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Vita di città

Dossier Immigrazione, nella provincia Bat 11.296 stranieri residenti

Gesmundo (Cgil): "Lavoratori immigrati più esposti a ricatto lavoro e minor sicurezza"

Non sono numeri, sono persone, sono storie, spesso di sofferenza. Questo è il senso del Dossier Statistico Immigrazione, realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti. Giunto alla 30esima edizione, dopo la web conference di ieri nella quale sono stati illustrati i principali dati nazionali, questa mattina presso la Cgil Puglia una conferenza stampa per fare il focus sulla nostra regione. "I dati ci dicono che non c'è nessun allarme immigrazione nel Paese – commenta il segretario generale Pino Gesmundo -. Anzi come spiega il dossier a spingere persone nell'irregolarità sono stati provvedimenti miopi della politica presi sull'onda propagandistica populista, come il primo Decreto sicurezza".

In Puglia la popolazione straniera residente è cresciuta dell'1,5%, passando da 138.478 unità a 140.564. Una crescita dovuta anche ai nuovi nati: 1.527, circa il 2% in più rispetto allo scorso anno. I residenti stranieri rappresentano il 3,5% della popolazione pugliese. Bari resta la provincia con il maggior numero di residenti stranieri (43.095), seguita da quelle di Foggia (32.247), Lecce (26.918), Taranto (14.725), Brindisi (12.283) e Barletta-Andria-Trani (11.296). La maggioranza degli stranieri che risiedono in Puglia provengono dal continente europeo (55,2%) e in particolare dall'Unione europea (35,0%). Gli africani sono il 23,2%, gli asiatici il 18,3% e gli americani il 3,2%. I primi cinque paesi per numero di residenti sono Romania (con 35.758 unità, pari al 25,4% del totale), Albania (22.094, 15,7%), Marocco (10.417, 7,4%), Cina (6.358, 4,5%) e Senegal (4671, 3,3%).

Per quel che riguarda il lavoro dei cittadini stranieri, l'83,7% degli occupati stranieri sono lavoratori dipendenti. La maggioranza (65,4%) è inserita nel settore dei servizi (tra cui il 24,2% nei servizi domestici e il 23,2% nel commercio), il 23,3% nel settore dell'agricoltura e l'11,4% nell'industria (tra cui il 6,8% nelle costruzioni). La retribuzione mensile percepita dai cittadini stranieri in Puglia è pari in media a 911 euro a fronte di 1.264 euro dei lavoratori italiani. Il 27,4% degli occupati stranieri risultano sovraistruiti e nel 3,2% dei casi sottoccupati, le stesse percentuali si registrano per gli italiani.

"Come ci è stato illustrato dai docenti che hanno lavorato alla stesura del report regionale – spiega Gesmundo – si confermano in Puglia i processi di stabilizzazione della presenza straniera sul territorio. Particolarmente significativi in tal senso sono i dati relativi all'aumento delle acquisizioni di cittadinanza, al numero dei permessi di soggiorno di lungo periodo e ai motivi di rilascio dei permessi di soggiorno, al numero dei nuovi nati, all'aumento del numero degli iscritti stranieri in tutte le scuole della regione. C'è un tema che è quello legato alle condizioni di lavoro, in special modo in questa fase in cui è ripresa in modo esponenziale la diffusione del Covid: per chi lega la propria condizione di regolarità al lavoro, non è libero dall'esigere il rispetto di tutte le misure di sicurezza, che potrebbe mettere a rischio la sua occupazione. Lo abbiamo visto soprattutto nel settore agricolo e agro alimentare durante il lockdown ma anche questa estate nella stagione delle grandi raccolte".

"Ogni sforzo legislativo dovrebbe essere orientato a una programmazione e gestione degli ingressi, predisponendo una accoglienza degna, provando a far emergere chi è costretto a vivere nell'irregolarità, con provvedimenti sanatori meglio costruiti rispetto a quello della scorsa estate, le cui criticità erano state già evidenziate dalla Cgil. Uomini e donne che hanno diritto a veder riconosciuta la loro dignità di cittadini e lavoratori e che contribuiscono e costruire la ricchezza di questo Paese".
  • Cgil Puglia
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