
Politica
Idea, l'odissea del Programma di Sviluppo Rurale in Puglia
Francesco Losito: "Basta attese. Necessario un controllo sulle procedure"
Andria - mercoledì 14 giugno 2017
"Siamo un popolo particolare noi italiani, un popolo ancora più particolare noi del sud Italia: abituati a sopportare, abituati a soffrire ed abituati ad adattarci a tutto. Anche quando si ha l'impressione di aver visto tutto, allora, come per magia, ecco che si raggiunge l'impossibile; ma talvolta, si va proprio oltre l'immaginabile". Queste le parole dell'avv. Francesco Losito, Coordinatore provinciale di "Idea - Identità, azione, popolo e libertà", in merito alla vicenda della Regione Puglia e dei bandi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR).
"Iniziamo nella primavera del 2016 con uno dei primi bandi, quello dei Gruppi di Azione Locale (GAL). Erano 25 i Gal già esistenti e 6 i Gac (Gruppi di Azione Costiera) quando i proclami politici dell'assessore gridavano vendetta contro un numero sproporzionato di Gal e di Gac per cui "bisogna fare selezione seria"; così, la selezione diventò talmente seria che il 90% delle proposte parevano essere inammissibili. Ma a salvare il tutto arrivò come sempre il TAR che, sovvertendo l'impostazione del bando e dando ragione ad un ricorso del comune di Modugno, annullò il bando riportando tutti nuovamente ai nastri di partenza.
Solo qualche mese di pazienza ed ecco la pubblicazione dei bandi per l'agroambiente (biologico, integrato, sostanza organica): arrivano le domande e magicamente ci si accorge di aver commesso qualche piccolo errore di valutazione nell'attribuzione delle risorse tra le misure. Nel frattempo, tuttavia, per il biologico si erano candidate più di 8000 aziende (fra conferme e nuove proposte), per l'integrato pochi eletti (circa 1000 aziende) con una dotazione notevolmente superiore alle richieste e sulla Sostanza organica più di 4000 aziende. Ad oggi alcune istruttorie non sono state ancora completate ed anche in questo caso vi sono perplessità e dubbi circa le procedure adottate ed il sospetto di errori anche nella ripartizione delle risorse. Quindi, nuovo bando, nuova ripartizione delle risorse e tutti felici come se non fosse successo nulla. Solo un piccolo particolare: ad oggi nessun agricoltore ha ancora ricevuto i premi per le misure agroambientali sulle domande 2016. Ma questo forse poco importa!
Dopo qualche mese di pazienza arrivano i bandi per le misure strutturali di ammodernamento delle aziende agricole e per il primo insediamento. Nel frattempo, giunti a giugno 2017, dunque al compimento del primo anno, ci si chiede: qualche domanda la si potrà non solo candidare ma anche finanziare? Purtroppo no, in quanto non funzionano i sistemi informatici e bisogna chiarire aspetti burocratici; in sostanza, serve ancora del tempo.
Gli agricoltori vorrebbero investire e, come in altre regioni d'Italia, vorrebbero farlo anche avvalendosi delle risorse pubbliche preposte per tali investimenti. Ma, si sa, noi al Sud sopportiamo, siamo pazienti e sappiamo aspettare. Nel frattempo, forse, è legittimo chiedersi: se fosse stato un assessore di centro-destra a dirigere l'Assessorato regionale nel bel mezzo di tutto questo, cosa sarebbe successo? Ed ancora: non sarà forse il caso che si cominci ad invocare, ove possibile, un'autorità di commissariamento e controllo sulle procedure dei bandi e di spesa in agricoltura, per evitare che la Puglia, come sempre più spesso accade negli ultimi anni, debba essere costretta a restituire i fondi comunitari perché non è stata in grado di spenderli in un settore che, nonostante la crisi, resta uno dei pochi ancora trainante in questa Regione? Ai posteri l'ardua sentenza".
"Iniziamo nella primavera del 2016 con uno dei primi bandi, quello dei Gruppi di Azione Locale (GAL). Erano 25 i Gal già esistenti e 6 i Gac (Gruppi di Azione Costiera) quando i proclami politici dell'assessore gridavano vendetta contro un numero sproporzionato di Gal e di Gac per cui "bisogna fare selezione seria"; così, la selezione diventò talmente seria che il 90% delle proposte parevano essere inammissibili. Ma a salvare il tutto arrivò come sempre il TAR che, sovvertendo l'impostazione del bando e dando ragione ad un ricorso del comune di Modugno, annullò il bando riportando tutti nuovamente ai nastri di partenza.
Solo qualche mese di pazienza ed ecco la pubblicazione dei bandi per l'agroambiente (biologico, integrato, sostanza organica): arrivano le domande e magicamente ci si accorge di aver commesso qualche piccolo errore di valutazione nell'attribuzione delle risorse tra le misure. Nel frattempo, tuttavia, per il biologico si erano candidate più di 8000 aziende (fra conferme e nuove proposte), per l'integrato pochi eletti (circa 1000 aziende) con una dotazione notevolmente superiore alle richieste e sulla Sostanza organica più di 4000 aziende. Ad oggi alcune istruttorie non sono state ancora completate ed anche in questo caso vi sono perplessità e dubbi circa le procedure adottate ed il sospetto di errori anche nella ripartizione delle risorse. Quindi, nuovo bando, nuova ripartizione delle risorse e tutti felici come se non fosse successo nulla. Solo un piccolo particolare: ad oggi nessun agricoltore ha ancora ricevuto i premi per le misure agroambientali sulle domande 2016. Ma questo forse poco importa!
Dopo qualche mese di pazienza arrivano i bandi per le misure strutturali di ammodernamento delle aziende agricole e per il primo insediamento. Nel frattempo, giunti a giugno 2017, dunque al compimento del primo anno, ci si chiede: qualche domanda la si potrà non solo candidare ma anche finanziare? Purtroppo no, in quanto non funzionano i sistemi informatici e bisogna chiarire aspetti burocratici; in sostanza, serve ancora del tempo.
Gli agricoltori vorrebbero investire e, come in altre regioni d'Italia, vorrebbero farlo anche avvalendosi delle risorse pubbliche preposte per tali investimenti. Ma, si sa, noi al Sud sopportiamo, siamo pazienti e sappiamo aspettare. Nel frattempo, forse, è legittimo chiedersi: se fosse stato un assessore di centro-destra a dirigere l'Assessorato regionale nel bel mezzo di tutto questo, cosa sarebbe successo? Ed ancora: non sarà forse il caso che si cominci ad invocare, ove possibile, un'autorità di commissariamento e controllo sulle procedure dei bandi e di spesa in agricoltura, per evitare che la Puglia, come sempre più spesso accade negli ultimi anni, debba essere costretta a restituire i fondi comunitari perché non è stata in grado di spenderli in un settore che, nonostante la crisi, resta uno dei pochi ancora trainante in questa Regione? Ai posteri l'ardua sentenza".