Cimitero di Andria
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Coronavirus: novembre e dicembre al Cimitero di Andria, bare in attesa per l’ultimo saluto

Amarezza e tanto dolore nel non poter accompagnare con veglia e santa messa il momento del trapasso

Gli ultimi mesi dell'anno appena trascorso, sono stati tra i più difficili ad Andria per quanto riguarda la pandemia da covid 19. I dati in salita dei contagi sono stati la punta dell'iceberg di una situazione di forte preoccupazione, che si è andata manifestando tra la cittadinanza. La morte, già di per sé tragica, ha reso ancor più drammatici i momenti trascorsi nelle famiglie che hanno visto perdere i propri cari per il virus. Se la scomparsa di un proprio caro è uno dei momenti più intimi e toccanti della vita di ognuno di noi, vedersi strappare un congiunto a causa del covid, rappresenta una esperienza che sconvolge, anche a fronte dell'ineluttabilità di questa ultima parte di vita terrena.

Il solo mese di novembre, vero e proprio mense horribilis, che mediamente vedeva ad Andria, nei due anni precedenti, la scomparsa mediamente di circa 70 persone, ha toccato nel 2020 la percentuale del 120%, raggiungendo nel mese i 170-180 decessi, non tutti da covid 19.
Le precise disposizioni anti contagio dei vari DPCM, hanno portato ad una vera e propria rivisitazione della pietas popolare, rispetto a quella che era stata, fino ai mesi di marzo-aprile. A questo nuovo modo di rivolgere l'ultimo saluto ai propri cari, si sono dovute uniformare sia le celebrazioni religiose sia l'attività delle imprese funebri, circa dieci quelle operanti ad Andria. Ne abbiamo parlato con alcuni dei titolari.

"Non è stato semplice per noi esercenti attività funerarie venire incontro alle richieste provenienti dalle famiglie, colpite negli affetti più cari da questo infame virus –sottolinea Nicola Capogna-. Raccogliere in un feretro la salma già sigillata, in uscita dall'ospedale e consegnarla alla famiglia senza la possibilità di guardare il volto il proprio caro per l'estremo saluto, è qualcosa di veramente toccante. Noi tutti stiamo cercando di rendere questo momento più umano e compassionevole, anche se a volte riesce veramente difficile".

Per le scomparse causa covid, vi è infatti solo la benedizione della salma, che avviene nel piazzale antistante il cappellone comunale, all'interno del Cimitero. Non vi è funzione religiosa in chiesa, nè è possibile per la famiglia portare il caro estinto alla sua abitazione o ad una casa funeraria per la veglia diurna e notturna.

"Mai avremmo immaginato, solo un anno fa, di vivere questa toccante esperienza". A parlare è Nuccio Troia. "Se non abbiamo più i picchi di 4 o anche 5 decessi giornalieri di covid, com'è accaduto a novembre, a dicembre l'incremento delle morti da covid ad Andria è stato del 50%. Purtroppo, a volte, ci scontriamo con l'omertà, sia pure giustificata, della famiglia che a fronte di un congiunto scomparso nella propria abitazione, pur di ricevere una regolare funzione religiosa, omette di riferirci le cause del decesso. Spesso, raggiungere il medico di famiglia o l'ufficio igiene della Asl risulta alquanto difficile e purtroppo, siamo costretti a prendere delle decisioni immediate, anche difficili, come quella di sigillare subito il feretro, non potendo rischiare contagi, a cominciare da noi per primi. In alcuni casi, abbiamo accompagnato noi il feretro, per l'ultimo saluto, in quanto gli stretti congiunti del caro estinto si trovavano in quarantena, impossibilitati a raggiungere il Cimitero".

"In alcune giornate di novembre, il Cimitero di Andria si è intasato di salme che attendevano la benedizione religiosa da parte del sacerdote e, per non creare assembramenti, siamo stati costretti a scaglionare le brevi cerimonie, alla presenza di pochi parenti –prosegue Antonio Ernesto-. Forse il dato esatto dei decessi causati dal covid 19 ad Andria non sarà mai conosciuto, perché molti nostri concittadini sono morti in ospedali o case di cura di altre province, scomparse che così sono andate a far numero in altri territori. Come imprese funebri, mai come adesso, siamo state il trait d'union tra le famiglie ed il congiunto scomparso. Il mio rammarico, come anche quello dei colleghi, è quello di non aver potuto mettere a disposizione il servizio delle veglie notturne all'interno delle nostre case funerarie. Siamo riusciti a tumulare i feretri entro le 72 ore, così come prescritto dalla normativa in vigore, anche in questo caso, con la collaborazione della Società San Riccardo che gestisce il Cimitero, limitando il più possibile l'accesso di parenti e familiari, così da non creare assembramenti. Solo in pochi casi abbiamo dovuto portare il feretro fuori Andria, a Bari o a Foggia, per eseguire la cremazione, secondo il volere del defunto o della sua famiglia, riuscendo sempre a non creare ritardi o slittamenti nei previsti e concordati orari delle esequie".

A fronte dei primi dati diffusi in questi giorni di inizio d'anno, per non rischiare una terza drammatica ondata pandemica, è necessario che tutti, pur a fronte dell'avvio del piano vaccinale, usino sempre la massima prudenza, rispettando tutte le norme che attengono al distanziamento sociale ed all'igiene personale, così da scongiurare decessi che ormai colpiscono tutte le fasce della popolazione.
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