Consorzio della Burrata di Andria IGP
Consorzio della Burrata di Andria IGP
Territorio

Costo delle stalle più del 60%, oltre 10% energia per produrre cibo

Preoccupazione della Coldiretti Puglia

Il rincaro dell'energia e dei mangimi per l'alimentazione degli animali ha già spinto a +60% rispetto alla media i costi delle oltre duemila stalle dove si allevano i bovini per le produzioni dei formaggi della tradizione Made in Puglia alle prese anche con una burocrazia soffocante che moltiplica spese e controlli. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia con l'agroalimentare che in Puglia assorbe dal campo alla tavola oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all'anno dei consumi totali.

L'aumento del costo dei mangimi collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell'attuale crisi Ucraina ha prodotto – spiega Coldiretti - un aumento dei costi per le produzioni delle uova, del latte e delle carni, al quale si sono aggiunti i rincari su dell'energia. Il risultato è un crollo del valore aggiunto che in alcuni settori sfiora i 100mila euro ad azienda e che mette un allevamento su dieci a serio rischio di chiusura, secondo un'analisi Coldiretti su dati Crea.

Il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile – aggiunge Coldiretti Puglia - dove la Fattoria Puglia assicura un decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dall'attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali e un patrimonio dell'agroalimentare Made in Italy che in Puglia vanta ben 4 formaggi DOP, la burrata di Andria IGP e 17 specialità riconosciute tradizionali dal MIPAAF, con le specialità provenienti dalla Puglia come il Canestrato leccese, il Caciocavallo podolico Dauno, il Caciocavallo della Murgia.

Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un'importanza per l'economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti - perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

Una situazione difficile e ingiusta da risolvere prima possibile con la razionalizzazione delle procedure burocratiche di controllo per una maggiore efficienza che da un lato garantisca sempre la qualità delle produzioni e dall'altro permetta alle aziende di continuare a lavorare per garantire i rifornimenti alimentari alle famiglie e difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento storico delicato come quello che stiamo vivendo a causa della guerra in Ucraina, conclude Coldiretti che ha segnalato la questione al Ministero delle Politiche agricole chiedendo una soluzione in tempi rapidi per evitare di ridurre il potenziale produttivo nazionale a causa di costi in continua cresciuta.
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