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Giurisprudenza e Scienze Politiche: due pianeti a confronto

Opinioni, consigli e smentite di Dora e Marcello

Stesso edificio, molti esami in comune, diverso approccio. Hai 19 anni e ti interessa la politica ed il diritto. Dopo il diploma vuoi iscriverti a Bari ma ti si prospetta una scelta ardua: Giurisprudenza o Scienze Politiche? Spesso confuse, le due facoltà sono spesso vittime di infelici attributi: troppo antiquata la prima, blanda ed inconcludente la seconda. Dubbi, incertezze, stereotipi gratuiti? Chiediamo aiuto a due studenti baresi, Dora e Marcello, pensieri, smentite e consigli più concreti di quelli di un'inutile brochure illustrativa.

«Mi chiamo Dora e sono al terzo anno della magistrale in Giurisprudenza. Affronto esami di diritto privato, pubblico, penale e comunitario internazionale. Gli sbocchi lavorativi possibili dopo la laurea sono vari, abbiamo opportunità lavorativa nella pubblica amministrazione e anche nel privato: banche e assicurazioni, società di consulenza, aziende. Con un'ulteriore specialistica possiamo accedere alle professioni forensi: avvocatura, magistratura e notariato. Ho scelto Giurisprudenza perché sin da piccola ho sempre creduto che la legge potesse salvare il mondo, ho sempre pensato che il diritto fosse un po' come la medicina».

«La mia facoltà riesce ad arricchire molto il mio sapere, riesco a riconoscere e ad applicare le mie conoscenze nel quotidiano. Inizialmente il mio interesse verso la Politica e i suoi ambiti mi avevano indirizzato verso scienze politiche ma dopo varie consulenze ho capito che solo attraverso lo studio completo dei vari codici e della costituzione potevo capire come realmente funziona l'apparato dello stato. Ciò nonostante, l'insegnamento impartito a Bari presenta molte pecche: libri costosi, dispense inutili e ripetitive. E' necessaria maggiore chiarezza per una disciplina astratta come la giurisprudenza».

Marcello, iscritto al corso di laurea di Relazioni Internazionali e Studi Europei, ci parla invece di Scienze Politiche e della sua offerta formativa: «gli sbocchi lavorativi inseriti nelle home page dei siti di facoltà e nelle guide annuali rispecchino un'iperbole dell'offerta proposta dal mercato del lavoro. Carriera diplomatica e funzionariato presso le Nazioni Unite sono i due specchi per le allodole che spesso e volentieri vengono sbandierati ai neo diplomati. Ma citando il bolognese Morandi, uno su mille ce la fa. Tuttavia sono possibili sbocchi occupazionali e attività professionali in ambiti settoriali nazionali ed internazionali, quali imprese ed organizzazioni private nazionali e multinazionali, amministrazioni, enti, organizzazioni pubbliche, organizzazioni non governative e del terzo settore».

«La Facoltà di Scienze Politiche è fra le preferite da quanti manifestano una forte propensione verso il politico e il sociale ed hanno la curiosità di approfondire la conoscenza delle istituzioni italiane e internazionali, anche a livello storico e teorico. Eppure, sottolinea Marcello, «ad eccezione dei consueti progetti Erasmus il mio Corso di Laurea non prevede stage o forme di tirocinio all'estero, e questo nonostante l'ampio respiro internazionale delle carriere lavorative prospettate dagli sbocchi occupazionali».

«La facoltà di Scienze Politiche non è mai stata, non è, e non sarà mai un'appendice o un tentacolo limitato di Giurisprudenza. Si tratta di due differenti pianeti dello stesso sistema stellare: quello giuridico. La mia facoltà si distingue, inoltre, per una formazione vasta ed interdisciplinare, costituita da un'ampia offerta di insegnamenti che vanno dalle materie economiche, a quelle linguistiche, politologiche, sociologiche, statistiche e storiche. Da qui la sua peculiare duttilità, una prerogativa di ben poche facoltà».
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