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Sanità, la Regione Puglia è penultima in Italia

Commenti di Emiliano e Schittulli sulla classifica stilata dal Ministero

La sanità pugliese è una delle peggiori in Italia. A dirlo è la classifica dei Lea (livelli essenziali di assistenza) 2013 stilata presso il ministero della Salute: la Puglia si piazza al penultimo posto nella graduatoria nazionale, ottenendo 134 sui 225 punti al massimo ottenibili. Peggio di lei solo Campania e Calabria, mentre a conquistare la vetta della classifica è la Toscana, seguita da Emilia Romagna e Piemonte. La rilevazione dei dati riguarda 31 indicatori che descrivono le prestazioni che tutte le Regioni devono garantire ai cittadini, analizzando le modalità con cui vengono erogate. Tra le prestazioni prese in considerazione ai fini della graduatoria figurano anche: assistenza agli anziani; screening di mammella, colon retto e cervice uterina; risonanza magnetica; ricoveri ospedalieri e attività di prevenzione.

Sono subito giunti i commenti "a caldo" di Schittulli ed Emiliano. Il candidato governatore di centro-destra ha sottolineato la contraddizione della nostra Regione: «Da anni i pugliesi hanno una delle sanità peggiori d'Italia, ma una delle più costose. Sono stati dieci anni di disastri». Di diversa idea è il candidato governatore di centro-sinistra, Michele Emiliano: «Se verrò eletto, mi assumo la responsabilità di milioni di pugliesi, ma non farò tutto da solo». Intervento anche dellassessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, secondo cui la classifica sarebbe elaborata sulla base di "dati provvisori" in via di completamento attraverso l'istruttoria congiunta Regione/Ministero; la tabella, secondo l'assessore, è stata «forse diffusa per motivi elettorali, riguarda soltanto adempimenti formali e non la qualità dei servizi offerti». Il Ministero della salute, con una nota, tiene a precisare che «si rileva che tutte le rilevazioni relative alle Regioni in piano di rientro sono da considerare provvisorie in quanto le stesse Regioni hanno tempo fino al 10 marzo per presentare integrazioni documentali».
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