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Politica
Consorzi di bonifica, le opposizioni non mollano
Marmo a Damascelli (Forza Italia): «Ecco i rottamatori!»
Andria - mercoledì 25 gennaio 2017
«Gli agricoltori pugliesi si mettano l'anima in pace. Il governo regionale non ha alcuna intenzione di riformare i Consorzi di Bonifica, ma soltanto di rottamare il sistema. Unica consolazione: la storia politica recente ci ha dimostrato qual è la triste sorte riservata dal popolo ai rottamatori di professione». Così i consiglieri regionali di Forza Italia Nino Marmo e Domenico Damascelli. «Davanti all'irrigidimento pretestuoso ed incomprensibile della maggioranza su questo tema - proseguono - il nostro posto è dunque a fianco dei nuovi Consorzi riformati e dei dipendenti, e la nostra dura opposizione è motivata da alcuni capisaldi irrinunciabili. Per quanto attiene alla suddivisione territoriale dei Consorzi, la sola orografia del territorio avrebbe dovuto naturalmente indurre una classe politica ragionevole ad una logica tripartizione: Capitanata, Terre d'Apulia e Salento. Mentre del tutto immotivata, e francamente sospetta, appare la pretesa del Governo di trasferire, a scadenza stabilita, la gestione delle risorse irrigue ad Aqp. Quest'ultimo pre-destinato, negli obiettivi del centrosinistra, ad ergersi in futuro come il faraonico Acquedotto di tutto il Meridione d'Italia! Questa disciplina doveva porsi pochi, semplici e ragionevoli obiettivi: eliminare ogni debito pregresso, retribuire tutti dipendenti e riconsegnare i Consorzi risanati agli unici storici titolari, cioè gli agricoltori. Riservando alla Giunta Regionale - in ossequio alla Direttiva Comunitaria Acque - l'intera cabina di regia in materia di risorsa idrica, per uso potabile, industriale e, naturalmente, anche agricolo. E' infatti prerogativa della Giunta perseguire l'obiettivo dell'equilibrio idrico regionale e sostenere per ciò stesso la competitività del comparto agricolo pugliese sul mercato nazionale ed internazionale. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E questa maggioranza finge di non sentire ma - concludono Marmo e Damascelli - soprattutto, non vede più in là del proprio naso».