
Attualità
Sarah è arrivata di mattina
La prof.ssa Rosa Maria Ciritella racconta la storia di Sarah, giovane migrante già iscritta al CPIA Bat
BAT - mercoledì 21 ottobre 2020
11.22
«Chi, come me, ha l'enorme privilegio di insegnare in un CPIA – Centro Provinciale Istruzione Adulti – sa bene che la propria offerta formativa è permeata di nuove prospettive, di mutamento d'intenti: giovani o adulti giungono nelle nostre sedi – nel mio caso nel territorio della provincia BAT – conseguentemente ad una interruzione, ad una scelta errata, ad una impossibilità a realizzare quanto ci si prefigge o si anela. Una volta che i nostri studenti intraprendono il nuovo percorso, e tutti coraggiosamente, si realizza la relazione pedagogica che, in quanto tale, si basa su di una relazione affettiva tra docente e discente: i valori vengono riconosciuti come tali perché si riconosce autorevolezza, calibro, spessore alla figura di chi quei valori vuole trasmettere.
Ebbene tra noi docenti del CPIA ed i nostri studenti si crea sempre una relazione positiva e non sono soltanto i corsisti ad avvantaggiarsene ma anche noi docenti: ogni singolo individuo apporta nuova linfa alle nostre vite con la sua storia, con le sue esperienze, con la sua peculiare ed unica personalità. Accoglienza, confronto, collaborazione, condivisione sono le nostre "parole-chiave"; ogni anno, fiduciosi, siamo pronti a mettere in atto quel "miracolo" della conoscenza reciproca che ha il potere di fugare tutte le paure, anche le più profonde, quelle che vengono dalle viscere della nostra società e che intossicano le relazioni e danno origine ai più nefasti conflitti. La conoscenza comprende – nel senso etimologico del "prendere con sé – rischiara, fa luce». A scrivere è Rosa Maria Ciritella, docente di Lettere presso il CPIA Bat presieduto dal prof. Paolo Farina. La bella storia di seguito raccontata dalla prof.ssa Ciritella riguarda Sarah, giovane migrante già iscritta al CPIA Bat.
«La storia che sto per narrare fa star lieti e ci incoraggia a perseguire i nostri obiettivi e a non demordere mai. Il pomeriggio di un giorno della fine di settembre di tre anni fa, fra i tanti neoiscritti, giovani migranti, è giunta nella nostra sede tranese del CPIA BAT una ragazza, scrupolosamente fiancheggiata da un'educatrice di un'associazione tra quelle che si occupavano a quel tempo di minori non accompagnati; era insieme ad altre due coetanee, diventate amiche una volta giunte in Italia, tutte dalla Nigeria. La cosa che mi ha subito colpito, oltre ai suoi modi gentili e rispettosi, è stata la modalità di compilazione della scheda con i suoi dati: alla voce "data di arrivo in Italia" ha scritto: "mattina". Ciò mi è sembrato meraviglioso: una giovanissima ragazza, all'alba della sua vita, in un Paese straniero, sola, ancora minorenne, sicura di chissà quali promesse di lavoro qui in Italia, dichiara la sua speranza nel futuro, la sua fiducia nei suoi simili con una sola parola pervasa di aria fresca.
Così Sarah ha subito fatto parte del mio gruppo di livello per l'apprendimento dell'italiano come seconda lingua: costante, seria, motivata, ha frequentato le lezioni con impegno, ottenendo ottimi risultati. La sua partecipazione alla fervente vita del nostro CPIA BAT è stata ancor più ferrea nel momento in cui nella mia sede di Trani abbiamo organizzato un coro gospel, in collaborazione con alcuni docenti della scuola secondaria di primo grado che ci ospitava: dodici corsisti del CPIA BAT – tra questi Sarah – hanno così svolto un laboratorio di canto gospel, condotto da un abilissimo esperto, che si è concluso con un emozionante spettacolo serale a giugno. Sarah ha avuto occasione di scoprire la sua passione per il canto: solista nel coro, ha estasiato tutti i presenti con il suo assolo, dimostrando ancora una volta quanto l'amore per la conoscenza e la tenacia portino i loro frutti ovunque, anche quando si sceglie di emigrare dal Paese natìo.
Terminato l'anno scolastico, in estate, studiando, s'è preparata ad affrontare una gara canora nella quale è arrivata ai primi posti. Circa un anno dopo, proprio mentre cantava su di un palcoscenico, è stata notata da una talent scout pugliese, Carmen Martorana, che l'ha accolta in casa come una figlia e l'ha introdotta nel mondo dell'alta moda, sino a farla sfilare alla Fashion Week di Parigi e Milano.
Sarah Ibizugbe Ese, fuggita dalla Nigeria, arrivata di mattina su di un barcone a Taranto, oggi affermata modella, ci dimostra quanto ognuno di noi possa contribuire al cambiamento, avendo cura del bene più prezioso: la vita».
Ebbene tra noi docenti del CPIA ed i nostri studenti si crea sempre una relazione positiva e non sono soltanto i corsisti ad avvantaggiarsene ma anche noi docenti: ogni singolo individuo apporta nuova linfa alle nostre vite con la sua storia, con le sue esperienze, con la sua peculiare ed unica personalità. Accoglienza, confronto, collaborazione, condivisione sono le nostre "parole-chiave"; ogni anno, fiduciosi, siamo pronti a mettere in atto quel "miracolo" della conoscenza reciproca che ha il potere di fugare tutte le paure, anche le più profonde, quelle che vengono dalle viscere della nostra società e che intossicano le relazioni e danno origine ai più nefasti conflitti. La conoscenza comprende – nel senso etimologico del "prendere con sé – rischiara, fa luce». A scrivere è Rosa Maria Ciritella, docente di Lettere presso il CPIA Bat presieduto dal prof. Paolo Farina. La bella storia di seguito raccontata dalla prof.ssa Ciritella riguarda Sarah, giovane migrante già iscritta al CPIA Bat.
«La storia che sto per narrare fa star lieti e ci incoraggia a perseguire i nostri obiettivi e a non demordere mai. Il pomeriggio di un giorno della fine di settembre di tre anni fa, fra i tanti neoiscritti, giovani migranti, è giunta nella nostra sede tranese del CPIA BAT una ragazza, scrupolosamente fiancheggiata da un'educatrice di un'associazione tra quelle che si occupavano a quel tempo di minori non accompagnati; era insieme ad altre due coetanee, diventate amiche una volta giunte in Italia, tutte dalla Nigeria. La cosa che mi ha subito colpito, oltre ai suoi modi gentili e rispettosi, è stata la modalità di compilazione della scheda con i suoi dati: alla voce "data di arrivo in Italia" ha scritto: "mattina". Ciò mi è sembrato meraviglioso: una giovanissima ragazza, all'alba della sua vita, in un Paese straniero, sola, ancora minorenne, sicura di chissà quali promesse di lavoro qui in Italia, dichiara la sua speranza nel futuro, la sua fiducia nei suoi simili con una sola parola pervasa di aria fresca.
Così Sarah ha subito fatto parte del mio gruppo di livello per l'apprendimento dell'italiano come seconda lingua: costante, seria, motivata, ha frequentato le lezioni con impegno, ottenendo ottimi risultati. La sua partecipazione alla fervente vita del nostro CPIA BAT è stata ancor più ferrea nel momento in cui nella mia sede di Trani abbiamo organizzato un coro gospel, in collaborazione con alcuni docenti della scuola secondaria di primo grado che ci ospitava: dodici corsisti del CPIA BAT – tra questi Sarah – hanno così svolto un laboratorio di canto gospel, condotto da un abilissimo esperto, che si è concluso con un emozionante spettacolo serale a giugno. Sarah ha avuto occasione di scoprire la sua passione per il canto: solista nel coro, ha estasiato tutti i presenti con il suo assolo, dimostrando ancora una volta quanto l'amore per la conoscenza e la tenacia portino i loro frutti ovunque, anche quando si sceglie di emigrare dal Paese natìo.
Terminato l'anno scolastico, in estate, studiando, s'è preparata ad affrontare una gara canora nella quale è arrivata ai primi posti. Circa un anno dopo, proprio mentre cantava su di un palcoscenico, è stata notata da una talent scout pugliese, Carmen Martorana, che l'ha accolta in casa come una figlia e l'ha introdotta nel mondo dell'alta moda, sino a farla sfilare alla Fashion Week di Parigi e Milano.
Sarah Ibizugbe Ese, fuggita dalla Nigeria, arrivata di mattina su di un barcone a Taranto, oggi affermata modella, ci dimostra quanto ognuno di noi possa contribuire al cambiamento, avendo cura del bene più prezioso: la vita».