Biologica-Mente

Le cellule che nutrono i tumori

Una scoperta sulle forme che colpiscono il cervello

Anche le cellule tumorali hanno bisogno di una "balia" per crescere e nutrirsi. I ricercatori degli Istituti di Istologia e di Neurochirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli in collaborazione con il team del Prof. Angelo Vescovi, dell' Università Milano-Bicocca, hanno dimostrato che nel glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo esistente e nel tessuto che lo circonda, sono attive cellule staminali trasformate che favoriscono la formazione di vasi sanguigni. Il lavoro è stato presentato in occasione della Giornata della ricerca 2013.

Il glioblastoma è il tumore maligno più comune e frequente del sistema nervoso, che colpisce le cellule della glia, cellule con funzione di supporto e nutrimento che assieme ai neuroni formano il nostro sistema nervoso centrale. Colpisce soprattutto gli adulti, con un decorso molto breve (solitamente tre mesi). Le terapie ad oggi utilizzate per combatterlo sono la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.

Le cellule staminali sono cellule da considerare "immacolate", poiché non specializzate e capaci di potersi trasformare in diversi altri tipi di cellule del corpo. Nel nostro organismo sono presenti in diversi tessuti, per esempio nel midollo o nel tessuto adiposo e sono dette in questo caso adulte (diverse da quelle embrionali), poiché in grado di produrre delle cellule di ricambio per diversi tessuti. Già nel 2000 però un gruppo statunitense (Clarke D. L. e al.) trovò e isolò queste cellule anche nel sistema nervoso, cosa fino ad allora creduta impossibile. Alcune di queste cellule staminali normali adulte possono trasformarsi, però, in cellule staminali tumorali (CST), aiutando l'insorgenza del glioblastoma e la sua progressione.

Gli studiosi, analizzando molti pazienti colpiti dal tumore, hanno isolato sia nel tessuto vicino sia all'interno dello stesso glioblastoma numerose popolazioni di CST. Attraverso moderne tecniche di laboratorio hanno studiato l'espressione, da parte di queste cellule, di molecole che favoriscono la formazione di nuovi vasi sanguigni e la riduzione dell'ossigeno, processi cruciali per la sopravvivenza e la progressione del tumore.

L'eccezionale scoperta della presenza di questo tipo di cellule all'interno del tumore potrebbe servire sia a scopo diagnostico, che prognostico e soprattutto si potrebbero mettere a punto trattamenti personalizzati per ogni paziente diretti verso l'eliminazione di queste cellule, fondamentali alla sopravvivenza del tumore.
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