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Diritto allo studio: non c'è più tempo

In Puglia copertura al 45% per le borse di studio A.di.su.

Lo scorso 11 ottobre, i ragazzi e le ragazze dell'Unione degli Studenti hanno manifestato per le strade di Bari e delle maggiori città pugliesi rivendicando che "Non c'è più tempo per il diritto allo studio". Al termine della manifestazione i portavoce di UdS e della Rete della Conoscenza hanno incontrato l'assessore al Diritto allo Studio Alba Sasso e l'assessore ai Trasporti, Giovanni Giannini. Tante le questioni sollevate dagli studenti: dall'aumento dei costi del 7% sui trasporti pubblici ai tagli dei fondi per gli studenti meno abbienti da parte dell'Ente A.di.su.

Lo scorso anno, la Regione Puglia ha fornito la copertura del 94% delle borse di studio, sorprendendo gli ormai sfiduciati «idonei non borsisti» di turno con un generoso ripescaggio. Quest'anno, afferma Rete della Conoscenza, «anche la Puglia ha subito l'attacco generalizzato al welfare, senza riuscire a porre ostacoli sufficienti. Se sul diritto allo studio universitario l'impegno della Regione è stato finora valido anche se non ancora confermato per il nuovo anno accademico, manca tuttavia un ragionamento ampio sul finanziamento di quanto dovrebbe essere garantito dalla legge regionale sul diritto allo studio per gli studenti medi». Al termine dell'incontro con gli assessori, la delegazione ha ottenuto lo sblocco da parte della Giunta Regionale di ulteriori 7,6 milioni di euro, portando la copertura dal 27% al 45%.

«L'incontro - dichiara Giovanni Schena, Esecutivo dell'Uds Puglia - ha avuto un esito parzialmente positivo: malgrado l'impegno della Regione Puglia, il MIUR ancora non agisce in modo strutturale sul finanziamento per la scuola, nonostante i fondi ricevuti dal Decreto Carrozza, impedendo di fatto una garanzia per l'accesso gratuito ai Saperi per gli studenti».

La progressiva riduzione del finanziamento regionale è l'estrema conseguenza di una misura nazionale che ha portato solo nella nostra regione dal 2009 al 2013 ad un calo di fondi pari al 92%, da 246 milioni del 2009 agli attuali 12 milioni. Non solo le Università ma anche le scuole elementari e medie inferiori e superiori sono state drasticamente intaccate dai tagli, il tutto contro i dettami dell'articolo 34 della Costituzione: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso».
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