Facciata municipio Andria
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Politica

Maggioranza in bilico, Giorgino verso la candidatura al Parlamento?

Non solo il centrodestra è spaccato ma anche il Pd mentre i pentastellati sono già al lavoro

Il futuro amministrativo della città di Andria sembrerebbe legato alle sorti del governo centrale. Se si dovesse andare al voto la prossima primavera per il rinnovo delle Camere il sindaco Nicola Giorgino potrebbe decidere di candidarsi al Parlamento, anche se non è chiaro però ancora con quale partito, e di lasciare la guida di palazzo San Francesco. Non è emerso a chiare lettere dalla riunione di ieri sera della maggioranza (convocata dopo lo strappo avvenuto nell'ultimo consiglio comunale con il gruppo dei Conservatori e Riformisti) ma le intenzioni sembrerebbero essere queste.

Il vertice si è reso necessario per trovare la quadratura del cerchio, soprattutto della giunta, dopo le tensioni tra Cor ed il Sindaco (i primi hanno sempre dichiarato che avrebbero valutato in aula ogni singolo provvedimento e deciso se votarlo o meno). Nell'ultimo consiglio comunale lo strappo vero e proprio: la discussione si è accesa sulla materia urbanistica degli stralci funzionali, due consiglieri del gruppo di Raffaelle Fitto hanno chiesto il rinvio della discussione per un'analisi più approfondita, di qui la rottura con Giorgino che ha parlato di "ricatti a cui non è disposto a cedere". La conseguenza è stata la decisione dell'assessore Pietro Sgaramella di Cor di lasciare il suo partito e restare in giunta da indipendente.

Nella riunione si sarebbe ricucita la frattura con i Conservatori, almeno per il momento, ma il vero banco di prova sarà in aula. Tutto nasce dalla giunta bis di Giorgino, i Cor avrebbero voluto due assessorati ma al loro gruppo ne è stato assegnato solo uno, quello di Sgaramella appunto, anche se in pectore sono rimasti sia Francesco Lullo che la professoressa Giovanna Bruno. Ora la questione è che l'istruttore di pugilato non fa più parte di Cor, si è dichiarato indipendente e contestualmente assessore tecnico, Giorgino però prende le distanze da questa definizione di componente tecnico dell'esecutivo. Nei fatti i Cor ritengono di non avere più un assessorato e quindi lo rivendicano a chiare lettere, il sindaco dal canto suo sembrerebbe intenzionato a non modificare la giunta. Resta però da capire ora su quale maggioranza potrà contare nei prossimi consigli, gli ultimi prima di un eventuale voto per il Parlamento.

Resta inteso che Giorgino può adesso contare su una risicatissima maggioranza in consiglio, di appena uno-due voti e che quindi formalmente non dovrebbe avere problemi per l'approvazione degli ultimi provvedimenti prima di lasciare la poltrona di Primo cittadino. Naturalmente i mal di pancia ci sono e sono anche dolorosi. In questo scorcio di consiliatura si sono definitivamente incrinate non solo alleanze politiche ma, da quanto sembra, anche amicizie personali.

E' una situazione molto delicata che rischia di mettere in pericolo gli stessi equilibri nel centrodestra per le prossime consultazioni comunali. Un dato di fatto sembra ineludibile: il centrodestra dovrà scegliersi il proprio competitor attraverso delle primarie.

Intanto sul fronte M5S si sta lavorando, anzi continuando a lavorare per arrivare a Palazzo di Città, considerato che già i pentastellati sono già il primo partito di Andria. Di Maio nelle sue ultime puntate ad Andria è stato chiaro: da Roma si guarda ad Andria come un Comune da poter governare, considerato che sono qui di casa un parlamentare ed un consigliere regionale.

Nel Pd qualcuno è già ritornato a Bari alla corte di Emiliano ed ha messo il cappello per possibili candidature ma per come è frastagliato il partito di Renzi anche qui si avrà un gran bel da fare per trovare una possibile quadra.

Non si escludono clamorose sorprese, in quanto si prospetterebbe una lista civica che… Arrivederci alla prossima puntata!
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