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Rigettato ricorso dell’USPPI: nessun comportamento antisindacale dell’Asl Bt

Il Giudice del Lavoro sentenzia la legittimità del trasferimento di tre dipendenti dal pronto soccorso di Bisceglie. La solidarietà delle OO. SS.

Nessun comportamento antisindacale, la condotta dell'Asl Bt è stata regolare. Il Tribunale di Trani, Giudice del Lavoro ha stabilito con la sentenza dello scorso 15 maggio, a firma della dr.ssa Angela Arbore, che il trasferimento di tre dipendenti in servizio al pronto soccorso di Bisceglie, iscritti all'USPPI non è stato lesivo dell'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, ovvero non vi è stato comportamento antisindacale, palesandosi invece, un oggettivo "momento di tensione" tra la sigla sindacale e la direzione generale Asl Bt circa alcune problematiche del pronto soccorso del nosocomio biscegliese.

La vicenda prese le mosse da un ricorso presentato dal sindacato autonomo della sanità, tramite gli avvocati Alessandro Ieva e Michele Presicci, che asseriva la condotta antisindacale tenuto dall'Asl Bt nel trasferire tre propri iscritti in altre unità operative dello stesso ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie.
Ebbene dalle risultanze processuali, il giudice tranese, accogliendo la tesi del direttore dell'ufficio legale della Asl Bt, avv. Andrea Scarpellini Camilli, ha stabilito che il trasferimento per i tre iscritti USPPI, non poteva considerarsi illegittimo: per due di questi non era necessario un preventivo nulla osta sindacale, in quanto nessuno risultava essere dirigente sindacale, mentre per il terzo iscritto, componente della RSU aziendale, il trasferimento era avvenuto non solo nel medesimo territorio, ma "addirittura nei medesimi edifici" e che pertanto non era necessario nessun presentivo via libera sindacale.

La vertenza di lavoro prima di approdare nelle aule giudiziarie ebbe un particolare clamore mediatico, in quanto vide mobilitare l'USPPI a tutela dei propri iscritti in alcune manifestazioni di protesta, una a Bari davanti alla sede della giunta regionale e l'altra ad Andria presso la direzione generale della Asl Bt. Una vicenda che portò i vertici sindacali a chiedere al Presidente Emiliano "la testa" della direttrice generale Tiziana Dimatteo, rea di non aver garantito le prerogative sindacali degli asseriti "dirigenti sindacali" dell'USPPI. Nel respingere il ricorso presentato, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento di € 1.800, 00 quali spese processuali.

Sul punto, sono intervenuti con una nota congiunta la FP CGIL, la UIL/FPL, la FIALS ed la NURSINGUP, a firma dei rispettivi rappresentanti sindacali, Remini/Marzano, Longo, Somma e Sgarra.
"Dopo aver reiterato censure all'operato della dott.ssa Tiziana Dimatteo Direttrice Generale della Asl Bt, che invece con autorevolezza e competenza sta guidando l'azienda sanitaria, anche attraverso manifestazioni di protesta, a cui hanno partecipato, come al solito, qualche decina di persone, un sindacato che peraltro non è in possesso del requisito della "maggiore rappresentatività" (non firmataria di contratto) ha pensato bene di trascinare la dott.ssa Dimatteo in Tribunale a Trani attribuendole la responsabilità di aver posto in essere una condotta antisindacale.
Ebbene il Tribunale di Trani, lunedì 15 maggio 2023 ha stabilito che la dott.ssa Dimatteo non ha posto in essere alcuna condotta antisindacale nei confronti del sindacato, che i trasferimenti di personale nell'ambito dell'Ospedale di Bisceglie sono pienamente legittimi ed ha condannato il sindacato ricorrente addirittura a pagare 1.800,00 euro di spese legali a favore della Asl Bt.
A differenza di costoro che con azioni scomposte ed accuse infondate, come ha dimostrato il tribunale di Trani, le scriventi OO.SS. nel rispetto dei ruoli, esprimono apprezzamento per la gestione della dott.ssa Dimatteo che ha segnato evidentemente un notevole "cambio di passo" e di discontinuità nella governance dell'azienda", conclude la nota sindacale.
  • asl bat
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