Vita di città
Vicolo Casalino, alcuni residenti avviano una colletta per salvare l’edicola sacra
Una esemplare iniziativa per riqualificare l'antico dipinto, danneggiato dai vandali e dalle intemperie
Andria - sabato 10 aprile 2021
6.33
Sono trascorsi anni e quel graffito rosso continua a giacere sull'affresco della Madonna dei Miracoli in trono tra San Riccardo e San Bartolomeo. L'antico dipinto che sacralizza l'arco a tutto sesto del III Vicolo Casalino, nel centro storico cittadino che, assieme ad altri patrimoni di eguale funzione, contribuisce ad esaltare i simboli del cattolicesimo della nostra città, rischia di essere cancellato non solo dalla scia di uno spray, adoperato da qualche vandalo ignaro del valore culturale e artistico del dipinto, ma anche dal tempo.
Nel corso degli anni, i pigmenti utilizzati dagli artisti per la realizzazione del dipinto si sono sbiaditi e i colori in origine accesi appaiono oggi molto meno luminosi, a causa dell'esposizione dello stesso alle intemperie. Non solo. Mancano alcuni pezzi dell'affresco, evidentemente venuti meno per l'eccessiva umidità o sbalzi termici.
Se da una parte il tempo minaccia la conservazione dell'opera causando danni e alterazioni (a volte irreversibili), dall'altra l'incuria umana accelera tale fenomeno, provocandone un precoce degrado.
Il tempo cancella ma gli uomini ricordano. E la memoria è una dimensione anche religiosa, ancora viva tra i residenti della zona. "Purtroppo il dipinto sta scomparendo perché manca un'attenta manutenzione", spiegano alcuni dei residenti. "Non vogliamo privarci di questo dipinto dal grande valore storico, religioso e artistico, pertanto abbiamo deciso di avviare una colletta per restaurare l'affresco".
Una esemplare iniziativa, dunque, messa in atto da alcuni nostri concittadini, per valorizzare e conservare l'opera nella sua integrità; un passo fondamentale non solo per riconoscersi in essa, ma anche per garantire la trasmissione dei suoi valori culturali.
"Ho installato qualche tempo fa un piccolo faro per illuminare ed esaltare le figure sacre, seppur sbiadite, del dipinto", puntualizza un nostro concittadino. "Nel nostro piccolo tentiamo di salvare l'opera, considerando che continua ad essere un'importante attrazione turistica della città congiuntamente al nostro centro storico. Vogliamo ridare dignità al Vicolo, dove spesso vengono abbandonati rifiuti di ogni genere, soprattutto bottiglie di birra. Questo è davvero un gran peccato! La nostra storia non merita assolutamente di essere flagellata".
Secondo gli esperti, l'odonimo del Vicolo allude al termine "Casalino" ovvero un raggruppamento di case situate nella parte orientale della città, costruite da Pietro il Normanno verso la metà dell'XI secolo. Mentre l'affresco, risalente ad un periodo storico più recente (si presume intorno al XVIII secolo), è stato dipinto in posizione alta rispetto a chi lo osserva, per evitare che qualcuno passando potesse danneggiarla. Evidentemente una strategia che ben poco è servita per scongiurare atti vandalici, purtroppo, ancora ben radicati nella nostra società.
Nel corso degli anni, i pigmenti utilizzati dagli artisti per la realizzazione del dipinto si sono sbiaditi e i colori in origine accesi appaiono oggi molto meno luminosi, a causa dell'esposizione dello stesso alle intemperie. Non solo. Mancano alcuni pezzi dell'affresco, evidentemente venuti meno per l'eccessiva umidità o sbalzi termici.
Se da una parte il tempo minaccia la conservazione dell'opera causando danni e alterazioni (a volte irreversibili), dall'altra l'incuria umana accelera tale fenomeno, provocandone un precoce degrado.
Il tempo cancella ma gli uomini ricordano. E la memoria è una dimensione anche religiosa, ancora viva tra i residenti della zona. "Purtroppo il dipinto sta scomparendo perché manca un'attenta manutenzione", spiegano alcuni dei residenti. "Non vogliamo privarci di questo dipinto dal grande valore storico, religioso e artistico, pertanto abbiamo deciso di avviare una colletta per restaurare l'affresco".
Una esemplare iniziativa, dunque, messa in atto da alcuni nostri concittadini, per valorizzare e conservare l'opera nella sua integrità; un passo fondamentale non solo per riconoscersi in essa, ma anche per garantire la trasmissione dei suoi valori culturali.
"Ho installato qualche tempo fa un piccolo faro per illuminare ed esaltare le figure sacre, seppur sbiadite, del dipinto", puntualizza un nostro concittadino. "Nel nostro piccolo tentiamo di salvare l'opera, considerando che continua ad essere un'importante attrazione turistica della città congiuntamente al nostro centro storico. Vogliamo ridare dignità al Vicolo, dove spesso vengono abbandonati rifiuti di ogni genere, soprattutto bottiglie di birra. Questo è davvero un gran peccato! La nostra storia non merita assolutamente di essere flagellata".
Secondo gli esperti, l'odonimo del Vicolo allude al termine "Casalino" ovvero un raggruppamento di case situate nella parte orientale della città, costruite da Pietro il Normanno verso la metà dell'XI secolo. Mentre l'affresco, risalente ad un periodo storico più recente (si presume intorno al XVIII secolo), è stato dipinto in posizione alta rispetto a chi lo osserva, per evitare che qualcuno passando potesse danneggiarla. Evidentemente una strategia che ben poco è servita per scongiurare atti vandalici, purtroppo, ancora ben radicati nella nostra società.