Decervellamento
Nati per la musica
L'intelligenza musicale
martedì 4 giugno 2013
Vi ricordate l'articolo in cui parlavo di Howard Gardner e delle numerose sfaccettature dell'intelligenza umana? Il noto studioso della mente e psicologo ipotizza nove forme di intelligenza diverse che ognuno di noi potrebbe possedere a livelli differenti.
Oggi parleremo della quarta intelligenza ipotizzata da Gardner e denominata musicale, ossia capacità di percepire, discriminare, trasformare ed esprimere forme musicali. Capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi. Questa attitudine appare sin dai primi mesi di vita. Dopo il quinto mese di vita intrauterina, il nascituro può percepire e distinguere i suoni che vengono dall'interno e dall'esterno del corpo della madre. Alcune ricerche dimostrano che bambini di due mesi sono in grado di imitare la tonalità, il volume ed il profilo melodico delle canzoni della madre, ed a quattro mesi possono anche accompagnarne la struttura ritmica.
Nelle popolazioni in cui la musica è parte integrante della vita quotidiana, i bambini imparano a cantare e danzare così come a parlare. Come avviene agli Anang, popolazione della Nigeria, che educano alla musica i loro figli sin dalle prime settimane di vita. A cinque anni un giovane anang sa cantare centinaia di canzoni, suonare diversi strumenti a percussione ed eseguire dozzine di complicati passi di danza.
Quindi si rivela importante un approccio precoce all'educazione al suono, veicolo del linguaggio musicale, capace di costruire e organizzare connessioni neurali, facilitare l'espressione di idee ed emozioni e favorire la socializzazione. La naturale propensione all'ascolto non è abbastanza per trarre i benefici che vengono riconosciuti alla musica. Sempre più aumenta, negli educatori, la consapevolezza che la crescita e il moltiplicarsi delle capacità di cui siamo dotati alla nascita richiedono cura e attenzione, buoni orientamenti e risorse adeguate.
Buon ascolto allora!
Oggi parleremo della quarta intelligenza ipotizzata da Gardner e denominata musicale, ossia capacità di percepire, discriminare, trasformare ed esprimere forme musicali. Capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi. Questa attitudine appare sin dai primi mesi di vita. Dopo il quinto mese di vita intrauterina, il nascituro può percepire e distinguere i suoni che vengono dall'interno e dall'esterno del corpo della madre. Alcune ricerche dimostrano che bambini di due mesi sono in grado di imitare la tonalità, il volume ed il profilo melodico delle canzoni della madre, ed a quattro mesi possono anche accompagnarne la struttura ritmica.
Nelle popolazioni in cui la musica è parte integrante della vita quotidiana, i bambini imparano a cantare e danzare così come a parlare. Come avviene agli Anang, popolazione della Nigeria, che educano alla musica i loro figli sin dalle prime settimane di vita. A cinque anni un giovane anang sa cantare centinaia di canzoni, suonare diversi strumenti a percussione ed eseguire dozzine di complicati passi di danza.
Quindi si rivela importante un approccio precoce all'educazione al suono, veicolo del linguaggio musicale, capace di costruire e organizzare connessioni neurali, facilitare l'espressione di idee ed emozioni e favorire la socializzazione. La naturale propensione all'ascolto non è abbastanza per trarre i benefici che vengono riconosciuti alla musica. Sempre più aumenta, negli educatori, la consapevolezza che la crescita e il moltiplicarsi delle capacità di cui siamo dotati alla nascita richiedono cura e attenzione, buoni orientamenti e risorse adeguate.
Buon ascolto allora!