
Politica
Fratelli d'Italia: "Applicazione inadeguata del regolamento sulla regolarità tributaria delle imprese"
Il commissario cittadino: "La lotta all'evasione non può tramutarsi in un calvario incerto per imprese e consulenti"
Andria - mercoledì 3 novembre 2021
9.23
Negli ultimi tempi si è manifestata con grande evidenza la inadeguatezza del Regolamento riguardante la Regolarità tributaria delle imprese. Il documento, emanato dal Commissario Prefettizio Tufariello, sta rallentando fortemente ed in alcuni casi immobilizzando una importante fase di propulsione dell'economia locale, innescata dai tanti bonus in ambito edilizio. Le conseguenze, peraltro, colpiscono sia le imprese (impossibilitate ad avviare le opere) sia i comuni cittadini (che potrebbero non riuscire a sfruttare in tempo i bonus).
Rallenta, perché molto spesso gli uffici preposti e al rilascio (SUAP e SUE), gli uffici preposti alla verifica della regolarità (Ufficio Tributi) e soggetto richiedente (Imprese) dialogano tra loro in maniera farraginosa, incompleta e lenta. Attualmente il percorso comincia con una richiesta di autorizzazione/SCIA, cui seguono nell'ordine una richiesta di verifica di regolarità, una comunicazione di irregolarità (all'Ufficio richiedente), una comunicazione all'impresa di sospensione del procedimento per irregolarità, una richiesta da parte dell'impresa per conoscere l'entità e la tipologia dell'irregolarità, l'eventuale richiesta di chiarimenti, la regolarizzazione, la trasmissione delle ricevute di pagamento (perché i sistemi finanziari si allineano in tempi lunghi), la comunicazione di avvenuta regolarizzazione, il rilascio del provvedimento autorizzativo. Dieci passaggi diversi, se non ne dimentichiamo qualcuno.
Immobilizza, perché nel momento in cui viene evidenziata l'irregolarità, spesso la situazione non è di semplice comprensione o gestione (vi sono anomalie da chiarire, rettifiche da effettuare, posizioni da aggiornare). In tempi di Covid, questo iter diventa spesso un calvario senza fine (uffici impossibilitati a ricevere, linee telefoniche intasate, smart working, etc.). Nella prassi quotidiana abbiamo riscontrato grandissima disponibilità e competenza da parte del personale dell'Ufficio Tributi, il cui operare tuttavia è vincolato/limitato dalle disposizioni del regolamento. Lo stesso dicasi per il personale del Sue, dell'Ufficio Traffico - Viabilità e del SUAP, che spesso, nell'attesa dello step successivo, ci sembrano degli atleti fermi ai blocchi di partenza pronti a scattare per evadere la parte di propria competenza (per poi fermarsi nuovamente per via delle beghe regolamentari). E' necessario garantire tempi rapidi e certi. Andrebbe rivisto il sistema di verifica e comunicazione delle irregolarità.
A nostro avviso basterebbe coordinare meglio tra loro le risorse umane dei singoli uffici, individuando figure con possibilità di intervento immediato e flussi di comunicazione rapidi, notificando in tempo reale alle imprese le proprie irregolarità attraverso una semplice pec con bollettino e riepilogo allegati (mentre oggi viene inviata una semplice nota che si limita a ravvisare l'irregolarità, senza specificare il cosa e il quanto determini l'irregolarità). Altra pecca del Regolamento è l'entità dei soggetti coinvolti nella verifica, includendo un numero di soggetti ulteriori rispetto al richiedente (soci, amministratori, procuratori, etc.) peraltro estendendo la verifica ai tributi personali (mentre per le imprese individuali contano solo i tributi d'impresa – chissà perché questa disparità???). In tal modo, specie nel caso di società, si snatura la scissione giuridicamente esistente tra Società e persone fisiche. La stessa norma di riferimento, il DL 34/2019, dispone che gli enti locali possono verificare la regolarità del pagamento dei tributi locali da parte dei soggetti richiedenti (e non di tutti gli attori in esso coinvolti).
Sappiamo che sul tema c'è attenzione da parte dell'Assessore alle attività Produttive, ma è necessario conformare il Regolamento alla normativa e al buon senso. Ulteriore anomalia è la soglia del debito da cui scaturisce l'irregolarità. Attualmente si è considerati irregolari per debiti superiori a 1.000 euro. Come si potrà ben comprendere, tale valore assoluto può essere inadeguato a determinare l'irregolarità. Tale soglia può rivelarsi elevata per imprese che versano tributi per poche centinaia di euro l'anno, mentre può manifestarsi inadeguata per imprese che versano tributi per decine di migliaia di euro l'anno (specie quando le irregolarità non sono determinate dalla volontà di evadere, ma da incertezza normativa o da errori di calcolo). Il parametro andrebbe reso percentuale (ad esempio il 10% dei tributi complessivamente dovuti per l'anno precedente), in modo da renderlo equo.
L'ultima criticità riguarda questo preciso momento storico. In un momento in cui l'economia fibrilla facilmente e provoca repentini scossoni nei mercati locali, sarebbe opportuno inserire uno strumento di tutela per le imprese. "L'autorizzazione provvisoria" (a pena di revoca/decadenza qualora la situazione non fosse regolarizzata entro 60 giorni dal rilascio) consentirebbe alle imprese di non bloccare l'attività e allo stesso tempo, con un percorso di compliance, regolarizzare la propria posizione nei confronti dell'ente. Se davvero c'è attenzione alle problematiche del tessuto produttivo locale, chiediamo all'assessore ai Tributi e all'amministrazione maggiore attenzione alle problematiche delle imprese andriesi e una tempestiva revisione del Regolamento, in modo da velocizzare e snellire l'iter del processo "verificaregolarizzazione", dotare gli uffici di specifiche risorse umane e strumenti di supporto a tale incombenza, rivedere le soglie dell'irregolarità, integrare il Regolamento con lo strumento della "autorizzazione provvisoria". La lotta all'evasione, di cui siamo convinti sostenitori, non puo' tramutarsi in un calvario incerto e senza fine per imprese e consulenti
Rallenta, perché molto spesso gli uffici preposti e al rilascio (SUAP e SUE), gli uffici preposti alla verifica della regolarità (Ufficio Tributi) e soggetto richiedente (Imprese) dialogano tra loro in maniera farraginosa, incompleta e lenta. Attualmente il percorso comincia con una richiesta di autorizzazione/SCIA, cui seguono nell'ordine una richiesta di verifica di regolarità, una comunicazione di irregolarità (all'Ufficio richiedente), una comunicazione all'impresa di sospensione del procedimento per irregolarità, una richiesta da parte dell'impresa per conoscere l'entità e la tipologia dell'irregolarità, l'eventuale richiesta di chiarimenti, la regolarizzazione, la trasmissione delle ricevute di pagamento (perché i sistemi finanziari si allineano in tempi lunghi), la comunicazione di avvenuta regolarizzazione, il rilascio del provvedimento autorizzativo. Dieci passaggi diversi, se non ne dimentichiamo qualcuno.
Immobilizza, perché nel momento in cui viene evidenziata l'irregolarità, spesso la situazione non è di semplice comprensione o gestione (vi sono anomalie da chiarire, rettifiche da effettuare, posizioni da aggiornare). In tempi di Covid, questo iter diventa spesso un calvario senza fine (uffici impossibilitati a ricevere, linee telefoniche intasate, smart working, etc.). Nella prassi quotidiana abbiamo riscontrato grandissima disponibilità e competenza da parte del personale dell'Ufficio Tributi, il cui operare tuttavia è vincolato/limitato dalle disposizioni del regolamento. Lo stesso dicasi per il personale del Sue, dell'Ufficio Traffico - Viabilità e del SUAP, che spesso, nell'attesa dello step successivo, ci sembrano degli atleti fermi ai blocchi di partenza pronti a scattare per evadere la parte di propria competenza (per poi fermarsi nuovamente per via delle beghe regolamentari). E' necessario garantire tempi rapidi e certi. Andrebbe rivisto il sistema di verifica e comunicazione delle irregolarità.
A nostro avviso basterebbe coordinare meglio tra loro le risorse umane dei singoli uffici, individuando figure con possibilità di intervento immediato e flussi di comunicazione rapidi, notificando in tempo reale alle imprese le proprie irregolarità attraverso una semplice pec con bollettino e riepilogo allegati (mentre oggi viene inviata una semplice nota che si limita a ravvisare l'irregolarità, senza specificare il cosa e il quanto determini l'irregolarità). Altra pecca del Regolamento è l'entità dei soggetti coinvolti nella verifica, includendo un numero di soggetti ulteriori rispetto al richiedente (soci, amministratori, procuratori, etc.) peraltro estendendo la verifica ai tributi personali (mentre per le imprese individuali contano solo i tributi d'impresa – chissà perché questa disparità???). In tal modo, specie nel caso di società, si snatura la scissione giuridicamente esistente tra Società e persone fisiche. La stessa norma di riferimento, il DL 34/2019, dispone che gli enti locali possono verificare la regolarità del pagamento dei tributi locali da parte dei soggetti richiedenti (e non di tutti gli attori in esso coinvolti).
Sappiamo che sul tema c'è attenzione da parte dell'Assessore alle attività Produttive, ma è necessario conformare il Regolamento alla normativa e al buon senso. Ulteriore anomalia è la soglia del debito da cui scaturisce l'irregolarità. Attualmente si è considerati irregolari per debiti superiori a 1.000 euro. Come si potrà ben comprendere, tale valore assoluto può essere inadeguato a determinare l'irregolarità. Tale soglia può rivelarsi elevata per imprese che versano tributi per poche centinaia di euro l'anno, mentre può manifestarsi inadeguata per imprese che versano tributi per decine di migliaia di euro l'anno (specie quando le irregolarità non sono determinate dalla volontà di evadere, ma da incertezza normativa o da errori di calcolo). Il parametro andrebbe reso percentuale (ad esempio il 10% dei tributi complessivamente dovuti per l'anno precedente), in modo da renderlo equo.
L'ultima criticità riguarda questo preciso momento storico. In un momento in cui l'economia fibrilla facilmente e provoca repentini scossoni nei mercati locali, sarebbe opportuno inserire uno strumento di tutela per le imprese. "L'autorizzazione provvisoria" (a pena di revoca/decadenza qualora la situazione non fosse regolarizzata entro 60 giorni dal rilascio) consentirebbe alle imprese di non bloccare l'attività e allo stesso tempo, con un percorso di compliance, regolarizzare la propria posizione nei confronti dell'ente. Se davvero c'è attenzione alle problematiche del tessuto produttivo locale, chiediamo all'assessore ai Tributi e all'amministrazione maggiore attenzione alle problematiche delle imprese andriesi e una tempestiva revisione del Regolamento, in modo da velocizzare e snellire l'iter del processo "verificaregolarizzazione", dotare gli uffici di specifiche risorse umane e strumenti di supporto a tale incombenza, rivedere le soglie dell'irregolarità, integrare il Regolamento con lo strumento della "autorizzazione provvisoria". La lotta all'evasione, di cui siamo convinti sostenitori, non puo' tramutarsi in un calvario incerto e senza fine per imprese e consulenti