Cultura della legalità e politiche di sicurezza. <span>Foto Antonio D'Oria</span>
Cultura della legalità e politiche di sicurezza. Foto Antonio D'Oria
Convegni

Cultura della legalità e politiche di sicurezza ad Andria: «Il cittadino sia parte attiva del cambiamento»

Ieri sera il convegno al CPIA Bat "Gino Strada" nell'ambito del Festival della Legalità

"Cultura della legalità e politiche di sicurezza: per un Paese più vivibile" è il titolo del convegno svoltosi ieri sera al CPIA Bat "Gino Strada", nel quartiere San Valentino di Andria, nell'ambito del Festival della Legalità organizzato dal Comune federiciano. Quello del Festival è un appuntamento che l'amministrazione cittadina ha organizzato per contrastare una diffusa illegalità e che intende rendere fisso nei prossimi anni, dopo il successo della prima edizione svoltasi a fine 2021 in una sei giorni di eventi itineranti con uomini dello Stato e politici, scuola e chiesa, associazioni e liberi cittadini.

Prima di entrare nel vivo della tematica il convegno, moderato dalla giornalista dott.ssa Marilena Pastore, parte dal ricordare il conflitto bellico tra Russia e Ucraina che sta dominando la scena internazionale da una settimana. "Quello che accade a pochi metri da noi ci appartiene", ricorda don Tonino Bello. Sulla stessa lunghezza d'onda il Prof. Paolo Farina, Dirigente Scolastico del CPIA Bat: «Non potevamo non partire da quello che sta succedendo in Ucraina, con tanta che sta rischiando la vita». E poi, sul tema della legalità: «La scuola è la palestra delle regole e dell'educazione alla cittadinanza attiva. In passato questa scuola ha fatto tanto perché fosse un centro di legalità diffusa, in un quartiere che spesso ha attraversato momenti difficili». Intervento anche del Dott. Roberto Pellicone, Questore della provincia di Barletta-Andria-Trani, per i saluti istituzionali: «C'è una forte richiesta di legalità in relazione a una migliore vivibilità del territorio. Stiamo crescendo dopo l'inaugurazione della Questura ad Andria lo scorso luglio, è fondamentale il sostegno dei cittadini che vanno coinvolti in questo processo, soprattutto i giovani per far sì che da spettatori diventino protagonisti del cambiamento. Va bene parlare di legalità, ma bisogna essere anche parte attiva».

Il Sindaco di Andria, avv. Giovanna Bruno, ha trattato della cultura di una legalità diffusa: «Durante il Festival abbiamo sempre avuto le istituzioni presenti, segno forte che il tema è diventato caldo per la nostra amministrazione: ci siamo detti che noi per primi dobbiamo essere veicolo della legalità, non è sempre compito degli altri. Tra gli obiettivi strategici vogliamo una città più sicura, che deve investire sulla legalità. Il cittadino deve essere consapevole che la propria sicurezza passa da quella dell'intera comunità. Necessaria è una riqualificazione degli stili di vita della città: i luoghi spenti e abbandonati sono quelli in cui avanza il degrado, producendo un pericolo di illegalità. Non sempre si fa riferimento alle mafie quando si parla di illegalità: la famiglia è il primo presidio di legalità, ma spesso si rifiuta questo concetto come se le famiglie stesse non vogliano farsene carico. Preferisco che ci siano meno forze dell'ordine e più cittadini consapevoli del luogo in cui vivono. Nessuno deve sentirsi in diritto di puntare il dito sulle forze dell'ordine come se fossero le uniche persone a dover garantire la legalità: la responsabilità passa da tutti».

La legalità si accompagna a un bisogno crescente di sicurezza: è la Dott.ssa Isabella Fusiello, Questore di Bologna, a parlarne: «Affrontare questa tematica e confrontarsi non è facile, perché ogni territorio ha le sue peculiarità. Ciò che fa la differenza tra un territorio e l'altro è il cittadino, che può portare un reale cambiamento: le nostre azioni quotidiane devono essere improntate sempre alla legalità. La presenza delle istituzioni è imprescindibile ma non possiamo sempre delegare a loro, è il cittadino stesso che deve essere un presidio di sicurezza. Coinvolgere il cittadino significa renderlo partecipe, e non soltanto spettatore, per un cambiamento della società. Esistono, a questo proposito, i Protocolli di vicinato in cui il cittadino crea una rete che collega zone o quartieri direttamente con le forze dell'ordine. Abbiamo il dovere di invitare i giovani nelle scuole e nelle associazioni per parlare di legalità e rispetto delle regole».

Scendendo più nello specifico sui problemi di criminalità nella Bat il Dott. Renato Nitti, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, ha ripreso un'analisi allarmante lanciata un anno fa affermando che la sesta provincia fosse un "territorio depredato che non esiste nell'agenda nazionale del contrasto alla criminalità". In questa disamina, il Procuratore aveva fornito alcuni dati preoccupanti: la Bat è la prima provincia italiana per furti di auto e in testa alle 107 province italiane per le rapine nelle abitazioni, nonché nella "top 10" per quanto riguarda le estorsioni. «La situazione dell'anno scorso è peggiorata per alcuni versi, - spiega il dott. Nitti - migliorata per altri. La Banca d'Italia ha pubblicato a dicembre uno studio sulle infiltrazioni criminali nell'economia: le provincie di Bari, Foggia e Bat, assieme a quelle calabresi e alcune della Campania, sono nella fascia rossa. Ho lavorato fino a un anno e mezzo fa alla Direzione Antimafia Distrettuale di Bari, so quanto lavoro ci sia da fare: i ritmi a cui si stanno attenendo gli uomini del servizio di Polizia Giudiziaria sono insostenibili a lungo termine, perché ci sono poco personale».

A seguire, è intervenuto il Prof. Avv. Giuseppe Losappio, docente ordinario di Diritto Penale presso l'Università degli Studi di Bari, il quale ha trattato dell'importanza legata ai termini di legalità, uguaglianza e giustizia. Inoltre, il prof. Losappio ha accennato al discorso di Giuramento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 3 febbraio scorso in cui ha richiamato la parola "dignità" per 18 volte. L'intervento conclusivo è stato del Notaio Dott. Sabino Zinni, sulle politiche regionali e l'impegno per l'uguaglianza delle persone e dei territori: «La prima politica a cui dobbiamo aspirare è il miglioramento della qualità della vita, applicando il principio dell'uguaglianza secondo cui bisogna dare a ciascuno nella misura del proprio bisogno».
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