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Commercio estero: boom di esportazioni alimentari Made in Puglia

Con l'olio d'oliva bene anche l'export del vino pugliese

E' record delle esportazioni alimentari Made Puglia nel 2022 anche se a preoccupare sono gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici stanno colpendo i consumi a livello globale. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti Puglia, sui dati Istat sul commercio estero sulla base dei dati Coeweb Istat che tracciano performance entusiasmanti per l'agroalimentare pugliese.

Sono balzate del +40% in valore - dice Coldiretti Puglia - le esportazioni di olio d'oliva Made in Puglia nel mondo nonostante i cambiamenti climatici che pesano sulla produzione regionale e le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina. Si consolidano le performance del commercio estero da gennaio a giugno 2022 con la crescita ragguardevole delle vendite dell'olio EVO pugliese, ma la siccità e i costi di produzione balzati di oltre il 50% a causa delle speculazioni aggravate dal conflitto in Ucraina rischiano di minare la tenuta delle aziende.

"Diffondere la cultura dell'olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell'olio in Italia e all'estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell'olio", commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia che ricorda come l'ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, "con l'olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d'Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l'8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio EVO".

Grande exploit anche delle vendite all'estero della pasta aumentate - aggiunge Coldiretti Puglia - del +44%, sotto la spinta dell'allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro.

In Puglia, tra l'altro, la produzione è crollata nel 2022 del 35%-40% a causa della siccità, mentre ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia - sono stati proprio i cereali, dal grano all'avena.

Bene anche l'export del vino pugliese del 16% nei primi 6 mesi del 2022, nonostante - conclude Coldiretti Puglia - a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina siano aumentati del 35% i costi per la produzione ed il trasporto del vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole, con una performance positiva in UK del +121%, in Francia del +44%, in Germania del +27%, in Cina +24% e Svizzera +18%.
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