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Vita di città

Fratelli d’Italia Andria conclude gli incontri con gli imprenditori: «Dallo Stato urge un piano per le riaperture»

«Necessarie anche rapidità ed equità nell’erogazione dei sostegni»

«La parola d'ordine è una sola: riaprire! Le Associazioni di categoria - scrivono i coordinatori di Fratelli d'Italia Andria, Antonio Mastrodonato e Giuseppe Pistillo - non hanno dubbi e hanno ribadito con fermezza la loro posizione nel corso del secondo appuntamento promosso dal Tavolo tecnico "Bilancio e Attività produttive" della sezione andriese di Fratelli d'Italia. Il punto di partenza è quello già denunciato: da un lato l'insufficienza dei sostegni economici statali, serviti a malapena a pagare contributi previdenziali, affitti e bollette di acqua, luce e gas; dall'altro il massimo impegno a garantire la sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori. All'incontro sono intervenuti esponenti dell'Associazione parrucchieri estetisti andriesi (Apea), di Batcommercio, Casambulanti, Confesercenti, Federbus Puglia e imprenditori dei settori Fitness, Centri scommesse e Turismo. Come nel primo incontro, sono emerse diverse proposte».

Francesco Vurchio (titolare di palestra) ha sollecitato l'inasprimento delle modalità di protesta rispetto agli slogan degli ultimi giorni, in apparenza più "indulgenti" rispetto alla linea del Governo. «Servono segnali e manifestazioni più incisive – ha detto – e soprattutto serve la riapertura delle strutture, permettendo magari anche allenamenti cosiddetti "uno ad uno" nelle strutture più piccole».

Angelo Fiore (presidente Federbus Puglia) auspica che la Regione Puglia possa venire incontro ai proprietari del trasporto privato per quanto riguarda la Tassa di circolazione dei propri mezzi. «E' vero che il "codice Ateco" non è stato mai bloccato – ha osservato – ma avendo bloccato il turismo, i costi fissi incidono pesantemente sui bilanci, specialmente per quelle aziende che stanno pagando le rate di mezzi del valore di centinaia di migliaia di euro. A livello nazionale si potrebbe anche pensare alla restituzione delle accise sul trasporto passeggeri».

Tommy Leonetti (presidente Confesercenti) ha puntato il dito contro il Decreto Ristori del Governo Draghi: «Molto probabilmente, visto che molte aziende non riapriranno, è stato fatto un calcolo ad hoc per favorire aziende con fatturati importanti. E' necessaria – ha proseguito il presidente di Confesercenti Andria – una più efficiente regolamentazione delle vendite online: l'e-commerce è un comparto monopolizzato dalle multinazionali e le realtà imprenditoriali minori rischiano di restare soffocate da questo strapotere». Leonetti, infine, ha ribadito la richiesta di un "anno bianco fiscale", indispensabile per una ripartenza senza maggiori affanni.

L'imprenditore della ristorazione Felice Fuzio (Confesercenti) ha puntualizzato: «Noi, come tanti altri, ci siamo organizzati con l'asporto, ma a lungo andare ci stiamo rendendo conto che questo servizio deve andare in affiancamento alla nostra mission, che rimane il servizio al banco e al tavolo. Noi ci stiamo rimettendo sul piano economico, con una riduzione anche del 70% del fatturato, i clienti stanno perdendo il piacere della socialità».

Vincenzo Zingaro (Confesercenti), barista storico della città di Andria, chiede innanzitutto una maggior puntualità nell'erogazione della Cassa integrazione e il ripristino almeno dei servizi all'esterno per gli esercizi che ne hanno la possibilità; in ultima analisi, le entrate scaglionate (1 o 2 alla volta). «Sarebbe importante – ha concluso – che lo Stato iniziasse a rivedere il carico fiscale per gli anni a venire».

Patrizia Paparusso (Apea), ha voluto precisare il senso della recente manifestazione della categoria in piazza Vittorio Emanuele. «Siamo chiusi per evitare la proliferazione e la diffusione dei contagi e vedere tanta gente in giro nei giorni delle feste di Pasqua rischia di vanificare i sacrifici di tutte le categorie».

Francesco Palumbo (presidente Apea) ha sottolineato: «Molti colleghi resteranno fuori dal Decreto Ristori del Governo Draghi, anche per una quota minima di scostamento dalla perdita del 30% di fatturato: i parametri vanno rivisti. Da rivedere anche i versamenti dei contributi previdenziali dei dipendenti: di questo passo, quando scadrà il blocco dei licenziamenti, molti rischiano di rimanere a spasso».

Nicola Caiella (Confesercenti) e Arcangelo Guglielmi (Batcommercio), in rappresentanza dei venditori ambulanti, hanno insistito sulla necessità di un "anno bianco fiscale" e poi hanno incalzato. «E' vergonoso che alcuni Sindaci si permettano ancora oggi, laddove il DL lo permetterebbe, di opporsi alla apertura dei mercati: così si innesca una guerra tra poveri, quando invece sarebbe opportuno remare tutti nella stessa direzione».

Savino Montaruli (CasAmbulanti), ha precisato che circa il 70% dei venditori ambulanti non rientrerà nell'ultimo "Decreto Ristori" e questo sarà causa di un grosso problema anche di natura sociale nel breve termine. «Invito vivamente le istituzioni a far rispettare le regole e le restrizioni, altrimenti tutti i sacrifici di questi 13 mesi sono vani. Chi ha l'autorità deve metterci la faccia sempre e non nascondersi dietro a difficoltà burocratiche. E' importante altresì che gli interlocutori istituzionali tornino ad avere contatti con la vita reale e a toccare con mano le gravi difficoltà dei lavoratori e degli imprenditori».

Nicola Fatone (imprenditore nel settore scommesse) ha denunciato un calo del fatturato di circa il 90%, cui fa da contraltare «il disinteresse totale del Governo verso un settore che versa centinaia di milioni di euro in tasse, è forse l'unico settore che ha subìto anche un aumento della tassazione in questo periodo pandemico, mentre gli imprenditori hanno continuato a pagare i canoni di abbonamento alle piattaforme satellitari nonostante le chiusure dei centri scommesse». Fatone ha denunciato anche che i suoi dipendenti non ricevono la Cassa integrazione da settembre e, inoltre, l'incremento delle giocate clandestine, che portano denaro contante alla criminalità organizzata.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Tragno, componente del tavolo tecnico "Bilancio e Attività produttive" di Fratelli d'Italia e promotore del format. «Adesso tocca alla politica fare la sua parte, a tutti i livelli di responsabilità istituzionale. Al termine dei due incontri, porteremo all'attenzione dei vertici del partito i punti sui quali gli imprenditori hanno maggiormente battuto e solleciteremo ogni iniziativa utile per uscire da questo lungo tunnel di sofferenza, che per molti, purtroppo, è diventata agonia. Nel contempo, rimaniamo disponibili all'ascolto e a registrare le istanze delle categorie, già così duramente provate da provvedimenti che in molti casi appaiono eccessivi e privi di logica, talvolta perfino dal vago sapore "punitivo"».
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