Attualità
Beni confiscati, Don Geremia Acri: "Mia denuncia non nasce oggi, ma dal 2016"
Il sacerdote, in un post su fb, ricorda che "la lentezza con cui vengono affidati i beni confiscati è un dato inconfutabile. Le risposte le vogliamo dalle istituzioni"
Andria - martedì 30 aprile 2019
19.44
In un post sulla sua pagina fb, don Geremia Acri chiarisce la vicenda che lo ha visto protagonista nei giorni scorsi circa sue dichiarazioni rese sulle lungaggini burocratiche legate all'assegnazioni dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
"È con grande rammarico che mi trovo costretto ad intervenire personalmente su questa pagina per mettere fine ad una querelle giornalistica di cui avrei volentieri fatto a meno. Premetto che non voglio insegnare il mestiere a nessuno, né ai giornalisti e nemmeno ai politici, ma ritengo sia il caso di abbassare i riflettori su una questione, quella dei beni confiscati, che sicuramente merita ben altri approfondimenti e nelle opportune sedi, piuttosto che diventare un cavallo di battaglia da campagna elettorale o da fake news acchiappa like.
È sempre bene ricordare a tutti che la mia denuncia sulle lungaggini burocratiche relative all'assegnazione dei beni non nasce oggi: più recentemente, nel 2016, affrontavo l'argomento in una puntata di "Camera con vista" di cui posto il link. Il mio pensiero a riguardo è sempre lo stesso da decenni a questa parte.
Ho sempre denunciato la questione e non vedo perché solo oggi l'argomento desti scalpore. Resta il fatto che la lentezza con cui vengono affidati i beni confiscati è un dato inconfutabile: da qui bisogna partire per migliorare l'esistente e tutti gli attori preposti debbono fare la loro parte. Se qualche avvocato si sente chiamato in causa, che si faccia da parte. Se le criticità che bloccano il riutilizzo di un bene confiscato ci sono, che si faccia chiarezza! Le risposte le vogliamo dalle istituzioni. Di certo non compete a me indagare su questo aspetto. Chi di dovere faccia chiarezza sulle zone grigie presenti nella gestione dei beni sottratti alla malavita.
Personalmente propendo per il dialogo piuttosto che fomentare il vaniloquio. Resto a disposizione, ma sia chiaro, nel silenzio mediatico!"
"È con grande rammarico che mi trovo costretto ad intervenire personalmente su questa pagina per mettere fine ad una querelle giornalistica di cui avrei volentieri fatto a meno. Premetto che non voglio insegnare il mestiere a nessuno, né ai giornalisti e nemmeno ai politici, ma ritengo sia il caso di abbassare i riflettori su una questione, quella dei beni confiscati, che sicuramente merita ben altri approfondimenti e nelle opportune sedi, piuttosto che diventare un cavallo di battaglia da campagna elettorale o da fake news acchiappa like.
È sempre bene ricordare a tutti che la mia denuncia sulle lungaggini burocratiche relative all'assegnazione dei beni non nasce oggi: più recentemente, nel 2016, affrontavo l'argomento in una puntata di "Camera con vista" di cui posto il link. Il mio pensiero a riguardo è sempre lo stesso da decenni a questa parte.
Ho sempre denunciato la questione e non vedo perché solo oggi l'argomento desti scalpore. Resta il fatto che la lentezza con cui vengono affidati i beni confiscati è un dato inconfutabile: da qui bisogna partire per migliorare l'esistente e tutti gli attori preposti debbono fare la loro parte. Se qualche avvocato si sente chiamato in causa, che si faccia da parte. Se le criticità che bloccano il riutilizzo di un bene confiscato ci sono, che si faccia chiarezza! Le risposte le vogliamo dalle istituzioni. Di certo non compete a me indagare su questo aspetto. Chi di dovere faccia chiarezza sulle zone grigie presenti nella gestione dei beni sottratti alla malavita.
Personalmente propendo per il dialogo piuttosto che fomentare il vaniloquio. Resto a disposizione, ma sia chiaro, nel silenzio mediatico!"