
Vita di città
Taglio di 100 alberi per la pineta comunale: "Maggiore considerazione per il verde pubblico cittadino"
All'indomani della notizia del drastico provvedimento ambientale, molti cittadini chiedono un cambio di rotta circa la tenuta del verde urbano
Andria - giovedì 14 agosto 2025
5.29
La notizia del taglio di 100 alberi nella pineta comunale, a ridosso del campo sportivo "degli Ulivi", a causa di un pericoloso coleottero che ha, di fatto, compromesso un quarto della storica pineta, ha suscitato critiche e messaggi di protesta alla nostra redazione da parte di tanti cittadini.
Leggendo la determinazione dirigenziale n. 3434 del 7 agosto scorso, nella quale si prevede l'affidamento di lavori di riqualificazione della pineta -ovvero per salvare la parte sana (così speriamo) di questa parte di verde pubblico tanto cara agli andriesi della zona La Specchia, si evince oltre a questo importante intervento, avvalorato sia da un agronomo esterno, il dottor Antonio Tritto che dall'agronoma comunale Eleonora Monaco, anche di interventi di abbattimenti di altri alberi malati, in altre zone della città, così come il taglio a raso di arbusti e sterpaglie nei pressi dell'inizio della provinciale 130, in contrada Monachelle, ciò per prevenire gli incendi, causa il caldo e la siccità che stanno colpendo pesantemente il nostro territorio.
Ebbene, molti lettori considerano a dir poco "tardivi" questi interventi di salvaguardia, sia per il taglio dei 100 alberi della pineta de "La Specchia", sia riguardo l'estirpazione di altri alberi moribondi presenti nelle aree a verde cittadine, come anche per l'alta erba secca che pericolosamente cinge molte zone periferiche cittadine, con il rischio di veder propagare degli incendi. Con preventivi interventi agronomici appropriati e tempestivi, non si sarebbero spesi meno dei 47mila euro del costo di questo attuale intervento?
Molte osservazioni sono state poste ieri, nel corso della nota della benemerita associazione ambientalista 3Palce, che parla giustamente come da "questi Errori e aggiungeremmo Orrori del passato e del presente, bisogna prendere esempio per non sbagliare più".
A voler essere ripetitivi, va infatti evidenziato come il ritardo di questo piano d'azione sul verde pubblico, è dimostrato dalle tante segnalazioni che sono giunte in questi mesi -cittadini singoli ed associati- che sottolineavano a più riprese la persistente moria di alberi, sia a causa della scarsa manutenzione sia dal tipo di essenze arboree piantumate erroneamente negli anni passati. Ma, allo stesso tempo, come oggi non guardare con un alone di dubbio, i vialoni che stanno sorgendo lungo il nuovo tracciato interrato della Ferrotramviaria e vederli così miseramente cementati (vedasi gli incroci di viale Gramsci e quello di via Milite Ignoto, per non parlare dell'allargamento dell'aiuola della piazza della Stazione, anch'essa miseramente tutta cementata). Come sono in tanti a chiedersi se ci sarà una scelta ponderata per le essenze che saranno piantumate lungo via Padre Niccolò Vaccina.
Andria, ricordiamolo, è nota per essere tra i capoluoghi di provincia con la minore superfice di verde urbano, un problema questo che rinviene certamente dal passato, sia ben chiaro, dal pressapochismo che ha imperversato per lunghissimo tempo verso questa problematica ambientale.
Considerato, come tutti ben sanno sanno che la legge n.10 del 14 gennaio 2013, ha introdotto alcune modifiche alla precedente legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992 con la quale era stato istituito l'obbligo di piantare un albero per ogni neonato con lo scopo di incentivare gli spazi verdi urbani, oggi il legislatore pone l'obbligo di piantare un albero proprio ai comuni più estesi (superiori a 15.000 abitanti) e non considerando solo le nascite, ma bensì anche i bambini adottati.
Tenuto conto che la piantumazione deve avvenire entro sei mesi, e non più in dodici, dalla nascita o dall'adozione, alcuni di questi lettori ci chiedono come si sta comportando il Comune di Andria.
Sarebbe interessante, se insieme alle osservazioni che giungeranno (così speriamo) dagli uffici comunali preposti, si instaurasse un dibattito in città, con proposte serie e costruttive, per vedere di aumentare la dotazione di verde urbano -c.d. foreste urbane, al fine di avere le auspicate zone ombreggiate- per questa nostra Andria, magari indicando spazi e luoghi che oggi soffrono per questa penuria di verde pubblico, come è stato fatto ad esempio dal recente progetto comunale per Largo Caneva.
Attendiamo, con speranza che ciò avvenga.
Leggendo la determinazione dirigenziale n. 3434 del 7 agosto scorso, nella quale si prevede l'affidamento di lavori di riqualificazione della pineta -ovvero per salvare la parte sana (così speriamo) di questa parte di verde pubblico tanto cara agli andriesi della zona La Specchia, si evince oltre a questo importante intervento, avvalorato sia da un agronomo esterno, il dottor Antonio Tritto che dall'agronoma comunale Eleonora Monaco, anche di interventi di abbattimenti di altri alberi malati, in altre zone della città, così come il taglio a raso di arbusti e sterpaglie nei pressi dell'inizio della provinciale 130, in contrada Monachelle, ciò per prevenire gli incendi, causa il caldo e la siccità che stanno colpendo pesantemente il nostro territorio.
Ebbene, molti lettori considerano a dir poco "tardivi" questi interventi di salvaguardia, sia per il taglio dei 100 alberi della pineta de "La Specchia", sia riguardo l'estirpazione di altri alberi moribondi presenti nelle aree a verde cittadine, come anche per l'alta erba secca che pericolosamente cinge molte zone periferiche cittadine, con il rischio di veder propagare degli incendi. Con preventivi interventi agronomici appropriati e tempestivi, non si sarebbero spesi meno dei 47mila euro del costo di questo attuale intervento?
Molte osservazioni sono state poste ieri, nel corso della nota della benemerita associazione ambientalista 3Palce, che parla giustamente come da "questi Errori e aggiungeremmo Orrori del passato e del presente, bisogna prendere esempio per non sbagliare più".
A voler essere ripetitivi, va infatti evidenziato come il ritardo di questo piano d'azione sul verde pubblico, è dimostrato dalle tante segnalazioni che sono giunte in questi mesi -cittadini singoli ed associati- che sottolineavano a più riprese la persistente moria di alberi, sia a causa della scarsa manutenzione sia dal tipo di essenze arboree piantumate erroneamente negli anni passati. Ma, allo stesso tempo, come oggi non guardare con un alone di dubbio, i vialoni che stanno sorgendo lungo il nuovo tracciato interrato della Ferrotramviaria e vederli così miseramente cementati (vedasi gli incroci di viale Gramsci e quello di via Milite Ignoto, per non parlare dell'allargamento dell'aiuola della piazza della Stazione, anch'essa miseramente tutta cementata). Come sono in tanti a chiedersi se ci sarà una scelta ponderata per le essenze che saranno piantumate lungo via Padre Niccolò Vaccina.
Andria, ricordiamolo, è nota per essere tra i capoluoghi di provincia con la minore superfice di verde urbano, un problema questo che rinviene certamente dal passato, sia ben chiaro, dal pressapochismo che ha imperversato per lunghissimo tempo verso questa problematica ambientale.
Considerato, come tutti ben sanno sanno che la legge n.10 del 14 gennaio 2013, ha introdotto alcune modifiche alla precedente legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992 con la quale era stato istituito l'obbligo di piantare un albero per ogni neonato con lo scopo di incentivare gli spazi verdi urbani, oggi il legislatore pone l'obbligo di piantare un albero proprio ai comuni più estesi (superiori a 15.000 abitanti) e non considerando solo le nascite, ma bensì anche i bambini adottati.
Tenuto conto che la piantumazione deve avvenire entro sei mesi, e non più in dodici, dalla nascita o dall'adozione, alcuni di questi lettori ci chiedono come si sta comportando il Comune di Andria.
Sarebbe interessante, se insieme alle osservazioni che giungeranno (così speriamo) dagli uffici comunali preposti, si instaurasse un dibattito in città, con proposte serie e costruttive, per vedere di aumentare la dotazione di verde urbano -c.d. foreste urbane, al fine di avere le auspicate zone ombreggiate- per questa nostra Andria, magari indicando spazi e luoghi che oggi soffrono per questa penuria di verde pubblico, come è stato fatto ad esempio dal recente progetto comunale per Largo Caneva.
Attendiamo, con speranza che ciò avvenga.