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Politica

M5S: "Discarica, un altro fallimento della politica andriese"

San Nicola la Guardia, chiusa da mesi dopo le segnalazioni

"I sette anni di amministrazione Giorgino passeranno alla storia della nostra città come quelli del disastro totale sulla gestione dei rifiuti".

Queste le parole dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Andria, che evidenziano: "In una gestione del territorio totalmente allineata, Giorgino ha avuto il controllo della città di Andria, della provincia Bat e dell'Ambito di Raccolta Ottimale (ARO). Sorvoliamo sui processi in corso, sulle tangenti e gli arresti, sul servizio mai completamente attuato. Dimentichiamo per un attimo l'isola ecologica aperta a singhiozzo, i rifiuti lasciati per strada, la montagna di debiti accumulata, più alta del colle del Castel del Monte. Occupiamoci di un monte ancora più alto, quello dei rifiuti della discarica comunale in contrada San Nicola La Guardia. Un sito di proprietà del Comune chiuso da mesi dalla Regione, un atto che ha seguito anni di continue segnalazioni da parte nostra alle autorità competenti.

Il sindaco, che da mesi non chiarisce ai cittadini se andrà a cercare fortuna a Roma o se resterà a completare il suo mandato, si è accorto che qualcosa non andava solo a settembre di quest'anno, solo dopo la chiusura della discarica e la sostanziale insolvenza della ditta che la gestiva. Solo dopo ha ordinato al gestore della discarica di risolvere tutti i problemi accumulatisi in questi anni. Ma qual è la misura di questi problemi?

Prendiamo per buone le sue affermazioni riportate nell'ordinanza. Si parla di "situazione di grave incuria e degrado", di "pregiudizi igienico-sanitari oltre che di pregiudizio della salute pubblica e privata", danni che chissà come e chissà quando potremo quantificare. Facciamo due conti con i dati disponibili: c'è un mancato pagamento di royalties al Comune di Andria per 1,6 milioni di euro dal 2010, somme chissà perché richieste alla ditta solo nel 2017; poi ci sono 7,5 milioni di euro per effettuare chiusura e post-gestione della discarica di Andria, che figuravano in precedenza anche nel bilancio della ditta, salvo poi svanire nel nulla. Anzi, il sindaco aveva affermato che vi erano responsabilità della Regione, subendo anche in questo caso una lapidaria smentita dalla stessa Regione, con richiesta ufficiale di rettifica.

Oggi il Comune di Andria ha piena responsabilità per questa situazione. In mancanza di questi oltre 9 milioni di euro, sarà possibile bonificare e mettere in sicurezza la discarica comunale? Con quali soldi? A chi li chiederà? Saranno i cittadini a compensare la "distrazione" di questi amministratori?

Qualora poi il TAR Puglia arrivasse a pronunciarsi sulla tassa rifiuti di questi ultimi anni e la dichiarasse illegittima, con quali soldi saranno rimborsati gli andriesi?

Siamo davanti al cane che si morde la coda. Facile comprendere la voglia di Giorgino di trovare una scialuppa di salvataggio in direzione Parlamento. Nel frattempo, a Giovinazzo, per gli stessi problemi, causati dalla stessa ditta che opera ad Andria e che ha in gestione la discarica locale, per evitare un disastro ambientale il Presidente Emiliano pare abbia già assegnato 800mila euro per i primi interventi, cosa confermata anche dall'assessore regionale Filippo Caracciolo, che ha annunciato di aver messo in campo la stessa soluzione per la discarica andriese. Purtroppo però, siamo ancora agli annunci. Si parla di prestito pubblico in danno all'azienda, che gestisce sia la discarica di Giovinazzo sia quella di Andria. Siccome le condizioni dell'azienda sono note per essere ormai fallimentari, come si configura questa transazione di denaro? Come faranno i Comuni o la Regione a rivalersi su un'azienda ormai moribonda? Non sarà che alla fine i cittadini dovranno sborsare soldi, senza vederli più tornare indietro? E il centrosinistra, davanti a questi giochini, cosa pensa di dire ai suoi rappresentati istituzionali che governano la Regione? Sarà la volta buona per uscire dal letargo?", concludono gli esponenti pentastellati andriesi.
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