Roverella di
Roverella di "Lama di Carro"
Territorio

Le roverelle di "Lama di Carro": salvaguardiamo l'unica rimasta integra

A fine marzo, degli imbecilli rimasti purtroppo ignoti, avevano dato fuoco ad un altro albero secolare

Nicola Montepulciano, storico ambientalista di Andria ci ricorda l'importanza della salvaguardia del Creato e di quanto siano rilevanti i nostri patriarchi, gli ormai pochi alberi secolari rimasti nelle campagne del vasto territorio di Andria.

«Come riferito nello scorso mio articolo, ho scoperto, in contrada Lama di Carro, nel territorio di Andria, due imponenti esemplari di quercia roverella, tipica componente arborea monospecifica dei nostri residui lembi ma sempre meravigliosi boschi, simbolo botanico della nostra città. Purtroppo, la più grande, quella plurisecolare, è stata distrutta. Solo una mente rozza e pervasa da totale ignoranza sulla enorme utilità della roverella anche in agricoltura, ha potuto commettere un tale crimine ancora impunito. Di gente di tal fatta, non solo in agricoltura, ve ne è ancora tanta. La seconda roverella in contrada Lama di Carro, ma alquanto distante dalla prima, si trova presso la Strada Comunale 26 – S. Lucia, a 6-7 km da Andria. E' una quercia ultra secolare, perciò più giovane, vegetante in un podere recintato. Anche questa, incredibile a dirsi, è minacciata nella sua esistenza, ma non dal proprietario, anzi. Sorpreso da questi mentre la fotografavo, garbatamente mi ha chiesto spiegazioni e, con mia sorpresa, mi ha concesso di entrare nel suo podere, consentendomi le rilevazioni di tutti i dati dendrometrici con tranquillità e precisione. Poichè si trova al confine con una stradina interpoderale, a causa del continuo transitare di automezzi, una parte della chioma è stata, per così dire, erosa, ridotta, ma questo fenomeno è comune, purtroppo, a tutti gli alberi che vegetano su un qualsiasi ciglio stradale. La roverella è di grandissimo aiuto all'agricoltura perché mantiene alta la falda acquifera, combatte l'aridità dell'aria mantenendola fresca attraverso l'evapotraspirazione, e non è tutto qui. Molte leggi proteggono questi alberi solitari, ma, aldilà delle leggi, deve prevalere una considerazione. Se si uccide una medusa per le sue punture urticanti o la si abbandona in riva al mare per farla morire disidratata, si commette un reato. La medusa vive nel mare, è la sua casa, non ti obbliga ad entrare in acqua, siamo noi ad invadere la sua abitazione, perciò dobbiamo rispettarla. Se non ci conviene possiamo cambiare posto. Alla stessa maniera dobbiamo rispettare la quercia, solitaria o meno, perché è la natura che l'ha fatta nascere lì, oltre un secolo fa, quando nessuno di noi era ancora nato. Nessuno ce l'ha imposta, è la natura che fa il suo corso. Chi acquista un podere con una quercia secolare la vede benissimo e deve rispettarla. Detto questo concludo con i risultati dei successivi calcoli che i rilievi dendrometrici consentono e che riguardano l'ossigeno e l'anidride carbonica: questa quercia produce ogni ora 1134,20kg di Ossigeno (O2) e sequestra, cioè assorbe, ogni ora 1557,527kg di Anidride carbonica (CO2). E' un grandissimo sostegno che ci offre alla nostra vita. Visitiamola, prenderemo una boccata d'aria purissima», conclude il suo intervento l'ecologista Nicola Montepulciano.
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