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Politica

Verso le elezioni comunali: grande confusione all'orizzonte

Nel centrosinistra e per il centrodestra spaccato i giochi sono ancora aperti. Michele Coratella riconfermato candidato sindaco per il M5S

In vista delle comunali della prossima primavera, la politica ad Andria è ritornata al lavoro alla ricerca di equilibri interni e perché no anche di accordi all'esterno per la scelta del futuro candidato sindaco.

Più probabili per qualcuno meno per qualcun altro, sono le alleanze anche se mai dire mai e ciò che è accaduto a Roma lo dimostra con la formazione di un governo giallo rosso che ha messo d'accordo Pd e M5S. Un'ipotesi che almeno per il momento ad Andria sembra piacere un po' di più ai democratici che ai pentastellati. Per il segretario cittadino del Pd, Giovanni Vurchio "punti di condivisione con i 5 Stelle si potrebbero tranquillamente trovare" chiarendo che "sono i programmi ad unire le forze politiche non i colori". In tempi non sospetti, rispetto a quanto sta accadendo a Palazzo Chigi, ad Andria il Pd e il M5S una linea comune l'hanno già tenuta quando, insieme a Forza Italia hanno bocciato il bilancio lo scorso aprile e fatto cadere l'amministrazione guidata da Nicola Giorgino. Michele Coratella, l'aspirante sindaco per il M5S, già in corsa nel 2015, chiude ma non troppo alle intese: "Per ora nessun accordo è possibile" e per farne uno "sono importanti le persone, stimate e meritevoli, e gli obiettivi. Certo, sino a maggio possono cambiare tante cose ma al momento non ci sono ipotesi", spiega. Di certo c'è che il M5S prima d'ora non si è mai alleato, Andria dunque potrebbe essere un laboratorio politico per rovesciare il risultato del 2015 quando Giorgino si impose al primo turno con oltre il 52% dei voti e dieci liste. Una ipotesi che potrebbe sparigiliare le carte sarebbe la possibilità di avere una o più liste aperte alla c.d. "società civile", che fungerebbero da sostegno alla lista stellata, così come proposto ed approvato nella piattaforma Rousseau, decisione che attende adesso solo di essere inserita nello Statuto del M5S.

Più rigide le posizioni dall'altro lato, almeno ufficialmente. Per i due centrodestra, quello che fa riferimento alla Lega salviniana e quello capeggiato da Forza Italia la frattura per ora non è ricucibile. Un'ipotesi di accordo in vista delle prossime elezioni non sembra potersi fare. Ne è convinto il responsabile politico nella Bat e segretario regionale della Lega, Giovanni Riviello e anche il segretario provinciale del partito dell'ex Cavaliere, Luigi De Mucci per il quale "nessun accordo è possibile con chi ha portato Andria al predissesto". Il riferimento è chiaramente a Giorgino. "Non si può far cadere un'amministrazione di centrodestra, l'unica di una città capoluogo in Puglia, per un'ipotesi che poi si è rivelata una bolla di sapone", aggiunge Riviello. "Con chi ha fatto questa operazione non vedo iniziative credibili". "L'unica possibilità -dice dal canto suo Luigi De Mucci- è che loro ammettano di aver sbagliato".

I forzisti, intanto, annunciano che saranno in campo con un candidato scelto con il "Cantiere del Buongoverno", un tavolo di confronto composto attualmente da Andria Nuova, Direzione Italia, Forza Italia e IDeA, che ha ad Andria il suo segretario regionale in Francesco Losito. Stessa cosa farà la Lega con Fratelli d'Italia e civiche vicine a Giorgino. Nessuno però si bilancia sui nomi. Intanto in questi giorni il partito di Matteo Salvini che dovrebbe riunirsi (o già riunito!!!) ad Andria, potrebbe sciogliere il nodo degli incarichi politici a livello provinciale e comunale. Sembra aperta una corsa sia per la segreteria provinciale, anche in vista di possibili candidature alle regionali tra Nicola Giorgino e Benedetto Miscioscia. Ormai, da più parti prende sempre più corpo l'ipotesi che a sparigliare le carte potrebbe giungere la decisione di presentare già adesso il nome del candidato sindaco (o anche sindaca!!!) della Lega a Palazzo di Città. Una ipotesi suggestiva, che farebbe il paio con la campagna d'autunno che vede proprio la Lega di Matteo Savini rivendicare un ruolo di primissimo piano in quello che sarà un ipotetico nuovo centro destra riunificato. A farne le spese sarebbero proprio gli altri partners della coalizione, Forza Italia in testa.
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