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Politica

Approvata in Regione la legge sulla partecipazione

Mazzarano (PD): "Uno strumento per rafforzare la democrazia"; in polemica il M5S

"I mercati governano, i tecnici amministrano, i politici vanno in televisione". Questa frase di Alfredo Reichlin descrive bene lo stato comatoso in cui versa la democrazia. La legge sulla partecipazione sarà uno strumento per dare forza e autorevolezza alla politica". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pd in Consiglio regionale, Michele Mazzarano, intervenendo in merito al disegno di legge sulla partecipazione, oggi approvato in aula.

La legge, in 19 articoli, partendo dall'affermazione di alcuni principi democratici, si propone di creare strumenti di governance attraverso la costruzione di un metodo ordinario, basato innanzitutto sull'informazione, la trasparenza, la consultazione, l'ascolto, il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Tra gli altri punti, la Regione promuove l'idea delle "città partecipate" e di una rete di Comuni a sostegno di pratiche di sussidiarietà ispirate all'articolo 118 della Costituzione. I titolari del diritto di partecipazione sono non soltanto i cittadini pugliesi, ma anche gli stranieri e gli apolidi regolarmente residenti in Puglia, nonché le associazioni, le imprese, le organizzazioni e le altre formazioni sociali. Verrà, inoltre, istituito presso la presidenza della Regione un apposito 'ufficio della partecipazione' con compiti, tra gli altri, di predisporre la deliberazione annuale per la partecipazione, raccogliere proposte, svolgere attività di formazione e consulenza, organizzare presìdi territoriali per lo svolgimento delle attività di partecipazione.

"C'è una crisi seria della democrazia partecipativa e della democrazia rappresentativa, che sono due facce della stessa medaglia", ha proseguito Mazzarano. "Non ci sono più organizzazioni rappresentative e partiti, mancano i corpi intermedi e anche il ruolo delle associazioni di categoria è svuotato. Inoltre la scarsa legittimazione di chi decide, provoca disaffezione verso la politica. Vorremo che ci fosse maggiore partecipazione - ha sottolineato - e non è vero che, dove c'è più partecipazione, si rallenta la decisione".

Secondo il capogruppo del Pd, "questa legge garantirà anche un Consiglio regionale partecipato e sarà un elemento di innovazione proprio come lo sono state le primarie, scelte nel 2005 quale strumento per scegliere il candidato presidente della Regione". "Se il centrosinistra - ha rimarcato Mazzarano - è diventato forza di governo e, alle ultime amministrative, ha conquistato centri che sembravano inespugnabili, è perché basa la sua azione sul consenso. La partecipazione non può riassumersi - conclude - in alcune decine di clic per scegliere, attraverso il web, il candidato alle elezioni. E' un processo complesso, al quale proviamo - ha concluso - a dare corpo attraverso questa legge".

Non si fa attendere, a tal merito, il commento del Movimento 5 Stelle, che taglia corto: "Emiliano scrive una legge emblema della "democrazia" PD: parlate pure poi decido io".

"Se ci fosse stato da votare un ddl utile a promuovere la Partecipazione popolare in Puglia saremmo stati ben lieti di votare a favore. - lo dichiarano gli otto consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle al termine della seduta consiliare odierna - Purtroppo ancora una volta Emiliano tenta di scopiazzare il Movimento 5 Stelle ma lo fa malamente: e così oggi abbiamo votato convintamente contro un ddl che la "partecipazione" ce l'ha solo nel nome. Una proposta sulla (finta) partecipazione figlia di un processo assolutamente non partecipato e che nella realtà dei fatti finirà per accentrare tutto il processo partecipativo nelle mani della Giunta e servirà ad Emiliano per guadagnarsi qualche altro titolo di giornale. L'ennesima presa in giro per i cittadini pugliesi e come già accaduto per il RED, sarà il tempo a dimostrare che abbiamo ragione".

Il testo del disegno di legge prevede infatti che ogni richiesta di processo partecipativo dovrà essere valutata di volta in volta dalla giunta Emiliano. Giunta che istituisce anche l'Ufficio della Partecipazione e nomina il responsabile unico del processo partecipativo. Al termine del processo partecipativo si stabilisce che venga redatto un documento contenente le indicazioni dei cittadini alla politica, poi sottoposto alla valutazione dalla giunta Emiliano che potrà decidere di tenerne conto o fare addirittura il contrario di quanto chiesto dai cittadini.

"Banalizzando per rendere chiaro il concetto ai cittadini - proseguono i cinquestelle - è come se un direttore dicesse ai dipendenti: "da oggi vorrei che vi esprimeste tutti ma decido io chi parla, decido io chi deve controllare ciò che dite e comunque qualunque cosa diciate mi riservo il diritto di ignorare completamente ciò che avete detto. Questa non è democrazia diretta, questa è una barzelletta. La partecipazione è una cosa seria e richiede un approccio culturale veramente democratico che questa maggioranza non è pronta a sostenere per timore di perdere potere."
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