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Commento

La città dei Commessi (terza parte)

La trasferta romana del Direttore: classifiche, considerazioni e valutazioni

Ci siamo, finalmente il Direttore si appresta a profanare il luogo sacro delle istituzioni, l'organo legislativo dove si decide dei nostri destini, diretta conseguenza di un principio sacrosanto di sovranità popolare.

Il brusìo iniziale appena accennato prima di entrare si trasforma in una fragorosa ed assordante confusione. Sembra quasi che i 630 deputati parlino tutti contemporaneamente (ed è proprio così).

Dall'entrata della tribunetta gli Onorevoli non si vedono ancora, anche perché lo sguardo è completamente rapito dalla parte alta dell'aula: l'impatto visivo iniziale è spettacolare. La prima immagine che risalta agli occhi è questo grande soffitto in vetro colorato che illumina l'aula con uno straordinario lucernario a ventaglio in stile liberty, il famoso Velario di Giovanni Beltrami. Sotto il velario un fregio pittorico che circonda l'intera sala: solo dopo ha scoperto che il fregio era di Aristide Sartori ed è dedicato alla storia del popolo italiano.

Con grande meraviglia si accorge che ci sono solo altri 8 visitatori silenziosi: tre giovanissimi, una coppia di anziani, due ragazze ed una donna sui 30 (poliziotto in borghese) con la quale poi ha avuto un rapporto ravvicinato del terzo tipo.

I posti disponibili erano una trentina, sedili in pelle molto comodi, in 15 mq un commesso in piedi ed uno seduto, finalmente una proporzione equilibrata e defaticante. Superati in discesa libera 4 o 5 ripidi scalini prende posto nella prima fila, allo stesso modo dei bambini al circo, curiosi di vedere il più possibile da vicino lo spettacolo delle bestie feroci.

La panoramica è da togliere il fiato, dimenticatevi delle riprese che normalmente si vedono in televisione: il legno che fodera le pareti sembra più scuro e più lucido, i due display del conteggio dei voti enormi, a sinistra la tribunetta dei fotografi con i loro maxi obiettivi, i banchi del Governo vuoti, i commessi che girano vorticosamente come trottole (non mi soffermerò più sui loro numeri), i quattro stenografi, presiede l'emiciclo il Presidente della Camera Laura Boldrini.

In tutto questo caos organizzato regna un individualismo esasperato, tranne rare eccezioni, ognuno fa un po' il cavolo che gli pare, e sembra pure che lo faccia molto bene, con competenza dopo anni ed anni di gavetta, altroché democrazia della polis, altroché senato romano, una babilonia completa, un'anarchia disciplinata da scoraggiare anche gli ingegneri della torre di Babele.

In questo marasma generale unico punto fermo, fisso ed imperturbabile, solitario al suo posto come l'ultimo samurai l'onorevole Benedetto Fucci. L'onorevole cittadino D'Ambrosio invece non pervenuto (per il momento), ma le classifiche e le valutazioni finali nel prossimo numero (forse).

To be continued...
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