Biologica-Mente

L'interruttore della fame

Scoperto il meccanismo dell’insaziabilità

È tutto nel cervello. Ti alzi, apri il frigorifero e inizi a svuotarlo pur non avendo effettivamente fame. La mancanza di sazietà sarebbe regolata da un circuito all'interno del cervello. A scoprirlo è stato un team di ricercatori dell'Università del North Carolina a Chapel Hill, che si sono guadagnati una pubblicazione su Science.

È noto come i centri della fame e della sazietà si trovino nell'ipotalamo, una zona centrale del cervello situata tra i due emisferi celebrali . L'ipotalamo è una regione importantissima nel sistema nervoso centrale e regola, oltre all'assunzione di cibo, numerose altre attività quali il sonno, la termoregolazione e l'equilibro idro-salino. Come già ipotizzato da Stellar nel 1954, il centro della fame si trova nell'area laterale dell'ipotalamo ventrale e, opportunamente stimolato, provoca appunto improvvisi attacchi di fame. Al contrario, il centro della sazietà è situato nel nucleo ventromediale e provoca senso di riempimento. Ma fino ad oggi non era stato chiarito come i due centri fossero regolati.

Il gruppo di ricercatori si è concentrato su una regione del cervello vicina al talamo chiamata nucleo del letto della stria terminale. Questa regione porta fasci di fibre nervose dall'amigdala (imputata alla gestione delle emozioni e della paura) a regioni quali il talamo, l'ipotalamo e i nuclei settali.

Per verificare l'effettivo coinvolgimento di questa area celebrale nel circuito che regola la fame, il team è ricorso alla optogenetica, creando topi con neuroni sensibili alla luce grazie all'ingegneria genetica. Gli studiosi hanno poi impiantato un sottile fascio di fibre ottiche nei loro cervelli che permetteva di "accendere e spegnere" i singoli neuroni coinvolti nel meccanismo. Hanno così scoperto che, attivando i suddetti neuroni, questi inviavano un segnale a una specifica sottopopolazione di neuroni dell'ipotalamo laterale, che utilizzano glutammato come neurotrasmettitore (i neuroni glutammatergici) li inducevano a inibire la loro attività, spingendo i topi a mangiare anche se già sazi (soprattutto cibi molto calorici). Invece, bloccando la comunicazione fra i neuroni del nucleo del letto della stria terminale e quelli dell'ipotalamo laterale i topi rifiutavano il cibo anche se molto affamati.

La scoperta potrebbe essere il primo passo verso la comprensione dell'origine di disturbi alimentari e dell'obesità e potrebbe aprire la strada a nuove cure.
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