
Politica
Le minoranze denunciano il "caso Andria" e vanno dal Prefetto
Pd, Lista Emiliano e Progetto Andria sul piede di guerra: «La maggioranza calpesta i nostri diritti»
Andria - mercoledì 2 agosto 2017
12.54
«Dire che ci ignorano è poco, questa maggioranza calpesta letteralmente i diritti della minoranza e naturalmente di quella parte di città che rappresenta». I consiglieri comunali di centrosinistra: Partito democratico, Lista Emiliano e Progetto Andria sul piede di guerra, protestano e decidono di non partecipare più ai consigli comunali ed alle commissioni e di approfondire i temi importanti per la vita dei cittadini nella saletta a loro dedicata, almeno fino a che qualcuno non ripristini le regole del gioco, ovvero il Prefetto della Bat al quale più volte hanno scritto per denunciare il "caso Andria".
«Avremmo voluto parlare e concentrarci sui problemi dei cittadini: disoccupazione, una città sporca ed insicura, tasse che aumentano ed invece ancora una volta siamo qui a dover denunciare una situazione che si protrae ormai da troppo tempo», tuona l'avvocato Giovanna Bruno, leader di Progetto Andria. «Il nostro ruolo non viene rispettato ed è un precedente gravissimo, ci costa molto non essere presenti ai consigli comunali e nelle commissioni ma se questo è l'unico modo per chiedere al Prefetto, a cui ci siamo rivolti, di intervenire in maniera chiara e dire se siamo noi che interpretiamo male i regolamenti o è questa maggioranza che cade in errore. Il Prefetto ripristini un clima di serenità e chiarezza»
Il casus belli ciò che è accaduto nel consiglio comunale del 31 Luglio, convocato in extremis nella notte del 27, insieme alla commissione che si doveva esprimere sul bilancio che poi sarebbe arrivato in aula dopo pochi giorni. Risultato? Poche ore per studiare il provvedimento. Il problema, oltre che procedurale, è politico.
«Per un provvedimento particolarmente importante come il riequilibrio di bilancio - spiega il docente universitario Sabino Fortunato, consigliere comunale del Pd - la commissione si è riunita il 28 luglio mentre il consiglio era fissato il 31 luglio con l'ordine aggiuntivo del bilancio ed è stato convocato senza che la commissione avesse già esaminato il provvedimento. Questo è solo l'ultimo caso che ha fatto saltare la nostra pazienza. Gli iter amministrativi vanno rispettati: prima la commissione permanente, poi la conferenza dei capigruppo ed infine il consiglio. Abbiamo avuto a disposizione neppure 24 ore per studiare le carte con gli uffici relativi alla trasparenza che erano chiusi tra il sabato e la domenica».
«In aula la maggioranza il 31 luglio si è praticamente discussa e votata l'equilibrio di bilancio, ma i conti ad Andria sono tutt'altro che stabili», concludono i consiglieri di Pd, Lista Emiliano e Progetto Andria.
«Avremmo voluto parlare e concentrarci sui problemi dei cittadini: disoccupazione, una città sporca ed insicura, tasse che aumentano ed invece ancora una volta siamo qui a dover denunciare una situazione che si protrae ormai da troppo tempo», tuona l'avvocato Giovanna Bruno, leader di Progetto Andria. «Il nostro ruolo non viene rispettato ed è un precedente gravissimo, ci costa molto non essere presenti ai consigli comunali e nelle commissioni ma se questo è l'unico modo per chiedere al Prefetto, a cui ci siamo rivolti, di intervenire in maniera chiara e dire se siamo noi che interpretiamo male i regolamenti o è questa maggioranza che cade in errore. Il Prefetto ripristini un clima di serenità e chiarezza»
Il casus belli ciò che è accaduto nel consiglio comunale del 31 Luglio, convocato in extremis nella notte del 27, insieme alla commissione che si doveva esprimere sul bilancio che poi sarebbe arrivato in aula dopo pochi giorni. Risultato? Poche ore per studiare il provvedimento. Il problema, oltre che procedurale, è politico.
«Per un provvedimento particolarmente importante come il riequilibrio di bilancio - spiega il docente universitario Sabino Fortunato, consigliere comunale del Pd - la commissione si è riunita il 28 luglio mentre il consiglio era fissato il 31 luglio con l'ordine aggiuntivo del bilancio ed è stato convocato senza che la commissione avesse già esaminato il provvedimento. Questo è solo l'ultimo caso che ha fatto saltare la nostra pazienza. Gli iter amministrativi vanno rispettati: prima la commissione permanente, poi la conferenza dei capigruppo ed infine il consiglio. Abbiamo avuto a disposizione neppure 24 ore per studiare le carte con gli uffici relativi alla trasparenza che erano chiusi tra il sabato e la domenica».
«In aula la maggioranza il 31 luglio si è praticamente discussa e votata l'equilibrio di bilancio, ma i conti ad Andria sono tutt'altro che stabili», concludono i consiglieri di Pd, Lista Emiliano e Progetto Andria.