Biologica-Mente

Il bilinguismo curativo

Parlare due lingue previene la demenza

I bilingui sono avvantaggiati in molti aspetti della vita. Ma oltre a lavoro, relazioni sociali, successo, ci sarebbe un altro tassello importante: la salute. Questo è quanto è stato ipotizzato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo e del Nizam's Institute of Medical Sciences di Hyderabad, in India, guidato da Suvarna Alladi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Neurology.

L'Alzheimer, la demenza vascolare e la demenza fronto-temporale sono forme di demenza senile sempre più diffuse oggigiorno. La demenza vascolare insorge in seguito ad un danno ischemico e porta alla parziale distruzione del tessuto celebrale. Quella fronto-temporale racchiude una serie di demenze primarie, differenti dall'Alzheimer, che portano ad una generale atrofia e degenerazione del lobo centrale e frontale del cervello.

Dallo studio condotto, l'insorgenza di queste patologie sembrerebbe però ritardata di circa cinque anni rispetto al normale in soggetti che parlano due lingue. I ricercatori sono riusciti a raggiungere queste conclusioni analizzando un campione di circa 650 persone di nazionalità indiana e affetti da una forma di demenza. I soggetti analizzati provenivano tutti dalla città di Hyderabad, la settima città indiana per grandezza, con una popolazione di circa 3.5 milioni di abitanti. Qui le lingue parlate correntemente sono due, il telugu, una delle 22 lingue ufficiali parlate in India e l'inglese, mentre il monolinguismo risulta essere un' eccezione.

L'analisi è stata effettuata sui dati statistici di insorgenza dei differenti tipi di demenza sui campioni testati. L'unico fattore correlato alla ritardata insorgenza è stato il bilinguismo, dopo aver preso in considerazione differenti parametri come grado di scolarizzazione, impiego, genere e ambiente di crescita. Probabilmente il passaggio continuo di suoni, parole, idee, concetti e strutture grammaticali manterrebbe il cervello naturalmente allenato, preservandolo dai danni dell'età.

«Questi risultati portano a ipotizzare che il bilinguismo influisca sulla demenza con più efficacia di qualunque farmaco disponibile attualmente» ha spiegato Thomas Bak, ricercatore dell'Università di Edimburgo, ma la ricerca in tal senso dovrà continuare.
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