
Politica
Il plauso delle istituzioni e della società all'operazione anti-caporalato
Numerose le attestazioni di riconoscenza espresse alle Forze dell'ordine
Andria - giovedì 23 febbraio 2017
22.03 Comunicato Stampa
Il Prefetto di Barletta-Andria-Trani, Clara Minerva, ha manifestato vivo apprezzamento al Questore di Bari, dott. Carmine Esposito, e al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Bari, Gen. Nicola Altiero, per "la brillante attività investigativa avviata in seguito al decesso di una bracciante agricola avvenuto nelle campagne di Andria nel luglio del 2015, condotta congiuntamente dal personale del Commissariato di P.S. di Andria e dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di Trani con il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Trani, che ha portato nelle prime ore della mattinata odierna all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 soggetti ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravato e continuato in concorso (caporalato)".
Ed il Prefetto ha quindi aggiunto, il positivo risultato "a tutela del territorio nel quadro dell'intensa ed efficace azione di contrasto alla criminalità condotta in questa provincia indistintamente da tutte le Forze dell'ordine con il coordinamento dalla Magistratura inquirente e confermano la qualificata professionalità, la costante dedizione e l'esemplare capacità di collaborare in piena sinergia che connotano il silenzioso ma indispensabile impegno profuso dalle locali Forze di polizia a garanzia della sicurezza, della tranquillità e della fiducia dei cittadini".
"Il problema del caporalato -ha sottolineato il consigliere regionale della lista Emiliano Sindaco di Puglia, Sabino Zinni-, ossia dello sfruttamento dei braccianti nelle nostre campagne, sembrava un problema insormontabile da qualunque punto di vista lo si guardasse. Poi ci si è messi a lavorare sopra e si è arrivati a una legge per contrastarlo: nella notte ad Andria, in conseguenza di quella legge, 6 persone sono finite in custodia cautelare.
Le indagini sono quelle seguite alla morte della nostra concittadina Paola Clemente, deceduta per un infarto e per la troppa fatica. Sono state indagini delicatissime e in un certo senso innovative. Il primo passo è stato quello di scongiurare la paura di parlare da parte dei lavoratori, timorosi di non lavorare più.
Sono state tuttavia indagini necessarie perché a tutti deve essere chiaro che a garantire i nostri diritti è preposto lo Stato, non i padroni. E in questo momento storico, in Occidente, non è ammissibile morire di schiavitù, in qualunque forma essa si presenti".
"Il caporalato è sempre esistito, oggi ci troviamo di fronte a forme nuove del fenomeno che sono quelle delle agenzie interinali che si sono sostituite ai caporali, come emerge dall'inchiesta della Procura che conferma quanto da noi denunciato", commenta così il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis, l'operazione della Polizia di Stato di Andria e della Giardia di Finanza di Trani che ha portato all'arresto di sei persone. "Il caporalato è fortemente presente in questo territorio e si alimenta di un sistema in cui non c'è alcun incontro tra domanda e offerta di lavoro. Quindi i lavoratori sono vittime e se vogliono avere un lavoro sono obbligati ad accettare le condizioni di ricatto".
Deleonardis parla anche di un muro di omertà da parte dei lavoratori spiegando che "se la gente per lavorare deve ricorrere al caporale, è chiaro che accetta, e non ha fiducia nello Stato. La legislazione negli ultimi anni è sempre stata permissiva, ha legittimato questi strumenti. Perciò rivolgo un appello ai lavoratori: abbiate fiducia nelle vostre forze, c'è bisogno di una battaglia per mettere insieme un'azione collettiva, noi siamo già in campo ma abbiamo bisogno di voi".
"La legge anti-caporalato, che noi a Taranto la settimana scorsa abbiamo dedicato a Paola Clemente, è uno strumento importante che estende la responsabilità solidale anche in capo alle imprese ed introduce un elemento di valorizzazione delle aziende iscritte alla 'rete di qualità' oltre che attiva percorsi congiunti di intervento nel mercato del lavoro. Tutto questo però non viene rafforzato da un altro elemento fondamentale che è quello dell'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro attraverso un collocamento pubblico in grado di rompere la discrezionalità dell'impresa e dell'intermediazione nella selezione dell'avviamento al lavoro".
"Finalmente è stata fatta giustizia per Paola Clemente, la donna bracciante agricola morta di fatica nel 2015 nelle campagne andriesi".
Lo dichiara il consigliere de La Puglia con Emiliano e presidente della VI Commissione Lavoro, Formazione Professionale e Immigrazione, Alfonso Pisicchio.
"Lei Paola, il simbolo della nuova schiavitù, oggi ha avuto giustizia con l'arresto dei sei responsabili ad opera della polizia e della finanza. Arresti che vanno ben oltre il caso specifico, ma che appaiono un raggio di speranza oltre l'omertà e il silenzio diffusissimi tra i lavoratori del settore. Due elementi che ormai da troppo tempo, nella nostra Puglia, trovano terreno fertile con la complicità della crisi economica che le nostre famiglie stanno vivendo. Non si può scegliere di mettere a serio rischio la propria vita accettando condizioni di lavoro disumane per portare a casa una manciata di euro. La nostra lotta al caporalato e a tutte le forme di sfruttamento sono un cardine del nostro lavoro nei palazzi della Regione"
"Il progresso e la civiltà – conclude Piscchio - non possono essere scissi dai diritti e dalla dignità dei lavoratori ed in modo particolare delle lavoratrici, anello sempre più debole della nostra società. Il lavoro è un diritto e i diritti non devono mai lasciare nessuno indietro".
Ed il Prefetto ha quindi aggiunto, il positivo risultato "a tutela del territorio nel quadro dell'intensa ed efficace azione di contrasto alla criminalità condotta in questa provincia indistintamente da tutte le Forze dell'ordine con il coordinamento dalla Magistratura inquirente e confermano la qualificata professionalità, la costante dedizione e l'esemplare capacità di collaborare in piena sinergia che connotano il silenzioso ma indispensabile impegno profuso dalle locali Forze di polizia a garanzia della sicurezza, della tranquillità e della fiducia dei cittadini".
"Il problema del caporalato -ha sottolineato il consigliere regionale della lista Emiliano Sindaco di Puglia, Sabino Zinni-, ossia dello sfruttamento dei braccianti nelle nostre campagne, sembrava un problema insormontabile da qualunque punto di vista lo si guardasse. Poi ci si è messi a lavorare sopra e si è arrivati a una legge per contrastarlo: nella notte ad Andria, in conseguenza di quella legge, 6 persone sono finite in custodia cautelare.
Le indagini sono quelle seguite alla morte della nostra concittadina Paola Clemente, deceduta per un infarto e per la troppa fatica. Sono state indagini delicatissime e in un certo senso innovative. Il primo passo è stato quello di scongiurare la paura di parlare da parte dei lavoratori, timorosi di non lavorare più.
Sono state tuttavia indagini necessarie perché a tutti deve essere chiaro che a garantire i nostri diritti è preposto lo Stato, non i padroni. E in questo momento storico, in Occidente, non è ammissibile morire di schiavitù, in qualunque forma essa si presenti".
"Il caporalato è sempre esistito, oggi ci troviamo di fronte a forme nuove del fenomeno che sono quelle delle agenzie interinali che si sono sostituite ai caporali, come emerge dall'inchiesta della Procura che conferma quanto da noi denunciato", commenta così il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis, l'operazione della Polizia di Stato di Andria e della Giardia di Finanza di Trani che ha portato all'arresto di sei persone. "Il caporalato è fortemente presente in questo territorio e si alimenta di un sistema in cui non c'è alcun incontro tra domanda e offerta di lavoro. Quindi i lavoratori sono vittime e se vogliono avere un lavoro sono obbligati ad accettare le condizioni di ricatto".
Deleonardis parla anche di un muro di omertà da parte dei lavoratori spiegando che "se la gente per lavorare deve ricorrere al caporale, è chiaro che accetta, e non ha fiducia nello Stato. La legislazione negli ultimi anni è sempre stata permissiva, ha legittimato questi strumenti. Perciò rivolgo un appello ai lavoratori: abbiate fiducia nelle vostre forze, c'è bisogno di una battaglia per mettere insieme un'azione collettiva, noi siamo già in campo ma abbiamo bisogno di voi".
"La legge anti-caporalato, che noi a Taranto la settimana scorsa abbiamo dedicato a Paola Clemente, è uno strumento importante che estende la responsabilità solidale anche in capo alle imprese ed introduce un elemento di valorizzazione delle aziende iscritte alla 'rete di qualità' oltre che attiva percorsi congiunti di intervento nel mercato del lavoro. Tutto questo però non viene rafforzato da un altro elemento fondamentale che è quello dell'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro attraverso un collocamento pubblico in grado di rompere la discrezionalità dell'impresa e dell'intermediazione nella selezione dell'avviamento al lavoro".
"Finalmente è stata fatta giustizia per Paola Clemente, la donna bracciante agricola morta di fatica nel 2015 nelle campagne andriesi".
Lo dichiara il consigliere de La Puglia con Emiliano e presidente della VI Commissione Lavoro, Formazione Professionale e Immigrazione, Alfonso Pisicchio.
"Lei Paola, il simbolo della nuova schiavitù, oggi ha avuto giustizia con l'arresto dei sei responsabili ad opera della polizia e della finanza. Arresti che vanno ben oltre il caso specifico, ma che appaiono un raggio di speranza oltre l'omertà e il silenzio diffusissimi tra i lavoratori del settore. Due elementi che ormai da troppo tempo, nella nostra Puglia, trovano terreno fertile con la complicità della crisi economica che le nostre famiglie stanno vivendo. Non si può scegliere di mettere a serio rischio la propria vita accettando condizioni di lavoro disumane per portare a casa una manciata di euro. La nostra lotta al caporalato e a tutte le forme di sfruttamento sono un cardine del nostro lavoro nei palazzi della Regione"
"Il progresso e la civiltà – conclude Piscchio - non possono essere scissi dai diritti e dalla dignità dei lavoratori ed in modo particolare delle lavoratrici, anello sempre più debole della nostra società. Il lavoro è un diritto e i diritti non devono mai lasciare nessuno indietro".