Decervellamento
Baby gang e gruppi devianti
Spie di un disagio
martedì 19 febbraio 2013
Situazioni di derisione e insulto, forme di minaccia ed estorsione, vere e proprie forme di aggressione o persecuzione fisica: sempre più spesso, per strada, a scuola o in contesti a essa collegati si verificano episodi di violenza tra preadolescenti o adolescenti.
A seconda del bersaglio e delle caratteristiche di chi agisce la violenza si può parlare di bullismo, di violenza individuale o di violenza di gruppo, come nel caso delle baby-gang. Baby gang e gruppi devianti minorili. Definiamoli.
Le baby gang hanno caratteristiche peculiari che le differenziano da altri tipi di gruppi devianti minorili: la guida di un leader, una definita gerarchia interna, il controllo di un territorio, una certa stabilità nel tempo data dalla coesione interna e dal senso di appartenenza al gruppo, rivalità e scontri con le gangs rivali e condotte a rischio e delinquenziali. In Italia, tuttavia, sembra trattarsi più di gruppi devianti che di vere bande.
Quali potrebbero essere i fattori di rischio? I gruppi devianti potrebbero essere la spia di un disagio diffuso che coinvolge i giovani e che si manifesta in comportamenti antisociali. Un disagio che a volte nasce, o più semplicemente non trova spazio di espressione, nell'ambiente familiare e che attraverso il gruppo dei pari traduce il malcontento e la problematicità in forme di relazione e comunicazione non lecite.
Come affrontare il disagio? Considerato il ruolo determinante svolto dalla famiglia nello sviluppo psicologico dei ragazzi in una fase delicata come quella adolescenziale, sarebbe basilare intervenire sulla famiglia con progetti di sostegno alla genitorialità e favorire il coinvolgimento della famiglia in attività solidaristiche e prosociali. E' fondamentale offrire agli adolescenti esempi, luoghi dove aggregarsi, fare sport e altre attività nelle quali incanalare l'aggressività. Ai giovani è possibile insegnare a incontrarsi per costruire, non per distruggere, e frequentarsi, con stimoli e obiettivi piacevoli, costruttivi e interessanti.
Nell'adolescenza vi è un accumularsi di cambiamenti che rende quest'età critica ed è necessario dare sostegno, offrire una guida, motivazioni e strutture che li accolgano.
A seconda del bersaglio e delle caratteristiche di chi agisce la violenza si può parlare di bullismo, di violenza individuale o di violenza di gruppo, come nel caso delle baby-gang. Baby gang e gruppi devianti minorili. Definiamoli.
Le baby gang hanno caratteristiche peculiari che le differenziano da altri tipi di gruppi devianti minorili: la guida di un leader, una definita gerarchia interna, il controllo di un territorio, una certa stabilità nel tempo data dalla coesione interna e dal senso di appartenenza al gruppo, rivalità e scontri con le gangs rivali e condotte a rischio e delinquenziali. In Italia, tuttavia, sembra trattarsi più di gruppi devianti che di vere bande.
Quali potrebbero essere i fattori di rischio? I gruppi devianti potrebbero essere la spia di un disagio diffuso che coinvolge i giovani e che si manifesta in comportamenti antisociali. Un disagio che a volte nasce, o più semplicemente non trova spazio di espressione, nell'ambiente familiare e che attraverso il gruppo dei pari traduce il malcontento e la problematicità in forme di relazione e comunicazione non lecite.
Come affrontare il disagio? Considerato il ruolo determinante svolto dalla famiglia nello sviluppo psicologico dei ragazzi in una fase delicata come quella adolescenziale, sarebbe basilare intervenire sulla famiglia con progetti di sostegno alla genitorialità e favorire il coinvolgimento della famiglia in attività solidaristiche e prosociali. E' fondamentale offrire agli adolescenti esempi, luoghi dove aggregarsi, fare sport e altre attività nelle quali incanalare l'aggressività. Ai giovani è possibile insegnare a incontrarsi per costruire, non per distruggere, e frequentarsi, con stimoli e obiettivi piacevoli, costruttivi e interessanti.
Nell'adolescenza vi è un accumularsi di cambiamenti che rende quest'età critica ed è necessario dare sostegno, offrire una guida, motivazioni e strutture che li accolgano.