contrastare quello che si ritiene il "male maggiore".
E se, nonostante tutto, non riusciamo a trovare alcuno per cui votare, che la nostra astensione, scheda bianca o nulla, sia frutto comunque di una scelta politica ponderata e mai definitiva. Bisognerebbe però avere fatto veramente tutti lo sforzo possibile per approfondire le nostre conoscenze sui programmi dei candidati di tutte le liste per arrivare a questa conclusione. Senza dimenticare che possiamo manifestare il nostro disagio scrivendo sui blog, sui siti e inviando e-mail ai giornali affinché il nostro non votare sia suffragato da motivazioni e sia comunque un contributo e non un disimpegno.
Sono consapevole che per attuare tutto questo "è necessario vivere con una nota eroica" - come diceva l'evangelico Albert Schweitzer -, ma è proprio questa nota che ci farà superare ogni forma di sfiducia e di ripiegamento su di sé e aprirci alle novità della storia.