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Eventi e cultura

Crisi climatica e nuove sensibilità: ecco perchè ci serve l’Andria Food Policy Hub

Presentate le startup di innovazione sociale che animeranno il laboratorio delle buone politiche del cibo al Chiostro San Francesco

Entra nella quotidianità, scandisce le nostre giornate, racconta le abitudini del singolo cittadino ma anche la storia dei Paesi. E' la lente attraverso la quale conoscere una città: chi abita, chi produce, chi commercia, chi consuma. Si tratta del cibo.

Già con l'Expo 2015 il mondo intero rifletteva sul tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita", proponendo al mondo una riflessione sulle politiche riguardanti il cibo. In seguito, gli studi hanno affermato che entro il 2050 circa i due terzi della popolazione mondiale vivranno in aree urbane e dunque l'approvvigionamento del cibo salutare diventerà ancor più difficile in un mondo che soffre la malnutrizione (circa il 90% della popolazione residente nelle periferie degradate delle megalopoli del Sud del mondo non ha accesso a cibo nutriente) e che va incontro ad un inasprimento dei danni della crisi climatica.

Per questo diverse città stanno scegliendo di adottare le food policy, ovvero una serie di buone politiche relative al tema che si propongono di garantire alimenti nutrienti per tutti, promuovere la sostenibilità, educare al cibo, lottare contro gli sprechi, sostenere la ricerca. Tra queste c'è l'Andria Food Policy Hub: unico laboratorio in Puglia, voluto dal Comune di Andria, che nasce dalla capacità di percepire il cambiamento e di guardare lontano per chiedersi: "di questo passo, dove saremo tra 50 o 100 anni?". A dar forma alle risposte, ma con lo sguardo proiettato verso un futuro etico e sostenibile, sono state le quattro startup dell'Andria Food Policy Hub, nate da un percorso di formazione durato alcuni mesi. Nella giornata di giovedì 27 luglio, presso la biblioteca comunale "G. Ceci" di Andria, gli ideatori delle imprese di innovazione sociale hanno presentato le loro idee ad una commissione, che le ha accolto con grande favore.

Conosciamo nel dettaglio i progetti.
  1. Utilizzo spropositato dell'auto in città e spreco alimentare di ristoranti e sale ricevimenti sono i due principali problemi a cui risponde il progetto "Ciclifood" di Giovanni Prezioso, Eleonora Eliotropio e Sabino Ardito; un servizio di consegna con cargo e-bike, ovvero mezzi eco-friendly, che permetteranno di ricevere a casa prodotti di filiera corta o foodbox con alimenti che cercano una seconda vita.
  2. Difficoltà a reperire prodotti di qualità e a fare una spesa consapevole sono, invece, le difficoltà riscontrate a cui fanno fronte Gigi Brandonisio e Giuseppe Lombardi con il progetto "Goodo, mangio e racconto": un progetto di educazione alla spesa con consigli pratici e tanti eventi culturali.
  3. Cibo etico ma anche sapori genuini e piatti nutrienti sono i valori su cui scommette "Agricult" di Stefania Cannone, Silverio Liso e Giorgio Cicco, ovvero il primo mercato contadino a km0 in grado di offrire un'esperienza di cucina contadina e un assaggio del mondo dell'agroecologia proprio in centro città.
  4. Non manca l'attenzione all'inclusione delle categorie più fragili: ad occuparsene è "Autfood, la tua carriera su misura" della Fondazione pugliese per le neurodiversità, nelle persone di Stefano Inchingolo e Michela Nicolamarino. L'obiettivo è abbattere gli stereotipi relative alle neurodiversità e offrire opportunità lavorative nel settore agrifood.
Quattro progetti, quattro gruppi di lavoro, che si propongono come biglietto di sola andata della città di Andria per un futuro più sensibile alle tematiche di sostenibilità ambientale ed etica.

Grande soddisfazione tra i presenti all'incontro, tra cui la Segretaria Generale Rosa Arrivabene, il Rup Vincenzo Scarpa, gli assessori e la sindaca Giovanna Bruno: «E' emozionante rendersi conto di come le idee sviluppate in questi mesi si siano concretizzate: i quattro progetti, capaci di coniugare radici agroalimentari a desiderio di socialità anche rispetto alle fragilità, ci danno la possibilità di immaginare come l'Hub di innovazione sociale possa diventare parte attiva della nostra città».

«Bellissima la sinergia tra i componenti dei gruppi di lavoro - ha commentato l'assessora alla bellezza Daniela Di Bari -. Questo ci racconta quanto la città possa svilupparsi nella collaborazione, a partire dai desideri che animano le persone. Non vediamo l'ora di vedere l'Hub di innovazione sociale, incubatore di azioni belle, prendere vita grazie a questi progetti disseminando in tutta la città e oltre semi di bellezza come nutrimento culturale. Che il bene fatto bene sia presenza viva nella comunità».
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  • Chiostro di San Francesco
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