
Attualità
Tragedia ferroviaria in Grecia: «Perché, Dio? Perché?»
Riflessione di Gennaro 'Gino' Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - giovedì 2 marzo 2023
Certo, di fronte a tante notizie e immagini dolorose, non c'è né donna né uomo – penso - che non senta il cuore riempirsi di dubbi, di buio e venir meno quella luce che s'era conquistata giorno dopo giorno. E un perché più forte di ogni altro perché affiora prepotente dal profondo dell'anima: "Perché, tanto dolore, tante morti? Come rispondere a questo lamento e tormento dell'umanità? A questa agonia che toglie la forza di sperare, di pensare, di pregare?
Come parlare di fede che non deve venir mai meno ponendo davanti ai nostri occhi financo la figura di un Giobbe? Perché, Dio han crocifisso Te, han crocifisso questa umanità? Giorno e notte Te lo chiediamo come quel soldato ferito in guerra, straziato in una corsia d'ospedale. Se Tu, o Dio, esisti, prendici per mano, dicci una parola, dacci una chiave di luce perché possiamo riprendere il cammino della vita sicuri di affrontare la notte che tutti ci avvolge così da testimoniare che Tu non sei morto invano, che non ci hai abbandonati ad una paurosa solitudine.
Fa o Dio, che ricominciamo a riconoscerti dentro le cose di tutti i giorni. Quando qualcuno ci accarezza una mano, o ci dice una parola, quando ci incantiamo davanti a un tramonto o a una persona che amiamo, quando abbracciamo una madre o un amico ritrovato e sentiamo la vita fiorire…dicci che siamo lì con Te. (Fra Giorgio)
E quando arriva un dolore fa che riconosciamo che sei Tu che vieni a visitarci, a consolarci, a darci la forza di credere che pure il dolore ha il su valore, che non va sprecato ma che, per un'alchimia divina, va trasformato in amore: dando pane a chi ha fame, acqua a chi a sete, un lavoro a chi un lavoro non ha, una giusta paga all'operaia/o. Ricantaci con i tuoi Angeli, quel canto dolce che invita ad "Amare per capire e riveder la luce sgorgare in noi".
Come parlare di fede che non deve venir mai meno ponendo davanti ai nostri occhi financo la figura di un Giobbe? Perché, Dio han crocifisso Te, han crocifisso questa umanità? Giorno e notte Te lo chiediamo come quel soldato ferito in guerra, straziato in una corsia d'ospedale. Se Tu, o Dio, esisti, prendici per mano, dicci una parola, dacci una chiave di luce perché possiamo riprendere il cammino della vita sicuri di affrontare la notte che tutti ci avvolge così da testimoniare che Tu non sei morto invano, che non ci hai abbandonati ad una paurosa solitudine.
Fa o Dio, che ricominciamo a riconoscerti dentro le cose di tutti i giorni. Quando qualcuno ci accarezza una mano, o ci dice una parola, quando ci incantiamo davanti a un tramonto o a una persona che amiamo, quando abbracciamo una madre o un amico ritrovato e sentiamo la vita fiorire…dicci che siamo lì con Te. (Fra Giorgio)
E quando arriva un dolore fa che riconosciamo che sei Tu che vieni a visitarci, a consolarci, a darci la forza di credere che pure il dolore ha il su valore, che non va sprecato ma che, per un'alchimia divina, va trasformato in amore: dando pane a chi ha fame, acqua a chi a sete, un lavoro a chi un lavoro non ha, una giusta paga all'operaia/o. Ricantaci con i tuoi Angeli, quel canto dolce che invita ad "Amare per capire e riveder la luce sgorgare in noi".