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Randagismo a contrada Femminamorta: a rischio l'incolumità dei viandanti

Italia Nostra Sezione di Andria segnala un problema sanitario di particolare importanza

Una segnalazione da non trascurare quella che giunge dalla sezione di Andria di Italia Nostra, per una zona del vasto agro di Andria che tra l'altro, sta concorrendo per il 12° censimento del FAI – Fondo per l'Ambiente Italiano per l'iniziativa de "I Luoghi del cuore".

"Se i cani randagi sono tutelati dalla Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo del 14 agosto 1991, n. 281 ci chiediamo chi tutela il privato cittadino dalle loro aggressioni?
La normativa recita che la loro presenza deve essere sempre comunicata alle autorità competenti per identificare i proprietari o offrire loro rifugio in apposite strutture e avviare, se possibile, un eventuale percorso di adozione. Quindi se si avvista un cane che vaga libero, è fondamentale contattare tempestivamente la Polizia Locale del Comune su cui si trova l'animale, fornendo indicazioni sul luogo e le modalità del ritrovamento, oltre alle caratteristiche dell'animale. Ebbene, questo iter è stato seguito alla lettera svariate volte dai residenti in contrada Femminamorta in Andria ma senza alcun esito anche se il randagio, un pastore maremmano di grossa taglia ha già aggredito tre persone, la prima è finita in ospedale per essere stato azzannato alla clavicola, la seconda e la terza sono riuscite a difendersi. Le galline hanno avuto la peggior sorte, sbranate sotto gli occhi della padrona.
Dopo quasi tre mesi dalla prima aggressione e dopo svariate segnalazioni alla Polizia Locale, alla Asl di competenza e al servizio antirandagismo, lui è ancora lì a terrorizzare gli abitanti che non possono più provare il piacere di una passeggiata fuori dalle proprie recinzioni.
Pur amando il mondo animale, ci chiediamo dove finisce la sua libertà e dove inizia la nostra?"
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