Settimana Santa
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Religioni

"Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno"

Riflessioni di don Ettore Lestingi, parroco della chiesa Madonna della Grazia, in vista della Settimana Santa

"Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Lc. 23,33-34). Furono le parole pronunciate da Gesù nell'ora più buia della storia, quando a morire non era Dio, ma una umanità divorata da bocche fameliche di cattiveria. Con questa supplica Gesù ha placato l'ira del Padre e dal cielo, con la potenza distruttrice e ricreatrice di un diluvio, scese una lacrima … Dio piange al vedere suo Figlio, l'Unigenito, l'Amato morire come un verme. Avrebbe voluto soffrire, morire Lui al posto del Figlio: mai un padre accetterebbe la morte di un figlio. Eppure per essere fedele al sì all'uomo, Dio dice no a sé stesso!

Perché tanta ferocia nei confronti del Figlio di Dio? Perché la cattiveria ha preso il sopravvento sulla comprensione? Come mai quel popolo che cantava "Osanna" è lo stesso popolo che grida "Crucifige"? Cosa succede? "… perché non sanno quello che fanno". Sono parole che non giustificano la cattiveria di ieri nei confronti del Crocifisso e oggi di tanti condannati ingiustamente, ma parole che invocano misericordia senza misura e senza limiti di tempo …"Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai». "… perché non sanno quello che fanno", come non sanno quello che fanno quanti fanno della cattiveria, il loro sistema di pensiero che si struttura in scelte anche politiche che generano, senza saperlo, dolore, ingiustizia, morte.

Cosa pensare e cosa fare dinanzi a tanta incoscienza? "Occhio per occhio, dente per dente?" Rispondere al male con il male? San Paolo nella Lettera ai Romani esorta: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. (Rm. 12,21) E Gandhi, la Grande Anima, non ha dubbi: "La violenza va affrontata con la bontà". A chi ci fa del male, dobbiamo rispondere con il bene. Resistere al male e cercare di opporsi a esso, infatti, porta a un circolo vizioso senza fine, mentre la bontà disarma chi fa il male e rende il mondo migliore. La qualità più alta è il perdono, legato alla virtù suprema dell'amore. Contrariamente a quel che si potrebbe credere, perdonare non significa rinunciare passivamente a reagire: il perdono è una virtù attiva, che si conquista con un lavoro assiduo su se stessi, coltivando una lotta continua contro gli istinti più bassi". Allora, perché l'uomo possa prendere coscienza del male che inconsapevolmente compie a se stesso e agli altri non ci resta che perdonare.

Sì, Padre, perdona chi, in nome di una vita di qualità, con l'aborto uccide la qualità di una vita indifesa, perché non sa quello che fa! Padre, perdona, chi per il piacere di un attimo, abusa dei minori, negando loro la felicità per sempre, perché non sa quello che fa! Perdona, Padre chi, per avidità insaziabile, non si fa scrupolo ad abbandonare genitori anziani in ricoveri a volte prigioni e spazi di cattiveria e di soprusi, perché non sa quello che fa! Padre, perdona chi inganna ragazze in cerca di un futuro degno di essere vissuto, promettendo loro lavoro e sicurezza, e invece le mette su strada come oggetto del mercato del sesso, come corpi senza anima, perché non sa quello che fa! Padre, perdona chi, in nome della difesa e della sicurezza dei propri confini, delle proprie città, quartieri o strade, chiude porti di mare e porte di case, lasciando morire, senza scrupoli di coscienza, uomini, donne e bambini in cerca di una terra "dove scorre latte e miele", perché non sa quello che fa! Perdona, Padre chi, prigioniero del suo orgoglio, dinanzi ad una offesa ricevuta, non sa perdonare, perché non sa quello che fa!

Signore, ascolta, Padre perdona loro e quanti fanno del male il vessillo della loro vittoria, perché non sanno quello che fanno. Dinanzi allo straripamento del male che, come uno tsunami distrugge tutto e tutti, noi, figli della Croce, scegliamo il perdono per la costruzione di una umanità riconciliata nell'amore.

Buona Settimana santa.
  • don Ettore Lestingi
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