Distretto Socio Sanitario di Andria
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RSA e Centri Diurni: dalla Regione Puglia più fondi, più sostegno e nessun danno per i gestori

Le assicurazioni dal vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese

Per RSA e Centri Diurni accreditati e destinati a soggetti non autosufficienti e disabili la dotazione finanziaria della Regione Puglia è passata da 200 a 220 milioni di euro nel 2025, destinati a misure specifiche per le dimissioni protette dagli ospedali e il rafforzamento dell'assistenza post-acuta.
In merito alle recenti prese di posizione pubbliche della sezione pugliese dell'Associazione Italiana Ospedalità Privata, la Regione Puglia ritiene utile chiarire alcuni punti fondamentali, nell'interesse di tutti: imprenditori del settore, operatori e soprattutto famiglie e cittadini che usufruiscono di questi servizi.
La Delibera di Giunta Regionale del 16 aprile 2025, n. 527 "D.Lgs. 502/92 art. 8 quinquies - Fondo di remunerazione per l'acquisto di prestazioni da strutture accreditate RSA e Centri diurni per soggetti non autosufficienti e disabili di cui ai R.R. n.4/2019 e R.R. n. 5/2019 valevole per l'anno 2025. Disposizioni per le Dimissioni Protette e per i Centri diurni" rappresenta un passaggio importante per garantire continuità assistenziale, qualità dei servizi e stabilità economica al sistema sociosanitario pugliese.

"Abbiamo optato per la formula annuale non per limitare le prospettive future, ma per garantire una programmazione coerente con le risorse effettivamente disponibili", spiega il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese. Infatti, l'estensione pluriennale degli accordi potrà essere valutata solo dopo aver verificato l'impatto delle misure avviate nel 2025 e avere certezze sulla quota del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla Puglia. Nessuna esclusione è predefinita: le strutture che completano l'accreditamento istituzionale possono ottenere la contrattualizzazione con decorrenza da febbraio 2025. "Ma senza accreditamento, non è possibile avviare contratti: è una regola basilare di correttezza amministrativa e di equità", sottolinea Piemontese.
Non ci sono elenchi nominativi nella delibera: conta solo lo stato di accreditamento. Le strutture che hanno completato il passaggio in RSA e ricevuto il via libera formale sono già incluse nel finanziamento. "Non si finanziano nomi, ma servizi qualificati", aggiunge l'assessore, con riferimento alle ex strutture sociali, art. 67, cioè quelle strutture che, in passato, erano autorizzate come strutture socio-assistenziali in base all'articolo 67 del Regolamento Regionale n. 4/2007 della Regione Puglia e che, se hanno completato l'iter di trasformazione e accreditamento istituzionale, possono essere contrattualizzate come RSA e ricevere fondi regionali.
La delibera regionale dello scorso 16 aprile prevede 2 posti letto in più per le Cure Estensive: quindi non causa alcun danno per i gestori. La misura prevede, infatti, che ogni RSA possa mettere a disposizione due posti per pazienti dimessi dagli ospedali con bisogni di continuità assistenziale. Il costo di queste degenze è interamente a carico del Sistema Sanitario Regionale. "Questi due posti in più sono una risorsa per il sistema, non un onere: servono a liberare posti letto negli ospedali e garantire dimissioni protette per i pazienti", chiarisce Piemontese.
Nel 2025, il fondo per RSA e Centri Diurni è stato incrementato di 20 milioni di euro rispetto al 2024. "Abbiamo messo più risorse, non meno. E lo abbiamo fatto con uno spirito di responsabilità e ascolto verso i bisogni reali delle persone", dice l'assessore, confermando la piena disponibilità al confronto con tutte le associazioni di categoria, nella convinzione che "le soluzioni migliori si costruiscono insieme, ma su basi solide, trasparenti e sostenibili".
"Il lavoro per rafforzare il sistema sociosanitario della Puglia va avanti, con equilibrio tra risorse, diritti e qualità dell'assistenza", conclude Piemontese, sottolineando che "in un tempo difficile come quello che viviamo serve più dialogo e meno allarmismo".
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