
Attualità
12 luglio 2016-12 luglio 2021: dare senso al dolore
Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria, nel 5° anniversario del disastro ferroviario sull'Andria-Corato
Andria - lunedì 12 luglio 2021
07.00
Chissà quanti quel giorno avranno fatto una colazione veloce con un tea. L'ultimo sguardo fugace allo specchio e via, nel timore di perdere il treno per raggiungere il posto di lavoro o per il disbrigo di altri impegni, o magari per realizzare un sogno. Con un sorriso stampato sulle labbra, si sale in treno, si chiacchiera con le amiche o gli amici incontrati nel vagone, poi ecco l'impatto devastante, lo stridore delle lamiere, l'urlo dei feriti, il silenzio degli alberi, il frinire delle cicale, il caldo soffocante, lo scenario che lascia sul terreno 23 vittime e decine di feriti.
Dare senso al dolore! Impossibile non sentire l'eco di tanto profondo dolore che inquieta e ritorna ogni giorno – più che mai in questi giorni – più forte di sempre, a bussare forte ai nostri cuori. Dare senso al dolore. Com'è possibile? Tra mille fatiche fisiche, adeguamenti improvvisi, lo stravolgimento dei propri tempi e spazi; i ritmi stressanti di percorsi (anche giudiziari) portati ancor oggi avanti…; il dolore, il grande dolore per un figlio, una figlia, un padre, una madre…perché la morte gli si è avvicinata con la sua sconvolgente ineluttabilità!
Dare senso al dolore. Com'è possibile? Che significato ha il dolore, questo dolore, i molteplici dolori il cui grido arriva da tante parti del mondo? Come e cosa dire a mamma Nicoletta, mamma Gelsomina, a papà Giuseppe, a papà Piero? E alle famiglie di Pasquale, Alessandra, Luciano, Fulvio, Patty, Enrico, Jolanda, Giuseppe A., Donata, Salvatore, Gabriele, Giovanni, Antonio, Maurizio, Ludovico, Nicola, Rossella, Cinzia, Serafina, Albino, Julia, Benedetta, Michele.
Che significato ha questa domanda se per anni si è elusa la risposta? Forse anche nel dolore solo l'incontro con il Cristo Crocifisso e Abbandonato può dare risposta? Può dare quella pace agognata, di cui diceva il grande Vescovo Agostino: «Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te»?
Dare senso al dolore! Impossibile non sentire l'eco di tanto profondo dolore che inquieta e ritorna ogni giorno – più che mai in questi giorni – più forte di sempre, a bussare forte ai nostri cuori. Dare senso al dolore. Com'è possibile? Tra mille fatiche fisiche, adeguamenti improvvisi, lo stravolgimento dei propri tempi e spazi; i ritmi stressanti di percorsi (anche giudiziari) portati ancor oggi avanti…; il dolore, il grande dolore per un figlio, una figlia, un padre, una madre…perché la morte gli si è avvicinata con la sua sconvolgente ineluttabilità!
Dare senso al dolore. Com'è possibile? Che significato ha il dolore, questo dolore, i molteplici dolori il cui grido arriva da tante parti del mondo? Come e cosa dire a mamma Nicoletta, mamma Gelsomina, a papà Giuseppe, a papà Piero? E alle famiglie di Pasquale, Alessandra, Luciano, Fulvio, Patty, Enrico, Jolanda, Giuseppe A., Donata, Salvatore, Gabriele, Giovanni, Antonio, Maurizio, Ludovico, Nicola, Rossella, Cinzia, Serafina, Albino, Julia, Benedetta, Michele.
Che significato ha questa domanda se per anni si è elusa la risposta? Forse anche nel dolore solo l'incontro con il Cristo Crocifisso e Abbandonato può dare risposta? Può dare quella pace agognata, di cui diceva il grande Vescovo Agostino: «Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te»?